7 APRILE 2009
Massacrano un gatto a colpi di fucile
GREMIASCO (AL). Spari in pieno giorno nel centro paese: qualcuno ha preso un fucile ed ha sparato al gatto del medico del paese, Fausto Pedemonte, uccidendolo. L'animale in fin di vita, ha avuto la forza di ritornare verso casa, andando a morire fra le braccia delle sue padroncine, due bambine di 9 ed 11 anni, figlie del dottore. L'episodio si è verificato l'altro giorno, poco dopo le
LIBERO
8 APRILE 2009
Lilì la gattina impallinata una crudele uccisione senza movente nè reo
Oscar Grazioli
"Hai visto Lilì ?" chiede Giulia alla sorellina Caterina. Caterina ci pensa qualche secondo. "No, in effetti è tutta mattina che non si vede. "Strano ribatte Giulia, mai successo in quattro anni. Andiamo dare un'occhiata che non sia rimasta chiusa in qualche armadio, come l'ultima volta". Rapida ma efficiente perlustrazione della casa. I gatti, come noto, s'infilano nei posti più strani e, per motivi che solo nelle loro menti hanno un significato, non rispondono ad alcuna chiamata. Tranne a una normalmente. Il rumore delle crocchette. Le sorelline agitano il sacchetto con vigore, ma Lilì non si fa vedere. Capiscono che la situazione è seria. Di solito, anche quando esce di casa, non si allontana molto e il suo udito finissimo, percepisce il "crocchiare" del cibo secco a centinaia di metri. Cominciano a perlustrare i dintorni della casa. Nessun segno. Poi, prendono la strada che va verso il centro e subito, dopo pochi metri, è Giulia che vede, per prima, qualcosa sul ciglio. "No, non sarà lei…". E invece è proprio lei. Le bambine non capiscono bene se respiri ancora e il papà gli ha insegnato a non sollevare mai il corpo di un animale o di un uomo gravemente ferito, perché si possono aggravare i danni già esistenti. D'altronde il papà è un veterinario, quindi fonte autorevole in quel campo E' Caterina che chiama piangendo con il cellulare. "State ferme lì, arrivo subito". Pochi minuti e papà scende dall'auto. Si accorge immediatamente che Lilì è morta. Il piccolo corteo funebre si dirige verso casa. Il dottor Pedemonte esamina la propria gatta defunta e l'investimento da parte di un'automobile non lo convince. Non ci sono strisciate, lesioni cutanee, non una frattura. Trasporta il corpo in ambulatorio e, basta una radiografia, per capire che le hanno sparato con un fucile da caccia. Il torace è pieno di pallini. Chiama allora la stazione dei carabinieri di S. Sebastiano Curone (Alessandria) e spiega l'accaduto. Se qualcuno pensa che i carabinieri, di fronte alla morte di un gatto, abbiano sempre altro da fare, questo non è certo il caso della stazione di S. Sebastiano Curone. I due agenti giungono prontamente, raccolgono la denuncia e interrogano i vicini di casa. Uno che spara in un paesino a pochi metri dalle abitazioni è pericoloso oltre che privo di senno. In effetti alcuni hanno udito il rumore di un'arma da fuoco, che ha sparato praticamente nel centro del paese, mentre una signora, affacciata alla finestra, ha assistito al tentativo di una Lilì che sbandava, non si reggeva in piedi, eppure gattonava con il respiro affannoso verso chi le avrebbe di sicuro offerto aiuto.Ora la gente di Gremiasco mormora, le autorità stanno indagando, ma, si sa, testimoniare è sempre noioso. Il papà di Giulia e Caterina chiede solo giustizia. D'accordo era solo una micia, ma il pianto di quelle due bambine impone che giustizia sia fatta. Se qualcuno vuole contattare anche anonimamente il Dr. Pedemonte questa è il suo indirizzo e mail: fausto.pedemonte@tele2.it
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