Cattiveria e crudeltà delle anime nere di tutta Italia

In questo blog potrai leggere e vedere le immagini della crudeltà e della cattiveria umana .
Da Nord a Sud, isole comprese, una passerella di azioni vergognose, criminali, inumane, un repertorio di incuria, freddezza, avidità e ruberia.
La bassezza d'animo dell'essere umano viene portata alla luce.
Tutto compiuto contro creature deboli ed indifese, senza tutela reale e spesso ridotte senza dignità.
Quando decidi di andare in vacanza, scegli il tuo luogo di villeggiatura anche con questo parametro :
chi abita in questo posto ?

Al cuore del problema

Ogni anno migliaia di cani vengono introdotti nei canili esistenti nel nostro Paese. Nei canili migliori solo alcuni riacquistano dignità attraverso l'adozione. In altri li aspettano malattie, sbranamenti o comunque la fine naturale della vita trascorsa dietro le sbarre. Il tutto con costi altissimi per le amministrazioni. Aiutateci a dire basta. Il fenomeno del randagismo si può controllare e sconfiggere.


COSA DICE LA LEGGE:
Secondo la normativa vigente i sindaci sono responsabili per i cani vaganti nel territorio del Comune che amministrano.

Al fine di curare i cani presenti nel suo territorio, i Comuni ricevono finanziamenti da parte dello Stato centrale (pagati da noi cittadini mediante le tasse) per cui gli stessi sono tenuti a predisporre le strutture per risolvere il problema del randagismo e a finanziarle con i denari a ciò destinati.


LA SOLUZIONE MIGLIORE:
Le Associazioni senza scopo di lucro costituiscono i migliori soggetti per la gestione del canile in quanto, agendo senza scopo di lucro, danno maggiori garanzie sul fatto che i denari ad esse corrisposti dal Comune siano effettivamente destinati alla migliore cura del cane.


QUELLO CHE ACCADE NORMALMENTE:
L'affidamento ai gestori privati è invece assai pericoloso in quanto gran parte degli stessi sono tentati dal non garantire buone condizioni di vita o la stessa sopravvivenza dei cani ospitati nel canile al fine di massimizzare i guadagni.

A mero titolo di esempio, vi segnaliamo che sono numerosi i Comuni che hanno stipulato convenzioni con gestori privati per l'affidamento agli stessi della gestione dei canili a seguito di gare di appalto vinte con aste fortemente al ribasso. Sono numerosi gli esempi di gestori che hanno vinto con offerte che prevedano il mantenimento del cane per soli 70 centesimi di euro al giorno! 70 centesimi con cui il gestore dovrebbe pagare il cibo per il cane, le cure mediche, parte delle spese di gestione (operai, luce, acqua etc.) e, addirittura, ricavarci qualcosa per vivere.

Appare del tutto evidente, quindi, che in tali casi il benessere del cane non potrà di certo essere garantito.


IL BUSINESS DEL RANDAGISMO: 500 MILIONI DI EURO ALL'ANNO
Parecchi imprenditori privati hanno nella gestione dei canili una vera miniera d'oro. Si tratta spesso di delinquenti o persone senza scrupoli capaci di creare importanti connivenze con istituzioni che dovrebbero controllare.

Il business del randagismo in Italia genera un fatturato annuale di circa 500 milioni di Euro. 500 milioni di euro pagati dai contribuenti che spesso sono oggetto di vere e proprie truffe da parte dei gestori ai danni dei Comuni e, quindi, di chi paga le tasse.


IL CUORE DEL PROBLEMA:
Nella maggioranza dei Comuni poi la domanda d'ingresso dei cani supera largamente l'offerta di posti in canile, con la conseguenza che per ogni cane morto o fatto adottare, sono pronte altre due richieste di accalappiamento e che chi volesse speculare riesce a percepire sempre e comunque il suo guadagno su un numero garantito di cani. Alla minima spesa sul singolo animale corrisponde il massimo guadagno in termini di utile.

Così che si assiste spesso ad insufficienza di personale, mancanza di lavoratori qualificati, minimi spazi nei box, in cui i cani superano il numero di 3 animali, arrivando anche ad essere 15 o più, senza tenere in alcun conto la loro compatibilità (la prima causa di morte in canile è lo sbranamento!!!!).

Per non parlare delle speculazioni che si realizzano attraverso l'accalappiamento degli animali e lo smaltimento delle loro carcasse che crea un circolo vizioso per cui prima muore un cane prima si guadagna sullo smaltimento della sua carcassa e sull'accalappiamento del nuovo cane che lo sostituisce.


LA CONNIVENZA:
Altro fenomeno che acuisce il problema è la forte connivenza tra chi dovrebbe controllare e chi è controllato. Accade sovente nei Comuni più piccoli (ma non solo) che il Sindaco (che affida la gestione del canile), i responsabili della ASL (preposti al controllo) e il gestore del canile (colui che dovrebbe essere controllato) siano amici, compagni di merende o, addirittura, parenti.

Appare evidente come in queste situazioni sia realmente impossibile far rispettare la legge e far garantire il benessere dei cani ospitati nei canili.


LA SOLUZIONE:
Ciò non accadrebbe se i Comuni provvedessero come per legge alla costruzione e risanamento delle proprie strutture e soprattutto ne affidassero la gestione ad Associazioni di volontariato senza scopo di lucro, che diano garanzie di controllo, di apertura al pubblico e di trattamento secondo parametri di benessere misurabili molto elevati.

L'ACL – Associazione Canili Lazio Onlus da anni combatte il fenomeno del randagismo. Perché il canile deve essere un punto di partenza per una nuova vita alla quale arrivare attraverso l'adozione e non un punto di arrivo in cui morire.

Abbandono : condanna a morte

Abbandono  : condanna a morte

giovedì 30 aprile 2009

MINORI UCCIDONO A BASTONATE CUCCIOLI A CATANIA


AGI
29 APRILE 2009

CANI: AIDAA, MINORI UCCIDONO A BASTONATE CUCCIOLI A CATANIA

Rom - Cinque o sei cuccioli di cane, nati da poche settimane, sono stati ammazzati a bastonate da un gruppo di bimbi teppisti nella zona compresa tra viale Castagnola e viale Librino, nel quartiere Librino di Catania. L'episodio viene denunciato in una nota dall'Aidaa (Associazione italiana difesa animali ed ambiente), che ha raccolto tre testinominze, secondo le quali non sarebbe la prima volta che tali crudelta' contro gli animali avvengono in questa zona. L'associazione ha inviato "una denuncia alla procura della Repubblica di Catania ed al Tribunale dei minori per fare in modo di fermare questa banda di teppisti composta da almeno una decina di giovanissimi, i quali sono stati denunciati per il reato di maltrattamento ed uccisione di animali (articolo 544 codice penale) e se riconosciuti colpevoli possono essere condannati ad una pena detentiva fino a 18 mesi ed a una multa di 22.500 euro". Lorenzo Croce, presidente nazionale Aidaa, ha commentato: "Da quanto siamo riusciti a capire questi piccoli delinquenti al mattino marinano la scuola e sfogano il loro istinto violento ammazzando a bastonate cuccioli di cane. Il nostro scopo e' limitato alla tutela degli animali, ma forse sarebbe buona cosa che le autorita' pubbliche intervenissero per porre fine a queste nefandezze salvaguardando i cani, ma riportino anche i bambini a scuola anche perche' lasciarli in mezzo alla strada vuol dire dare una mano a chi vorrebbe poi trasformarli in delinquenti a tempo pieno".

lunedì 13 aprile 2009

prov. di Verona: continua la strage di cani «Attenti alle esche killer»


L'ARENA GIORNALE DI VERONA
12 APRILE 2009
 
Continua la strage di cani  «Attenti alle esche killer»
EST VERONESE. Dalla Val d'Illasi alla Val d'Alpone, si sono moltiplicati gli episodi legati ai bocconi avvelenati. La fascia pedemontana è l'area a maggiore rischio Proprietari invitati a mettere la museruola agli animali
 
Paola Dalli Cani
 
Provincia di Verona - Bocconi al veleno, il veronese orientale si conferma maglia nera. Alla vigilia della Pasquetta, appuntamento con le tradizionali gite fuori porta, il Comitato veneto contro i bocconi, ma anche «reteveronaeschekiller» (mailing list che funziona in Internet come gruppo di Google) lancia l'appello alla prudenza.
In entrambi i casi lo strumento sono le segnalazioni che hanno finito con il disegnare una vera e propria mappa del rischio. Gli ultimi casi segnalati sono stati a Monteforte d'Alpone (località Polesan), e qui la polizia municipale ha provveduto alla delimitazione dell'area dove sono stati sparsi i bocconi al veleno. Sono stati affissi, come prevede l'ordinanza contro le esche del sottosegretario alla Salute Francesca Martini, i cartelli che segnalano il pericolo: in questo specifico caso l'ipotesi del medico veterinario che s'è visto morire tra le braccia un cucciolo di bulldog parla di stricnina.
Monteforte, però, è solo uno degli ultimi casi: avvelenamenti sono stati denunciati sul monte Belloca a San Giovanni Ilarione, in contrada Rancani a Tregnago, lungo le dorsali di Val d'Illasi, Val Tramigna e Val d'Alpone. E ancora località Paraiso e monte Loffa a Sant'Anna d'Alfaedo, via Piazza a Cazzano di Tramigna, località Bova e lungo canali e fossati a Belfiore: secondo gli animalisti in questi ultimi casi (ma è anche l'ipotesi che si è fatta a Monteforte) i bocconi sarebbero stati destinati alle nutrie.
Casi di avvelenamento sono stati segnalati anche nelle contrade Pregiotti e Ca' Vigile a Vestenanova. Resta vivo l'allarme a Terrazzo (località Ca' Bianca), nei pressi della fornace a San Lorenzo (Soave) e ad Arcole.
Questa la mappa del rischio elaborata sulle segnalazioni dei proprietari di cani ma anche di residenti del luogo che hanno scoperto le carcasse di animali selvatici o domestici, come i gatti: semaforo verde, dunque, alla Pasquetta col quattrozampe ma con prudenza. Meglio avere con sé la museruola (obbligatoria peraltro dopo l'ordinanza Martini sulla tutela dall'aggressività canina) e utilizzarla se si lascia libero il proprio cane nei boschi o nei campi. In caso di avvelenamento, come specifica la Polizia provinciale nel suo vademecum, è indispensabile cercare di far vomitare l'animale somministrando, qualora non si abbia la disponibilità di farmaci anticoagulanti, una sospensione di chiara d'uovo montata a neve, unita ad acqua calda molto salata. Non somministrare in alcun caso latte e cercare di mantenere l'animale tranquillo in attesa di ricorrere al veterinario.
Non conosce sosta, insomma, il deprecabile fenomeno delle esche al veleno (che non va dimenticato costituisce reato penale punibile con la reclusione), ma è ininterrotto anche il lavoro di dodici studenti della Scuola grafica «San Zeno» di Verona che stanno elaborando un manifesto-denuncia che diventerà la prima pubblicità progresso contro la strage: i progetti saranno esaminati da una apposita commissione che sceglierà l'idea più efficace. Procalamazione dei vincitori e premiazione sono in agenda per il 26 maggio: poi i manifesti saranno stampati e affissi per le città.

domenica 12 aprile 2009

prov. di Cosenza : a Scalea ferrovia interrotta per un cane legato al binario


IL QUOTIDIANO
11 APRILE 2009
 
A Scalea ferrovia interrotta per un cane legato al binario
La Lega per gli animali ha presentato denuncia. Mercoledì mattina è stata segnalata alla sala controllo la presenza di un cane, legato al binario
 
Scalea (CS) - Volevano far fuori un cane in un modo brutale. Grazie ad un macchinista che viaggiava in senso opposto l'animale è stato salvato. Nella mattinata di mercoledì è stata segnalata alla sala controllo la presenza di un cane, legato al binario.
Bloccato il traffico ferroviario in direzione Sud, sul posto sono giunti i dipendenti di Trenitalia ed il responsabile della Lega italiana dei diritti dell'animale, di Scalea. La corda era legata saldamente alla rotaia, ma il cane era riuscito a liberarsi da solo. Lungo i binari, in seguito a verifica, non sono state trovate, infatti, tracce di sangue. «Ci chiediamo – scrive Giuseppe Crusco della Lida - come si può arrivare a tutto ciò? Legare un cane al binario con l'intento di farlo morire. Pensiamo che dietro questi gesti ci siano problemi psicologici». L'accaduto è stato denunciato alla Procura, contro ignoti.

venerdì 10 aprile 2009

FIRENZE: PADRONA CAMBIA CASA, 10 GATTI MORTI DI FAME IN APPARTAMENTO


LIBERO

8 APRILE 2009

 

FIRENZE: PADRONA CAMBIA CASA, 10 GATTI MORTI DI FAME IN APPARTAMENTO

 

Firenze - Aveva lasciato i sui 10 gatti senza piu' acqua e cibo nel suo appartamento in via dei Bassi, a Firenze, e stamani i micetti sono stati trovati morti dagli agenti della Polizia municipale intervenuti sul posto insieme ai vigili del fuoco dopo le segnalazioni dei servizi sociali del Quartiere 4. La proprietaria dell'immobile e dei gatti, che ora rischia di essere indagata per maltrattamenti ad animali, se ne era andata a stare da un'altra parte, forse sconvolta per la morte di uno dei suoi mici, avvenuta un po' di tempo fa e dalle quale pare non si sia ripresa, al punto da non voler piu' tornare in via dei Bassi.Sono stati il cattivo odore e qualche miagolio uditi dai vicini a far intervenire prima i servizi sociali che a loro volta hanno allertato il servizio igiene pubblica della Direzione ambiente e a determinare l'intervento stamani degli agenti del nucleo territoriale del Quartiere 4. Sul posto e' poi arrivata anche la padrona dei gatti, una donna di circa cinquant'anni, senza parenti prossimi, piuttosto trascurata.La casa era sporca, in disordine, piena di escrementi e delle carcasse dei gatti Per ripulire e' intervenuto anche il Quadrifoglio che domattina dovra' portare le carcasse dei gatti all'Asl dove verranno accertate le cause dei decessi. Sono in corso anche le indagini per stabilire le eventuali responsabilita' penali a carico della donna.


LEGGO

9 APRILE 2009

 

Brutta fine per dieci gatti

 

Firenze - Brutta fine per dieci gatti. I mici erano stati lasciati senza né acqua né cibo in un appartamento in via dei Bassi.
La proprietaria dell'immobile e dei gatti, che ora rischia di essere indagata per maltrattamenti ad animali, era andata ad abitare altrove, forse sconvolta per la morte di uno dei suoi mici, avvenuta un po' di tempo fa e dalla quale pare non si sia ripresa, al punto da non voler più tornare in via dei Bassi.
E ieri i dieci gatti sono stati trovati morti dagli agenti della Polizia municipale intervenuti sul posto insieme ai vigili del fuoco dopo le segnalazioni dei servizi sociali del Quartiere 4. Sono stati il cattivo odore e qualche miagolio uditi dai vicini a far intervenire prima i servizi sociali che a loro volta hanno allertato il servizio igiene pubblica della Direzione ambiente e a determinare l'intervento degli agenti del nucleo territoriale del Quartiere 4. Sul posto è poi arrivata anche la padrona dei gatti, una donna di circa cinquant'anni, senza parenti prossimi, piuttosto trascurata.


CORRIERE FIORENTINO

8 APRILE 2009

 

Fuffi muore e lei abbandona 12 gatti

Aveva lasciato dodici gatti nel suo appartamento in via dei Bassi a Firenze, senza acqua nè cibo. Gli animali sono stati trovati morti dagli agenti della polizia municipale

 

Valentina Marotta

 

Firenze - Lui e nessun altro. Un amore esclusivo quello di Anna per il suo gatto. Tanto che quando Fuffi è morto, settimane fa, lei ha pianto e si è disperata come solo una donna innamorata può fare. Poi, senza più esitazioni, ha butta­to due golf e un pantalone nel trolley e ha chiuso la porta alle sue spalle, per trovare rifugio a casa di un'ami­ca. E nell'appartamento in via dei Bassi, sono rimasti dodici mici, sen­za acqua, né cibo. Ieri mattina, i gatti sono stati trovati morti dagli agenti della polizia municipale. I vigili e i pompieri erano intervenuti dopo le segnalazioni dei vicini che avvertiva­no un cattivo odore provenire da quell'appartamento. Anna ora ri­schia di essere indagata per maltrat­tamento di animali.

DODICI CADAVERI - Quando gli agenti hanno varcato la porta dell'appartamento di via dei Bassi, ieri mattina sono rimasti allibi­ti. Sul pavimento, hanno scoperto i dodici cadaveri dei gatti e, poi, scato­lette di cibo per animali ormai coper­te da un velo di muffa, escrementi e sacchetti di rifiuti, oltre ad abiti stro­picciati, abbandonati su sedie e tavo­li. Nessuna traccia di Anna. I vicini non vedevano la donna ormai da die­ci giorni e i miagolii dei gatti erano diventati strazianti. Per questo ve­nerdì scorso avevano dato l'allarme. Lunedì, la signora è stata rintraccia­ta dagli assistenti sociali, che hanno allertato i servizi della direzione am­biente. Dopo giorni di sofferenza e si­lenzio, Anna ha confessato il suo dramma della solitudine. «È morto Fuffi, il mio gatto preferito e non vo­levo più tornare a casa», ha confessa­to la donna, che ha 52 anni ed è di­pendente di un'associazione di vo­lontariato. «Mi sono resa conto di non poter più vivere tra quelle mu­ra, con gli altri gatti e sono andata via. Per dieci giorni, ho vissuto a ca­sa di un'amica, ma non sono riuscita a confessarle la mia sofferenza». Anna è sempre ben vestita, trucca­ta e con i capelli ben pettinati quan­do esce tutte le mattine da casa. Sem­pre sorridente, ma riservata. Non ha figli, nè altri parenti in città. Da tem­po non ha un compagno. Il suo amo­re, le sue attenzioni erano solo per Fuffi. Dietro un'apparenza di norma­­lità, nascondeva una sofferenza lan­cinante. Oggi per ripulire la casa in­terverrà anche il Quadrifoglio, che porterà le carcasse dei poveri anima­li alla Asl, per accertare le cause della morte.

prov. di Alessandria: massacrano un gatto a colpi di fucile


LA PROVINCIA PAVESE

7 APRILE 2009

 

Massacrano un gatto a colpi di fucile

 

GREMIASCO (AL). Spari in pieno giorno nel centro paese: qualcuno ha preso un fucile ed ha sparato al gatto del medico del paese, Fausto Pedemonte, uccidendolo. L'animale in fin di vita, ha avuto la forza di ritornare verso casa, andando a morire fra le braccia delle sue padroncine, due bambine di 9 ed 11 anni, figlie del dottore. L'episodio si è verificato l'altro giorno, poco dopo le 15, in corso Roma, cioè lungo la strada principale che conduce a Caldirola. L'animale si trovava nei pressi dell'abitazione e gli spari sono stati uditi da numerose persone che si trovavano nella piazza. Della questione sono stati informati i carabinieri di San Sebastiano Curone che a quanto pare stanno indagando sulla vicenda. Gli abitanti di Gremiasco, sono molto preoccupati: oltre al dispiacere per un animale ucciso in questo modo così violento, preoccupa il fatto che qualcuno abbia deciso di sparare colpi di fucile in pieno giorno e nel centro del paese. Una vicenda ancora misteriosa, perché non ci capisce se effettivamente i colpi erano destinati a uccidere proprio l'animale. «Si tratta di un gravissimo episodio di violenza contro un animale - afferma Pedemonte - ma non solo, oltre al dispiacere mio e delle mie figlie che hanno visto morire il loro gatto al quale erano molto affezionate, non riesco a comprendere come qualcuno possa prendere un' arma e sparare in paese. E' un episodio gravissimo».  Sulle cause dell'episodio, il medico ha le idee abbastanza chiare: «Anche se non escludo nulla a priori - conclude - non credo si sia trattato di una vendetta personale, semmai sono più propenso a pensare che si tratti di qualcuno che odia gli animali e ha voluto accanirsi sul mio gatto, in questo modo così barbaro». In paese, ci sono numerosi cacciatori, per cui non sarà facile, per i carabinieri, individuare il colpevole. Di certo la vicenda apre non pochi interrogativi.


LIBERO

8 APRILE 2009

 

Lilì la gattina impallinata una crudele uccisione senza movente nè reo

 

Oscar Grazioli 

 

"Hai visto Lilì ?" chiede Giulia alla sorellina Caterina. Caterina ci pensa qualche secondo. "No, in effetti è tutta mattina che non si vede. "Strano ribatte Giulia, mai successo in quattro anni. Andiamo dare un'occhiata che non sia rimasta chiusa in qualche armadio, come l'ultima volta". Rapida ma efficiente perlustrazione della casa. I gatti, come noto, s'infilano nei posti più strani e, per motivi che solo nelle loro menti hanno un significato, non rispondono ad alcuna chiamata. Tranne a una normalmente. Il rumore delle crocchette. Le sorelline agitano il sacchetto con vigore, ma Lilì non si fa vedere. Capiscono che la situazione è seria. Di solito, anche quando esce di casa, non si allontana molto e il suo udito finissimo, percepisce il "crocchiare" del cibo secco a centinaia di metri. Cominciano a perlustrare i dintorni della casa. Nessun segno. Poi, prendono la strada che va verso il centro e subito, dopo pochi metri, è Giulia che vede, per prima, qualcosa sul ciglio. "No, non sarà lei…". E invece è proprio lei. Le bambine non capiscono bene se respiri ancora e il papà gli ha insegnato a non sollevare mai il corpo di un animale o di un uomo gravemente ferito, perché si possono aggravare i danni già esistenti. D'altronde il papà è un veterinario, quindi fonte autorevole in quel campo E' Caterina che chiama piangendo con il cellulare. "State ferme lì, arrivo subito". Pochi minuti e papà scende dall'auto. Si accorge immediatamente che Lilì è morta. Il piccolo corteo funebre si dirige verso casa. Il dottor Pedemonte esamina la propria gatta defunta e l'investimento da parte di un'automobile non lo convince. Non ci sono strisciate, lesioni cutanee, non una frattura. Trasporta il corpo in ambulatorio e, basta una radiografia, per capire che le hanno sparato con un fucile da caccia. Il torace è pieno di pallini. Chiama allora la stazione dei carabinieri di S. Sebastiano Curone (Alessandria) e spiega l'accaduto. Se qualcuno pensa che i carabinieri, di fronte alla morte di un gatto, abbiano sempre altro da fare, questo non è certo il caso della stazione di S. Sebastiano Curone. I due agenti giungono prontamente, raccolgono la denuncia e interrogano i vicini di casa. Uno che spara in un paesino a pochi metri dalle abitazioni è pericoloso oltre che privo di senno. In effetti alcuni hanno udito il rumore di un'arma da fuoco, che ha sparato praticamente nel centro del paese, mentre una signora, affacciata alla finestra, ha assistito al tentativo di una Lilì che sbandava, non si reggeva in piedi, eppure gattonava con il respiro affannoso verso chi le avrebbe di sicuro offerto aiuto.Ora la gente di Gremiasco mormora, le autorità stanno indagando, ma, si sa, testimoniare è sempre noioso. Il papà di Giulia e Caterina chiede solo giustizia. D'accordo era solo una micia, ma il pianto di quelle due bambine impone che giustizia sia fatta. Se qualcuno vuole contattare anche anonimamente il Dr. Pedemonte questa è il suo indirizzo e mail: fausto.pedemonte@tele2.it

 

domenica 5 aprile 2009

prov. di Asti: bocconi avvelenati per cani e gatti


IL MONFERRATO
4 APRILE 2009
 
Bocconi avvelenati per cani e gatti
 
Claudio Galletto
 
Moncalvo (AT) - Il periodo è sempre lo stesso come pure la tecnica. Bocconi avvelenati lasciati presumibilmente sul ciglio di strade di campagna, dove possono transitare cani a passeggio. L'obiettivo sembra essere quello di eliminare proprio i cani che escono dai propri recinti e non solo. Lo scorso anno la moria di cani aveva interessato, proprio all'inizio della primavera, quella stessa zona tra Casorzo e Grazzano, individuata con i confini dell'Azienda Faunistica Venatoria locale. Diversi cani ci avevano rimesso la vita, colpevoli solo di essere passati, magari con il padrone a breve distanza, nel punto dove era stato sistemato un boccone letale (in alcuni casi era stato a base di stricnina). Quest'anno gli episodi non solo sembrano solo ripetersi ma intensificarsi. La denuncia viene da diverse famiglie di Grazzano, in particolare abitanti nella zona di Cascine Napoli. In poche settimane sono stati sette i cani improvvisamente morti. E i padroni, decisi a far luce sulla storia, hanno in alcuni casi persino disposto l'autopsia: «È un rischio continuo per i cani ma anche per le persone: basta pensare a cosa potrebbe succedere se il boccone andasse nelle mani di un bambino» avvertono spaventati gli abitanti della zona. Per questo le richieste di aiuto agli enti preposti alla sicurezza si sono moltiplicati. E il sindaco di Grazzano Rosaria Lunghi ha ricevuto numerose segnalazioni in Municipio con richiesta di intervento: «Abbiamo segnalato il caso – spiega il sindaco - al Settore Caccia della Provincia affinché sia al corrente della situazione ed intervenga». Questo è il periodo dei "piccoli" della selvaggina e qualcuno ha ipotizzato che i cani in campagna (nelle zone faunistiche) possano aver dato disturbo magari a chi pratica l'attività venatoria. «Se così fosse si potrebbe pensare alla comminazione di multe per i proprietari dei cani che invadono le aree faunistiche ma non di certo alla pena di morte per il cane» aggiunge il sindaco Lunghi. Ma i casi di Grazzano non sono isolati e non sembrano soltanto legati ai cani. In queste ultime settimane altri animali fra cui gatti sono stati trovati senza vita (senza apparenti cause naturali o di scontri con autovetture) in aperta campagna o nelle vicinanze di abitazioni anche nella zona di Moncalvo e Castelletto Merli. E di fronte a questi casi c'è chi sta meditando alcune soluzioni: ad esempio delle ronde per vigilare su chi frequenta quelle strade e lascia i bocconi avvelenati.
 

prov. di Padova: massacravano i bovini al macello scaricandoli dai tir con una ruspa


MATTINO DI PADOVA
3 APRILE 2009
 
Massacravano i bovini al macello scaricandoli dai tir con una ruspa
 
Paolo Baron
 
CITTADELLA (PD). Sono stati sorpresi a maltrattare alcuni bovini nella stalla di sosta dell'ex mercato di bestiame di Vicenza. Tre autotrasportatori sono stati denunciati dal Nas di Padova per maltrattamenti agli animali. Due di questi risiedono nel Cittadellese.  Si tratta di D.M. di 40 anni e di P.B. di 43 anni. Il terzo - M.B., 39 anni, anch'egli camionista - vive a Modena. Il blitz del Nas è scaturito dopo alcuni esposti che segnalavano, appunto, che sovente i bovini sofferenti venivano caricati ugualmente sui camion, nell'area dell'ex foro boario vicentino, per essere trasportati in qualche macello. Il sospetto dei militari del ministero della Salute è che - trattandosi di animali sofferenti - spesso venivano trasportati in barba alle più semplici norme sanitarie. Quindi macellati abusivamente.  In materia di trasporto di animali, tra l'altro, proprio il ministero della Salute ha adottato ultimamente regole più severe. E' stato il sottosegretario alla Salute Francesca Martini ad emanare nei mesi scorsi alcune circolari per evitare sofferenze inutili agli animali destinati alla macellazione. Sofferenze che poi hanno riflessi pure sulla qualità della carne e quindi direttamente anche sulla salute di chi poi quella carne la compra e la mangia.  In un recente passato, infatti, più di un caso è stato scoperto. Casi pietosi, ma anche pericolosi per la salute pubblica: bovini, ma anche equini e ovini che venivano caricati a forza sui camion (magari attraverso pale meccaniche) e che spesso morivano durante il trasporto. Ed erano tutte bestie prive della regolamentare documentazione.  I militari del Nas hanno scoperto i tre mentre erano intenti a scaricare dai propri camion gli animali. I carabinieri li hanno visti maltrattare i bovini, già affetti da evidenti lesioni, scorticazioni, abrasioni e in stato di sofferenza, malridotti al punto che non riuscivano a stare in piedi. I carabinieri hanno quindi chiamato i veterinari che, giunti sul posto, hanno deciso di abbattere un bovino - viste le condizioni -, e di porne sotto sequestro cautelativo sanitario altri due per tenerli sotto osservazione. L'indagine proseguirà per accertare da quali stalle sono stati prelevati i bovini, tutti e tre sprovvisti di documentazione e certificazione medica.
 

giovedì 2 aprile 2009

prov. di Viterbo: troppi cani randagi. Il sindaco: vanno abbattuti


TUSCIA WEB
2 APRILE 2009
 
Soriano nel Cimino (VT) - Provocatoria proposta del comune per arginare il fenomeno e diminuire le spese
Troppi cani randagi. Il sindaco: vanno abbattuti
 
Soriano nel Cimino (VT) - La "sanguinaria" idea è venuta al sindaco di Soriano nel Cimino, Domenico Tarantino. Preoccupato dalla quantità di randagi nel canile comunale. E soprattutto, dai loro costi di mantenimento.Il Comune di Soriano, infatti, spenderebbe più per i randagi che per gli aiuti alle famiglie in difficoltà. "Dare vitto e alloggio ai senza padrone è costato 110mila euro nel 2009 - afferma il sindaco -. A fronte dei 22mila euro stanziati per le famiglie.Il problema è stato affrontato durante il consiglio comunale straordinario del 25 marzo, che ha approvato all'unanimità una bozza di proposta di legge da inoltrare ai parlamentari viterbesi".La terapia d'urto è rapida e indolore.
Punto primo: accalappiare i randagi e custodirli in appositi canili a spese del ministero della Salute.
Punto secondo: sopprimerli qualora non vengano adottati entro 60 giorni.Il tutto "nella consapevolezza che le persone abbiano più necessità e diritto a una civile e dignitosa sopravvivenza", come spiega il sindaco.Tarantino, però, aggiunge anche che "la richiesta è senza dubbio provocatoria". Una specie di "sassolino gettato nello stagno" per suscitare una reazione ai piani alti."Sarebbe auspicabile - continua il sindaco - provvedere, anche con uno stanziamento di fondi, ad arginare il fenomeno del randagismo, che grava in maniera disastrosa sui già magri bilanci comunali, nonché, di conseguenza, sulla collettività".Intanto, nello stesso consiglio del 25, il Comune ha sbloccato gli incentivi "pro-adozione". Chiunque adotterà un randagio ospite al canile avrà diritto a 250 euro, in due rate. La prima al momento dell'adozione, la seconda trascorso un anno dalla stessa.
 

Friuli Venezia Venezia: dal gatto impiccato ai roghi di bestiole

MESSAGGERO VENETO
1 APRILE 2009
 
Dal gatto impiccato ai roghi di bestiole
 
I precedenti
CRUDELTÀ
(FRIULI VENEZIA GIULIA)
 
Dalle cronache degli ultimi anni in provincia una galleria degli orrori La crudeltà sugli animali non è un fatto isolato. E in provincia questo malcostume ha trovato più volte posto sulle pagine della stampa locale. Bisogna risalire al settembre del 2002 per ritrovare il caso di un gatto barbaramente impiccato a Castello di Maniago. Un gesto di credulità che tradiva un odio ben più radicato dal momento che, accanto all'animale, è stato lasciato un pezzo di carta con scritto "Prima il gatto e poi il padrone". Qualche mese più tardi, lungo la strada dei Magredi a Cordenons, è stato rinvenuto un cane, in un sacchetto, a cui qualcuno ha dato fuoco. Sempre a Cordenons, nel 2004, un cittadino straniero è stato denunciato per maltrattamenti: lavorando tutto il giorno lasciava un cucciolo di cane rinchiuso in una gabbia nel terrazzo, sotto il sole e senza acqua. Due anni più tardi, nel 2004, a Polcenigo un 34enne ha preso a coltellate il suo labrador ferendolo a morte e, come niente fosse, dopo l'uccisione ha lasciato il corpo in casa e se ne è andato a lavorare. Accanto ad episodi cruenti ci sono quelli che si ripetono da sempre: l'abbandono dei cuccioli subito dopo la nascita. Nel 2007 a Fontanafredda, una signora ha ritrovato quattro cuccioli di cane chiusi in un sacchetto e abbandonati in un cespuglio. L'intervento provvidenziale della donna ha consentito loro di sopravvivere. I maltrattamenti a danno degli animali si manifestano anche in altri modi. Un episodio difficile da dimenticare è quello verificatosi, sempre nel 2007, via "posta". Un pordenonese si era fatto spedire tramite pacco sigillato – solo un piccolo spiraglio per far passare l'aria – 20 tartarughe d'acqua. "Contiene rocce" c'era scritto sul pacco, un'indicazione evidentemente poco attendibile. Grazie alla segnalazione dell'ufficio centrale delle Poste al corpo forestale di Brescia, gli animali erano stati salvati e i responsabili dello "scambio" denunciati. L'elenco degli orrori prosegue, nel 2008, con il ritrovamento di un cane, chiuso in un sacchetto, nei pressi dell'interporto; con la scoperta di cinque cuccioli di Beagle – disidratati e in condizioni igieniche precarie nonché senza documenti sanitari – trovati dalla polizia stradale in un furgone rumeno. Arrivando al 2009, prima del gesto crudele dei due fidanzati di Azzano Decimo, va registrata una denuncia anonima ad Aviano. In un manifestino, appeso alla bacheca di un centro commerciale a febbraio, è stato segnalato un militare americano – con tanto di numero di telefono – colpevole, secondo l'accusatore, di lasciar morire il suo cane.

mercoledì 1 aprile 2009

Alla Camera l'Udc: "Abbatterli" - mandate lettere di protesta

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si legge:

ll progetto di legge. Soppressione per i cani "vaganti ritrovati, catturati o comunque ricoverati presso strutture (…) nel caso in cui si verifichino situazioni caratterizzate da comprovata pericolosità". Questa la norma centrale dell'iniziativa legislativa di Giuseppe Drago e Anna Teresa Formisano, due deputati dell'Udc"

From: "Sicilia Animalista" <sicilianimalista@yahoo.it>

Incredibile!!!!
 
Nel Ragusano progetto pilota
Alla Camera l'Udc: "Abbatterli"

http://www.livesicilia.it/2009/03/31/nel-ragusano-progetto-pilota-alla-camera-ludc-abbatterli/
 
Per protestare:

Roma in Via Due Macelli 66 (c.a.p. 00187)
nei pressi di Piazza di Spagna.
Tel 06 69791001/2/3 - fax 06 6791574
E-mail