Cattiveria e crudeltà delle anime nere di tutta Italia

In questo blog potrai leggere e vedere le immagini della crudeltà e della cattiveria umana .
Da Nord a Sud, isole comprese, una passerella di azioni vergognose, criminali, inumane, un repertorio di incuria, freddezza, avidità e ruberia.
La bassezza d'animo dell'essere umano viene portata alla luce.
Tutto compiuto contro creature deboli ed indifese, senza tutela reale e spesso ridotte senza dignità.
Quando decidi di andare in vacanza, scegli il tuo luogo di villeggiatura anche con questo parametro :
chi abita in questo posto ?

Al cuore del problema

Ogni anno migliaia di cani vengono introdotti nei canili esistenti nel nostro Paese. Nei canili migliori solo alcuni riacquistano dignità attraverso l'adozione. In altri li aspettano malattie, sbranamenti o comunque la fine naturale della vita trascorsa dietro le sbarre. Il tutto con costi altissimi per le amministrazioni. Aiutateci a dire basta. Il fenomeno del randagismo si può controllare e sconfiggere.


COSA DICE LA LEGGE:
Secondo la normativa vigente i sindaci sono responsabili per i cani vaganti nel territorio del Comune che amministrano.

Al fine di curare i cani presenti nel suo territorio, i Comuni ricevono finanziamenti da parte dello Stato centrale (pagati da noi cittadini mediante le tasse) per cui gli stessi sono tenuti a predisporre le strutture per risolvere il problema del randagismo e a finanziarle con i denari a ciò destinati.


LA SOLUZIONE MIGLIORE:
Le Associazioni senza scopo di lucro costituiscono i migliori soggetti per la gestione del canile in quanto, agendo senza scopo di lucro, danno maggiori garanzie sul fatto che i denari ad esse corrisposti dal Comune siano effettivamente destinati alla migliore cura del cane.


QUELLO CHE ACCADE NORMALMENTE:
L'affidamento ai gestori privati è invece assai pericoloso in quanto gran parte degli stessi sono tentati dal non garantire buone condizioni di vita o la stessa sopravvivenza dei cani ospitati nel canile al fine di massimizzare i guadagni.

A mero titolo di esempio, vi segnaliamo che sono numerosi i Comuni che hanno stipulato convenzioni con gestori privati per l'affidamento agli stessi della gestione dei canili a seguito di gare di appalto vinte con aste fortemente al ribasso. Sono numerosi gli esempi di gestori che hanno vinto con offerte che prevedano il mantenimento del cane per soli 70 centesimi di euro al giorno! 70 centesimi con cui il gestore dovrebbe pagare il cibo per il cane, le cure mediche, parte delle spese di gestione (operai, luce, acqua etc.) e, addirittura, ricavarci qualcosa per vivere.

Appare del tutto evidente, quindi, che in tali casi il benessere del cane non potrà di certo essere garantito.


IL BUSINESS DEL RANDAGISMO: 500 MILIONI DI EURO ALL'ANNO
Parecchi imprenditori privati hanno nella gestione dei canili una vera miniera d'oro. Si tratta spesso di delinquenti o persone senza scrupoli capaci di creare importanti connivenze con istituzioni che dovrebbero controllare.

Il business del randagismo in Italia genera un fatturato annuale di circa 500 milioni di Euro. 500 milioni di euro pagati dai contribuenti che spesso sono oggetto di vere e proprie truffe da parte dei gestori ai danni dei Comuni e, quindi, di chi paga le tasse.


IL CUORE DEL PROBLEMA:
Nella maggioranza dei Comuni poi la domanda d'ingresso dei cani supera largamente l'offerta di posti in canile, con la conseguenza che per ogni cane morto o fatto adottare, sono pronte altre due richieste di accalappiamento e che chi volesse speculare riesce a percepire sempre e comunque il suo guadagno su un numero garantito di cani. Alla minima spesa sul singolo animale corrisponde il massimo guadagno in termini di utile.

Così che si assiste spesso ad insufficienza di personale, mancanza di lavoratori qualificati, minimi spazi nei box, in cui i cani superano il numero di 3 animali, arrivando anche ad essere 15 o più, senza tenere in alcun conto la loro compatibilità (la prima causa di morte in canile è lo sbranamento!!!!).

Per non parlare delle speculazioni che si realizzano attraverso l'accalappiamento degli animali e lo smaltimento delle loro carcasse che crea un circolo vizioso per cui prima muore un cane prima si guadagna sullo smaltimento della sua carcassa e sull'accalappiamento del nuovo cane che lo sostituisce.


LA CONNIVENZA:
Altro fenomeno che acuisce il problema è la forte connivenza tra chi dovrebbe controllare e chi è controllato. Accade sovente nei Comuni più piccoli (ma non solo) che il Sindaco (che affida la gestione del canile), i responsabili della ASL (preposti al controllo) e il gestore del canile (colui che dovrebbe essere controllato) siano amici, compagni di merende o, addirittura, parenti.

Appare evidente come in queste situazioni sia realmente impossibile far rispettare la legge e far garantire il benessere dei cani ospitati nei canili.


LA SOLUZIONE:
Ciò non accadrebbe se i Comuni provvedessero come per legge alla costruzione e risanamento delle proprie strutture e soprattutto ne affidassero la gestione ad Associazioni di volontariato senza scopo di lucro, che diano garanzie di controllo, di apertura al pubblico e di trattamento secondo parametri di benessere misurabili molto elevati.

L'ACL – Associazione Canili Lazio Onlus da anni combatte il fenomeno del randagismo. Perché il canile deve essere un punto di partenza per una nuova vita alla quale arrivare attraverso l'adozione e non un punto di arrivo in cui morire.

Abbandono : condanna a morte

Abbandono  : condanna a morte

venerdì 30 aprile 2010

Roma - Presto ci sarà una task-force che si occuperà dei canili lager

\"Presto ci sarà una task-force che si occuperà dei canili lager\".
Così il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, annuncia battaglia al maltrattamento degli animali, nel corso di una conferenza sul patentino, il percorso formativo, per i buoni proprietari di cani, oggi al ministero a Roma.

\"Sono ancora troppe - aggiunge Martini - le situazioni di degrado\". E ormai spesso, osserva, ci sono ambiti \"in cui i canili sono diventati forme di business. Mentre per aprire un canile bisogna essere consapevoli che si va incontro a una responsabilità etica, sanitaria e normativa\". E anche quando i comuni intervengono, prosegue il sottosegretario, spesso \"succede che lasciano i cani all\`interno dei canili non sapendo dove metterli\" e in attesa di trovare soluzioni diverse.
Contro il maltrattamento degli animali e il randagismo, \"dobbiamo essere insieme con le forze dell\`ordine, i Nas, e il Corpo forestale dello stato. Ma anche con le procure vogliamo lavorare contro il degrado, per esempio dei canili\". Questo perchè, conclude Martini, \"i cittadini sono molto sensibili a queste tematiche\".

Arriva il patentino per i proprietari di cani

Il patentino per i proprietari dei cani, e il relativo percorso formativo per ottenerlo, è «un\`opportunità di crescita civile che consente di avere proprietari più responsabili e cani educati», oltre che aiutare a «combattere il randagismo».
Questo il pensiero del sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, nel corso di un incontro, oggi al ministero - con associazioni, medici veterinari, l\`Anci e l\`associazione dei piccoli comuni - per fare il punto della situazione - a poco più di quattro mesi dalla pubblicazione in Gazzeta ufficiale - sul cosìdetto \`patentinò, il percorso formativo, per i proprietari di cani. Per l\`attuazione della formazione, che «non è una proposta ma una legge - osserva Martini - il ministero esce dal palazzo e sta con i cittadini: oggi è iniziato un dialogo.

Il patentino funziona, spiega, dove già ci sono «virtuosità, come per esempio a Perugia e a Milano». Inoltre, un percorso del genere - osserva Martini - «combatte anche il deprecabile fenomeno del randagismo e dei canili lager».
«Il patentino servirà ai proprietari di cani per meglio capire la relazione uomo-cane e imparare a essere oltre che dei buoni cittadini anche dei buoni proprietari».

giovedì 29 aprile 2010

Foggia, mais avvelenato, moria di uccelli


LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

28 APRILE 2010

Foggia, strana morìa di uccelli
Allarme per mais avvelenato

FOGGIA - I vigili del Corpo di polizia municipale e gli esperti del servizio veterinario della Asl di Foggia sono impegnati in una operazione diretta a coordinare la rimozione di numerosi uccelli, per lo più piccioni, morti forse dopo aver ingerito mais verosimilmente avvelenato e trovati in serata in aiuole e giardini pubblici della città. Finora sono stati recuperati una cinquantina di uccelli morti. In una nota, in particolare, il Comune raccomanda di evitare contatti con chicchi di mais sparsi in alcune aiuole e giardini della città dove sono stati trovati numerosi uccelli morti o moribondi. Le zone, non attigue tra loro, sono quelle di corso Roma, via Caracciolo, via Zappetta e piazza Padre Pio. Si ipotizza che i chicchi di mais possano essere stati avvelenati. L'allarme sanitario è scattato dopo numerose segnalazioni giunte da parte di cittadini. Il Comune ha allertato anche le forze dell?ordine, perchè vengano avviate le indagini dirette ad individuare eventuali responsabili, e gli operatori dell?Amica per l?attività di rimozione del mais e di bonifica del terreno. Il Comune raccomanda particolare attenzione e prudenza per i bambini e gli animali domestici.

La balena nel sushi: storia di un contrabbando internazionale


TERRANAUTA
29 APRILE 2010
La balena nel sushi: storia di un contrabbando internazionale
Un team di ricercatori americani ha svelato che il pesce venduto da un ristorante in California è in realtà carne di balena; stesso risultato per un sushi-bar a Seoul. Ƞemerso così un traffico internazionale di balene cacciate in Giappone con scopi ufficialmente scientifici.
ANDREA DEGL'INNOCENTI
Gli amanti del sushi e del sashimi sono avvertiti. Quella strisciolina di pesce crudo adagiata su un letto di ravanelli tritati o inserita dentro una pallina di riso ? che più plausibilmente ci immaginiamo provenire dal tenero filetto di un salmone o di un branzino, al massimo di un tonno ? potrebbe essere carne di balena. Detta così la notizia può quasi far sorridere, come spesso lo fa l'accostare il molto grande al molto piccolo. Ma dietro di essa si delinea una storia tutt'altro che comica, di trattati internazionali violati, commerci illegali e rischi di estinzione sempre più concreti.La notizia risale a qualche giorno fa. Un team di ricercatori dell'Oregon State University guidato dal biologo molecolare statunitense Scott Baker ha analizzato il dna del pesce servito in un piatto di sashimi del ristorante The Hump di Santa Monica, California, considerato un tempio della cucina nipponica.A fornire il campione per le analisi è stato Louie Psihoyos, regista del documentario premio oscar The Cove, contro lo sterminio dei delfini in Giappone. Il regista, recatosi al ristorante, si è finto un comune avventore ed ha ordinato il piatto dello chef, per 600 dollari, per poi inviarlo ai ricercatori. Un esperimento simile è stato condotto a Seoul per ben due volte nello stesso ristorante. Le analisi hanno riportato in tutti e tre i casi che si trattava di carne di balena provenienti dal Giappone. Quella del ristorante di Santa Monica apparteneva ad una Balenottera boreale; la carne acquistata al sushi-bar di Seoul ? tredici porzioni in tutto ? proveniva in parte da una Balenottera minore dell'Antartico, in parte da una Balenottera boreale, da una Balenottera minore del Nord-Atlantico, da una Balenottera comune e infine da un Delfino di Risso.Si tratta di specie protette, il cui commercio internazionale è stato dichiarato illegale nel 1986 dall'International Whaling Commission. Alla base del reato sarebbe il discusso Scientific Whaling Programme, una sorta di deroga alla moratoria dell'86 che consente al Giappone di cacciare la balena per scopi esclusivamente scientifici.Con la scusa di raccogliere informazioni sul comportamento e i numeri delle popolazioni delle balene, in Giappone si sterminano fino a 1000 balene all'anno, la cui carne è poi venduta nel mercato interno, affinch頮on vada sprecata. La scoperta di questo traffico internazionale rende però sempre più evidenti le vere ragioni, di carattere economico, che sottendono al programma.Contro questo genere di commercio si sono mossi in molti per ridurre o eliminare l'anomalia giapponese ? gli altri due paesi al mondo che consentono la caccia alla balena, la Russia e l'Islanda, ne fanno un uso molto più limitato. Dall'Australia è giunta la proposta di sfidare il programma scientifico e bandire definitivamente la caccia alle balene. L'attivista Peter Bethune sta scontando 15 anni in un carcere giapponese per aver ostacolato una baleniera che in seguito l'ha ripetutamente speronato.Molto più controversa invece la proposta avanzata dal delegato neozelandese Geoffrey Palmer, che ha suggerito un ritorno alla caccia commerciale alle balene in cambio della diminuzione del numero complessivo di balene uccise. Tale proposta consentirebbe di proseguire la caccia ai cetacei, ma sottoporrebbe la stessa al controllo dell'IWC, sottraendolo ai vari programmi nazionali. Di fatto però una politica del ?limitare i danni? non sembra accontentare nessuno, a partire dalle balene, la cui sopravvivenza sul pianeta appare sempre più a rischio. Non scordiamoci, poi, che un'attività come il whale-watching è fonte di guadagni consistenti per molte piccole isole del Pacifico. In Tonga la balena fa affluire nelle casse statali più di 20 mila dollari neozelandesi all'anno, oltre un milione nel corso della sua vita. Per questa ragione il Re Taufa'ahau Tupou IV ha vietato la caccia alle balene con un decreto reale nel 1978. Una volta tanto le balene possono rivelarsi un ottimo affare. Nel mare, non nel piatto.

mercoledì 28 aprile 2010

Ancona: contributi ai pensionati per sterilizzare i gatti

CORRIERE ADRIATICO
28 APRILE 2010
La Provincia presenta la campagna ?Sei zampe dal veterinario?
Contributi ai pensionati per sterilizzare i gatti
Ancona A poco più di un anno dall?attivazione del sito dedicato agli animali d?affezione, la Provincia parte con un altro progetto destinato agli amici a quattro zampe, anzi per dirla tutta le zampe in questo caso specifico diventano sei. Per incentivare le sterilizzazioni dei gatti di proprietà, per contrare il randagismo e l?abbandono, aiutando nel contempo chi pur amando gli animali ha poche risorse (leggi una pensione minima) l?ente propone degli interventi a ?tariffe speciali?, concordate con sedici veterinari distribuiti su tutto il territorio. Grazie a questa iniziativa, fortemente voluta dall?assessore agli Animali da affezione Marcello Mariani, una gatta potrà essere sterilizzata con 49 euro, mentre operare un maschio costerà 28 euro. ?E? solo un primo passo ? spiega Mariani ? per adesso la categoria coinvolta è quella dei pensionati, poi in seguito contiamo di allargare le fasce interessate a queste agevolazioni. L?importante è iniziare e capire che la sterilizzazione aiuta i gatti domestici a vivere meglio e più a lungo ed evita gli abbandoni di femmine gravide o di cucciolate destinate nel migliore dei casi alla difficile e pericolosa vita in colonia?.
Insomma un aiuto ai mici di casa, ma anche un piccolo sostegno a chi ha scelto di condividere la propria quotidianità con un amico felino. ?Per molti anziani ? prosegue l?Assessore ? l?animale è una presenza importante, ma a volte la spesa per il veterinario può essere un vero problema e il progetto va in questa direzione. Stiamo lavorando anche su altre idee sempre a proposito di terza età ed animali, pet therapy ovviamente, ma anche accordi specifici con le case di riposo in modo che l?ospite possa portare con s頩l suo cane o il suo gatto, perch頩l distacco è spesso un grosso trauma?. Nel pieghevole realizzato dalla Provincia per pubblicizzare l?iniziativa sono raccolte anche moltissime informazioni pratiche sulla sterilizzazione che, secondo il medico veterinario Marcello Muller è ?un atto di responsabilità nei confronti del proprio animale? e sulla quale ?vanno sfatate alcune leggende e numerosi pregiudizi?. ?Il gatto ? chiarisce Muller ? non ingrassa, se alimentato normalmente, non cambia carattere e la femmina non deve partorire almeno una volta nella sua vita, questa è una favola che produce migliaia di cuccioli destinati a morire?. Il materiale informativo (tariffe e veterinari aderenti) è disponibile sul sito www.fidomicio.provincia.ancona.it ma può anche essere richiesto agli uffici della Provincia in via Menicucci (telefono 071.5894421).

Avvistato all'Asinara un delfino con un arpione conficcato in testa

LA NUOVA SARDEGNA
27 APRILE 2010
Avvistato all'Asinara un delfino con un arpione conficcato in testa
Gavino Masia
PORTO TORRES (SS). I ricercatori del Cts, durante le attività di ricerca scientifica e monitoraggio della popolazione di tursiope, hanno avvistato un giovane esemplare di delfino colpito da un?asta di fucile all?altezza della testa, sul lato destro. L?avvistamento risale a sabato mattina e ora gli esperti del Centro turistico studentescom con base all?Asinara, temono che la ferita possa avere esiti fatali per il cetaceo. I ricercatori, considerando l?angolazione dell?asta, suppongono che questa sia profondamente conficcata nel tessuto muscolare e non semplicemente inserita nel tessuto cutaneo. Ciò riduce ovviamente le possibilità di sopravvivenza dell?animale, e conferma che questi mammiferi sono a rischio di estinzione proprio a causa delle sempre maggiori invasive attività umane. Un gesto incomprensibile da parte di un pescatore subacqueo visto che tutte le specie di delfini non rientrano fra quelle cacciabili. Un?agguato al tursiope che fa il paio con la recente uccisione di un delfino maschio di duecentocinquanta chilogrammi, ammazzato con otto colpi di fucile caricato a pallettoni, davanti alle spiagge di Siniscola. Il delfino era stato centrato dalle fucilate, probabilmente esplose da qualcuno che si trovava a bordo di un peschereccio, andando poi a spiaggiarsi e morire sul bagnasciuga di ?Confetti?. I pescatori, infatti, da sempre denunciano le incursioni dei delfini all?interno delle reti da posta dove fanno man bassa di specie pregiate, come le triglie. Incursioni che finiscono per danneggiare anche le attrezzature da pesca. Per il delfino ferito nelle acque dell?Asinara, invece, c?è l?appello da parte del centro Cts dell?Asinara: chiunque avvistasse l?animale ferito è pregato di informare lo staff del Parco o gli operatori del Centro recupero tartarughe marine.

prov. di Lodi: gatto impallinato nel giardino di casa

IL CITTADINO
28 APRILE 2010
Orio, gatto impallinato nel giardino di casa: nemmeno i Ris di Parma chiariscono il giallo
Carlo Catena
Orio (LO) - Gatto impallinato con una carabina ad aria compressa a Orio Litta, entrano in scena i Ris di Parma: questo il colpo di scena del processo che vede un trentenne residente in paese accusato di maltrattamento di animali, denunciato da un vicino di casa che si era ritrovato il micio ferito da un proiettile di piombo di piccolo calibro. I fatti risalgono al 2006, ma in questi giorni in tribunale a Lodi sono cominciati a sfilare i primi testimoni dell?accusa e la prossima udienza si terrà solamente in ottobre. Un giorno d?estate, P.P., queste le iniziali dell?uomo che aveva presentato denuncia ai carabinieri, sostiene di aver sentito uno sparo e di aver visto il proprio gatto scappare di corsa. Questo episodio, è emerso ieri dalla deposizione di un terzo vicino di casa, testimone parziale del fatto, sarebbe stato accompagnato da una frase, ?Ti ho visto, ti ho visto?, pronunciata dalla vittima (o meglio, dal suo proprietario) nei confronti del dirimpettaio 30enne. Dopo quel fatto, il micio sarebbe scomparso per alcuni giorni, per ritornare poi con un buco nella pelle, che un veterinario di Codogno ha ricondotto a un foro di proiettile. Il professionista ha anche sottoposto il gatto a un intervento chirurgico per l?estrazione dell?ogiva, che il proprietario del gatto ha consegnato ai carabinieri di Orio Litta, come allegato del verbale della denuncia in cui indicava il vicino di casa, P.C., appassionato cacciatore come il padre, come uno dei sospettati per il ferimento dell?animale. Così i carabinieri di Orio si sono presentati dai cacciatori, hanno trovato due carabine ad aria compressa e, per allontanare ogni rischio di errore giudiziario, hanno affidato le armi, regolarmente denunciate, e il proiettile agli specialisti di balistica del Ris di Parma. Ieri in tribunale uno dei militari ha riferito il contenuto della relazione del reparto scientifico: il proiettile è dello stesso tipo che può essere sparato da quelle armi ed effettivamente a una distanza di qualche decine di metri una carabina di quel tipo può ferire o uccidere un piccolo animale. Ma non sono armi a canna rigata, per cui le prove di tiro effettuate dai Ris non hanno portato a determinare con certezza che il proiettile che ha ferito il gatto provenisse da uno di quei fucili. Il 30enne si professa però innocente, e per questo vuole affrontare fino in fondo il processo. In caso di condanna rischia un minimo di 3 mesi di carcere e una multa, ?ma non vi è alcuna prova che sia stato lui a sparare?, sostiene l?avvocato Stefanina Losi di Piacenza, che difende il giovane cacciatore.

prov. di BG: un cappio al collo e una gatta appesa

BERGAMO NEWS

27 APRILE 2010

Almenno San Bartolomeo (BG) - Un cappio al collo e una gatta appesa: salvata per un soffio. Lo denuncia l'Enpa ricordando che un caso simile, finito però in maniera peggiore col gatto morto, era successo all'inizio del mese.

Un altro gatto impiccato: è allarme

Almenno San Bartolomeo (BG) - Un cappio al collo e una gatta appesa: salvata per un soffio. E' successo ad Almenno San Bartolomeo, come denuncia l'Enpa (Ente per la protezione animali) ricordando che un caso simile, finito però in maniera peggiore col gatto morto, era già successo nello stesso paese all'inizio del mese. Lunedì 26 aprile il bis: i proprietari della gatta e i loro vicini di casa nella zona delle cascine in via Bachelet hanno sentito i miagolii strazianti dell'animale e sono accorsi in tempo per vedere e fotografarne l'agonia. Ma sopratutto per salvarla.
I carabinieri di Almenno San Salvatore e la polizia locale di Almenno San Bartolomeo, chiamati sul posto, hanno assistito alla liberazione, ma, come nel primo caso, non hanno sequestrato il cappio, spiega l'Enpa che aveva già presentato un esposto in Procura in occasione del primo reato e aveva informato la Prefettura, la stazione dei carabinieri di Almenno San Salvatore e il sindaco.
Se lo troveranno, l'autore del gesto rischia una pena fino a un anno di carcere.
Intanto l'Enpa invita i cittadini a scrivere al sindaco: info@comune.almennosanbartolomeo.bergamo.it.

prov. di Arezzo: strage di gatti con le esche avvelenate

CORRIERE DI AREZZO
27 APRILE 2010
San Giovanni - Strage di gatti con le esche avvelenate.
La denuncia parte dalla presidente dell?associazione Pro Natura. Uccisi 16 felini di una colonia con un mix di sostanze tossiche.
Michele Bossini
Provincia di Arezzo - Strage di gatti a San Giovanni. A denunciarla è Barbara Gori, presidente della sezione valdarnese dell'associazione Pro-natura, che da un paio d'anni opera in Valdarno prendendosi cura soprattutto dei felini. Il fatto è avvenuto nella colonia felina di via Milano, regolarmente sterilizzata, censita e registrata, dove alcuni bocconi avvelenati sparsi ad arte da alcuni nemici degli animali hanno portato alla morte di ben sedici dei venti gatti che facevano parte della colonia. "E' circa un mese che i nostri volontari presso le casine-riparo di quella zona hanno trovati gatti morti o moribondi che poi, nonostante la corsa dal veterinario - dice Gori - non ce l'hanno fatta. Dall'autopsia è emerso chiaramente che sono morti per avvelenamento: il referto è stato trasmesso alla Asl e ai Carabinieri per la denuncia. Maltrattare e uccidere animali è un reato penale". Dalle prime analisi sembra che a uccidere le bestiole sia stato un mix di sostanze tossiche e che la morte non sia sopraggiunta rapidamente, ma fra atroci sofferenze. "Al momento la denuncia è contro ignoti - precisa Gori - perch頡ttendiamo gli esiti delle analisi tossicologiche. Comunque i nostri volontari hanno riconosciuto una persona mentre spargeva i bocconi avvelenati e procederemo con la denuncia. Sono veramente inorridita - termina - da una azione di vigliaccheria tale e spero che i responsabili vengano identificati al più presto". Le recenti norme contro il maltrattamento degli animali prevedono, contro chi dissemina bocconi avvelenati, punizioni severe e si rischiano sanzioni pecuniarie fino 10.000 euro e il carcere da tre ai dodici mesi. La Pro Natura Valdarno intende portare questa sua battaglia fino in fondo e non lascerà niente di intentato, affinch頩 responsabili di una strage del genere non riescano a farla franca. Chi non è capace di amare gli animali non è capace di amare nemmeno le persone recitava un vecchio adagio ed è triste che si registrino atti del genere e si faccia ricorso ad armi subdole come i bocconi avvelenati, dai quali un gatto non si può difendere. Una strage che non può restare impunita. E non è un battaglia animalista ma semplicemente una battaglia di civiltà.

Cremona - Cani uccisi: ecco le cause di morte degli animali esaminati

Somministrazione di Pentothal Sodium senza alcuna necessità, crudeltà, violenze e torture sugli animali, falsità sui certificati di morte. Di questo ed altro parla la perizia del dottor Rosario Fico, dell\`Istituto Zooprofilattico di Grosseto, l\`esperto incaricato dal giudice Clementina Forleo di eseguire l\`autopsia sulle 32 carcasse di cani e gatti sequestrate il 3 marzo dello scorso anno dai carabinieri del Nas dalle celle frigorifere del canile di Cremona. Sarà lo stesso responsabile dell\`Unità specialistica di medicina forense veterinaria, il 18 maggio prossimo, ad illustrare al giudice Pierpaolo Beluzzi le cause della morte di ciascuno dei 32 animali esaminati (25 cani e 7 gatti), tutti ospiti della struttura comunale di via Casello. 12 cani su 25, secondo i risultati della perizia, sono stati uccisi con il farmaco anestetico Pentothal Sodium «senza che vi fosse necessità».

Lo stesso medicinale, usato nell\`induzione dell\`anestesia generale, è stato somministrato, sempre senza motivo, anche su 2 dei 7 gatti che il perito ha esaminato. I 12 cani e i 2 gatti uccisi, in sostanza, non erano affetti da patologie tali da giustificare la loro soppressione. Tracce di Pentothal Sodium sono state trovate nel fegato degli animali, scelto come «organo d\`elezione per la ricerca post mortem di molecole dei 2 farmaci» (Pentothal e Tanax). «Il che vuol dire», è scritto nella relazione, «che ad alcuni animali esaminati possono essere stati stati comunque somministrati i farmaci in questione, ma per vari motivi, ad esempio il tempo intercorso tra l\`iniezione e il blocco cardiaco, o un dosaggio troppo basso del farmaco, la quantità di sostanza presente nel fegato era al di sotto del limite di rilevabilità del metodo». Il dottor Fico, nelle autopsie, ha quindi considerato tutti gli animali che riportavano valori di medicinali "killer" superiori a 3,7 mg/kg per il Tanax e 4,2 mg/kg per il Pentotal. Questi valori, per l\`esperto hanno dato la certezza assoluta della somministrazione della sostanza.

«La corretta applicazione dell\`eutanasia (morte dolce)» spiega nella perizia il dottor Fico, «prevede la perdita di coscienza seguita dall\`arresto cardio circolatorio e dalla perdita delle funzioni cerebrali. Una buona tecnica deve minimizzare il dolore, lo stress e l\`ansia che gli animali possono provare». Tutto ciò, per l\`esperto, non è avvenuto nel caso del canile di Cremona. «Il Pentothal, qui utilizzato per la soppressione» è spiegato nella perizia, «è un farmaco registrato per l\`induzione dell\`anestesia generale da mantenere con anestetici gassosi, oppure per l\`anestesia generale di breve durata (10, 20 minuti). In un protocollo di eutanasia, l\`uso del Pentothal è previsto solo come anestetico profondo da somministrazione prima dell\`iniezione letale di Tanax, e non come farmaco esclusivo per causare la morte dell\`animale. Il Pentothal non è un farmaco registrato come eutanasico, e pertanto averlo usato a tale scopo non è legittimo. Negli animali ai quali è stato somministrato il Pentothal non sono risultate essere in atto, al momento della morte, patologie tali da giustificare la loro soppressione. Pertanto gli animali sono stati soppressi, sia in violazione della normativa vigente che per quanto riguarda la mancanza di requisiti di legge».

In molti casi, dunque, cani e gatti sono stati uccisi «senza una motivazione legittima e dopo aver subito un traumatico contenimento fisico». «Alcuni animali soppressi con il Pentothal » è scritto nella perizia, «presentano lesioni e traumi sottocutanei localizzati alle estremità di tutti e quattro gli arti, compatibili con il tentativo di legarli nel forzato contenimento fisico, pare con l\`uso di corde o cappi appena prima dell\`iniezione letale. L\`immobilizzazione fisica è stata violenta, tanto da causare ecchimosi, ematomi ed emorragie in gran parte della superficie degli animali appena prima della loro morte». Un cane, addirittura, è morto in seguito alla «conseguenza di un tentativo di contenimento fisico effettuato con violenza». «In questo caso» secondo l\`esperto, «probabilmente l\`animale è morto per lo choc prima che gli venisse praticata l\`iniezione letale». 5 cani, invece, sono morti «in conseguenza dello choc determinato da profonde ferite inferte da altri cani».

Tra questi, anche un cucciolo morto sbranato. Di episodi di aggressioni tra animali avevano parlato anche le volontarie, che a suo tempo, sentite in sede di indagine, avevano raccontato raccapriccianti episodi di animali di piccola taglia, anche cuccioli, sbranati da altri di grosse dimensioni dopo essere stati messi insieme nei recinti. «Altri cani» è scritto nella relazione, «sono morti nel tentativo di divincolarsi dai lacci, rimanendone vittime». Non solo: nella perizia si parla anche di certificati di morte che raccontano di animali deceduti «in stato comatoso in seguito ad ictus». Una causa, questa, smentita dall\`autopsia di Fico, nella quale «l\`esame necroscopico non ha evidenziato alcuna lesione al cervello». «E\` quindi evidente» conclude l\`esperto, «che è stato dichiarato il falso sulle cause di morte di alcuni animali». Nell\`eventuale processo, la Lega Nazionale per la Difesa del Cane, rappresentata dall\`avvocato del foro di Milano Gianluca Scagliotti, ha già fatto sapere di avere intenzione di costituirsi parte civile.

Napoli - Sepolti vivi, cani salvati da vigili

Nove cuccioli indifesi, sepolti nella tana scavata sotto una scarpata. L'intervento dei vigili del fuoco del distaccamento di Nola è stato provvidenziale per salvare la cucciolata, che altrimenti non avrebbe avuto scampo. Una fine orribile, in un posto squallido. In una scarpata sotto la variante della 7bis, all'altezza del comune di Marigliano. A rendersi conto della presenza dei cagnolini, i vigili del fuoco del distaccamento di Nola, che hanno sentito i guaiti disperati degli animaletti e sono scesi per capire cosa fosse accaduto. Hanno notato la buca, scavata chissà da chi, profonda circa due metri, dalla quale i nove cuccioli cercavano disperatamente di venire fuori. I vigili del fuoco hanno lavorato per un po', ma alla fine sono riusciti a tirare fuori quella cucciolata indifesa e spaventata.

martedì 27 aprile 2010

Roma, TIVOLI - ADOZIONE DEL CUORE - Pulce, quel che resta di un cane....

Pulcetta, 4 chili ma ne pesa forse due, è stata trovata così, ormai ridotta lo scheletro di se stessa...

Leismania allo stato avanzato, ma ancora ha appetito, e il fatto che mangia ci fa ben sperare...

portata alla asl anche lei era destinata a Rieti, ma l'abbiamo dirottata in clinica, Adesso è ricoverata in attesa che arrivano le risposte delle analisi per iniziare la terapia...

Pulce, non sembra giovanissima, ma la leismaniosi fa sembrare vecchi anche i cani giovani!!!
Chiediamo per lei una adozione del cuore, qualcuno che si occupi di lei per farle passare l'ultimo periodo della sua vita con l'affetto che probabilemtne non ha mai conosciuto vicino ad un umano.

Sarà affidata, dopo incontro con nostro incaricato e sottoscrizione delle modulistica di affido, sverminata, vaccinata, sterilizzata e chippata regolarmente.

aggiungo i riferimenti per chi vuole darci una mano a pagare la clinica: conto corrente postale 83 14 30 73
IBAN banco posta - IT73 K076 0103 2000 0008 3143 073

INFO Marina 328 31 777 69
EMAIL
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lunedì 26 aprile 2010

Milano - Desio, torna serial killer dei cani. Due anni fa ne avvelenò sette

L\`incubo delle polpette avvelenate torna a tormentare i sonni dei proprietari dei cani di via Monte Rosa e via Spluga, presso la Cascina Bolagnos. A due anni di distanza dall\`eccidio di almeno sette cani domestici, tutti avvelenati con dosi massicce di "metomil", si riaffaccia lo spettro che tutti speravano di avere ormai esorcizzato.

La paura è quella suscitata da un inquietante cartello apparso nella giornata di martedì 20 aprile e immediatamente rimosso dalla Polizia locale. Il testo del messaggio è stato definito dai residenti della zona: «delirante». Alla fine di via Monte Rosa, all\`incrocio con la via Spluga, su un tratto di strada sterrata, appeso ad un paletto di legno, ma custodito in una cartelletta di plastica per proteggerlo dalla pioggia, un foglio scritto a penna.

Sul foglio, nonostante le evidenti sgrammaticature, una chiara minaccia: "Avviso i proprietari dei cani devono fare gagare i cani a casa propria. Fatelo leggere ai cani capiranno di più di voi. Le polpette sono già pronte". «Non vorrei davvero più trovarmi a vivere l\`esperienza di due anni fa – ha spiegato un residente di via Monte Rosa che non vuole apparire per paura di ritorsioni – non sappiamo chi abbia messo fuori quel cartello, è certo che non vogliamo più perdere i nostri animali».

Due anni fa furono trovare disseminate proprio in quel tratto di strada sterrata pezzi di carne avvelenati. Le polpette erano state ritrovate anche all\`interno dei cortili. Sette cani erano morti in preda a spasmi dolorosi e sotto gli occhi impotenti dei propri padroni. Un paio di animali si erano salvati in extremis, portati di volata dal veterinario, erano stati sottoposti a lavanda gastrica, tra questi c\`era Chicco, un pincher che ora dovrebbe avere dieci anni.

Al momento la Polizia locale ha le mani legate: «Quel cartello è solo un pezzo di carta pieno di vaneggiamenti – ha spiegato il vicemondante dei ghisa, Maurizio Di Mauro – non è firmato, non sappiamo chi lo ha messo né se ha qualche collegamento con le polpette di due anni fa. E\` chiaro che se dovesse verificarsi quello che era accaduto due anni fa, saremmo legittimati ad effettuare degli accertamenti. Per ora possiamo soltanto tenere alta l\`attenzione».

Due anni fa, chi aveva distribuito la carne avvelenata, l\`aveva fatta franca. Ma se a toccare il "metomil" fosse stato un bambino? Ad ogni modo, chi avvelena un animale, commette un reato penale ed è perseguibile a termini di legge.

di Ivan Bavuso


AmiciCani replica: la denuncia e qualcosa di più da parte nostra è già pronta!

domenica 25 aprile 2010

Treviso. Scoperto il killer della balestra: infilzava i gatti per divertimento

TELE FRIULI
24 APRILE 2010
Treviso. Scoperto il killer della balestra:infilzava i gatti per divertimento
Ƞun 45enne di Ponzano l'arciere che trafiggeva gli animali domestici dei paesani. Pronta la denuncia a piede libero
TREVISO (24 aprile) - Uccideva per giocare, per soddisfazione personale, per sentirsi il più bravo: sono questi i motivi che hanno portato un uomo di 45 anni, di Ponzano, a trasformarsi nell'arciere che infilzava gatti e animali del paese. L'uomo, il cui nome è noto alle forze dell'ordine, aveva acquistato l'arma da qualche mese e si esercitava su bersagli in movimento, ossia, gli animali domestici, specialmente gatti, dei ponzanesi. Per quello che era stato soprannominato "il killer della balestra" è pronta una denuncia a piede libero e un invito a comparire nell?aula del Tribunale di Treviso. In prima linea contro la sua caccia spietata l'Enpa, associazione che tutela gli animali, che potrebbe costituirsi parte civile nel processo.
L'ultima uccisione risale a qualche giorno fa, quando l'uomo ha centrato con una freccia il gattino di un bambino di 9 anni: il piccolo lo ha visto trascinarsi fino ai suoi piedi e morire. Ma altre e numerose sono le "Imprese" dell'arciere che ha seminato terrore fra gli amanti degli animali di Ponzano.

prov. di Imperia: quattro gattini murati vivi in una parete

IL SECOLO XIX
24 APRILE 2010
Taggia, quattro gattini murati vivi in una parete
Oarcheggio del cimitero, salvati in extremis
Un quinto animale, probabilmente della stessa nidiata, ucciso direttamente con una pietra o un bastone
Paolo Isaia
Taggia (IM). Quattro gattini di poche settimane infilati a forza in due canali di scolo di un muro di contenimento, poi chiusi rispettivamente con alcune pietre e con un vaso di plastica per i fiori, in modo da impedire loro di uscire e condannarli a una morte certa quanto atroce, per fame e sete. Un quinto gattino, probabilmente della stessa nidiata, ucciso direttamente, con una pietra o un bastone, e abbandonato in mezzo all'erba. La macabra scoperta è stata effettuata l'altra sera da una "gattara" nel parcheggio del cimitero di Taggia; fortunatamente la donna, dopo aver sentito i miagolii disperati dei gattini imprigionati nel muro, è riuscita a salvarli. Il quinto, il cui corpicino ancora ieri pomeriggio si trovava nel prato, verrà probabilmente rimosso oggi dai veterinari dell'Asl, avvisati dalla gattara. Che però non si è limitata a chiamare il servizio veterinario: ha sporto denuncia ai carabinieri.
Il muro di contenimento si trova sotto il parcheggio, le canalette servono a far defluire l'acqua piovana in un canale più grande che separa il parcheggio del cimitero dal piazzale di un'azienda agricola. ?Stavo dando da mangiare ai gatti della colonia, come ogni sera - racconta Imeria Costa - quando ho sentito dei miagolii attutiti. Mi sono avvicinata al punto da cui provenivano, ma non vedevo nulla?. La donna, per una malattia, deve utilizzare una sedia a rotelle elettrica. Con lei c'era un'amica, che è andata a vedere di persona da dove provenissero la voce dei gattini. ?Non si capiva, sembrava venire da dentro il muro, poi si è accorta che i due fori di uscita della canaletta di scolo erano stati chiusi, il primo con alcuni mattoni, il secondo con un vaso di plastica, rovesciato in modo che facesse da tappo. Una volta tolte le pietre e il vaso, abbiamo trovato i gattini, due da una parte, due dall'altra?. In meno di un'ora i quattro mici erano dal veterinario, che li ha subito sottoposti alle cure del caso, essendo denutriti. Per il quinto, invece, non c'era nulla da fare. ?Strazia il cuore vederlo lì in mezzo all'erba, nessuno però si è preso la responsabilità di toglierlo prima che arrivasse l'Asl?. I carabinieri di Arma di Taggia ora dovranno cercare di scoprire chi abbia potuto "murare vivi" i quattro gattini e, forse, avere ucciso il loro fratellino.

prov. di Treviso: sevizie a un pastore tedesco: a processo

LA TRIBUNA DI TREVISO

22 APRILE 2010

Sevizie a un pastore tedesco: a processo

Sabrina Tomè

FONTANELLE (TV). Due famiglie divise da una rete di confine e da litigi che si trascinano da anni: una condizione frequente nella Marca, quella delle guerre tra vicini di casa. Stavolta, però, a farne le spese è stato il cane di una delle famiglie in lotta. Stando alle accuse della Procura il pastore tedesco sarebbe stato seviziato: centrato in testa con proiettili, spaventato con petardi, ricoperto di liquami fetidi. A processo, con l?accusa di maltrattamenti di animali, è finito ieri mattina Ottavio Russolo, 56 anni, residente a Fontanelle. L?udienza, tenutasi davanti al giudice Marco Biagetti, è stata rinviata. I fatti contestati risalgono al 2005, anche se il procedimento è stato avviato soltanto tre anni più tardi. Stando alle contestazioni della Procura, il cane sarebbe stato fatto oggetto di sevizie da parte di Russolo che lo avrebbe colpito alla testa con proiettili sparati da una pistola ad aria compressa. Ma non basta: l?uomo avrebbe gettato addosso all?animale liquami fetidi (secondo quanto confermato anche dal veterinario chiamato a testimoniare in udienza) e lo avrebbe spaventato esplodendo petardi. I proprietari del pastore tedesco, Eugenio Magoga e Mirella Marchesin, hanno denunciato l?accaduto e Russolo è finito sotto inchiesta e poi a processo con l?accusa di maltrattamenti. Le due famiglie erano già finite in tribunale per precedenti screzi.

CRUDELTA' VANDALI CONTRO ROSPI SMERALDINI A VENEZIA

ANSA AMBIENTE

22 APRILE 2010

ANIMALI: CRUDELTA' VANDALI CONTRO ROSPI SMERALDINI A VENEZIA

VENEZIA - La colonia di rospi 'smeraldini' che vive nella vasca ideata dall'architetto Scarpa, all'interno dei Giardini della Biennale (gestiti pero' dall'ente culturale veneziano soltanto in occasione di mostre), e' stata avvelenata da ignoti e, in piu' occasioni, teppisti non identificati hanno ucciso le bestiole in modi diversi e crudeli. Anche la vasca, denuncia Pietro Bortoluzzi, consigliere provinciale e municipale Pdl di Venezia, e' stata recentemente riempita di ogni sorta di rifiuti, estintori compresi. Vi vivono normalmente decine di esemplari di una particolare specie, il 'Bufo Virdis', notoriamente protetto dalla Convenzione di Berna. Un'attrattiva stabile delle mostre della Biennale, tanto che a volte i visitatori la scambiano per un'installazione che ricrea un ricco microcosmo acqueo. ''Contro questa particolare, graziosa e protetta popolazione di smeraldini - vengono da troppo tempo ed impunemente perpetrate assurde, ignobili e gratuite crudelta': dall'avvelenamento volontario dell'acqua della vasca con morte di tutti gli esemplari fino alla crudele pratica di mettere un rospo sotto una tavola di legno e saltarvi sopra per vederlo scoppiare come un palloncino d'acqua vivente, 'sport' praticato abitualmente da bande di giovani vandali che frequentano i giardini. Altri vengono schiacciati o scaraventati contro le pareti della vasca''. I vandali si sono anche accaniti contro centraline della luce date alle fiamme o di cartelloni ed insegne mandate in frantumi.

la descrizione degli esperimenti di Green HIll

Tratto da
Esperimenti sui Cani

Difetto Critico.Esperimento1 .Cani Beagle maschi(Greenhill, Montichiari, Italy) sono stati preparato chirurgicamente creando un difetto critico di un segmento di 1.5-cm usando una sega oscillatoria secondo pratiche chirurgiche veterinarie accetate. Il radio e la rimanente membrana interossea sono state lasciate intatte , e i tessuti molli sono stati chiusi in punta. Gli animali sono stati divisi in tre gruppi sperimentali (n = 8 per gruppo)e trattati con tre (Groppo A), sette (Gruppo B), o 14 (Gruppo C) iniezioni giornaliere di una soluzione acquosa di CP-533,536 [100 mg/ml in PBS calcio privo di magnesio dopo l'intervento e l'impianto di Helistat (2.5 נ5 cm) spugne di collagene pretagliate nell'area difettata , Colla-Tec, Plainsboro, NJ]. Le radiografie delle zampe anteriori immediatamente ottenute dopo l'intervento e dopo due settimane fino al termine dello studio (settimana 10).

Esperimento 2. In un altro set di esperimenti su difetti critici dell'ulna, cani beagle maschi (n = 28), preparati chirurgicamente come sopra, sono stati divisi in quattro gruppi e trattati con 1.0 ml of poly(D,L-lactide-co-glycolide) (PLGH) matrix (Atrix Laboratories) ds dolo (Gruppo A), 50 mg di CP-533,536 dissolto in 1.0 ml di matrix (Gruppo B), 10 mg of CP-533,536 dissolto in 1.0 ml di matrix (Groppo C), o 10 mg di CP-533,536 dissolto in 0.2 ml di matrix (Groppo D). In questi esperimenti,nessuna spugna pretagliata di collagene experiments, sono state usate nell'area difetatta. Il composto è stato somministrato in singole dosi nell'intervento. Il sangue(1.0 ml) è stato raccolto dagli animali ogni 30 min, 2 h, 4 h, 24 h, 72 h, e 7 giorni dopo l'intervento.Gli animali sono stati monitorati nel post operatorio per gli effetti collaterali ,e le radiografie degli arti anteriori sono state ottenute immediatamente dopo l'intervento ed ogni settimana fino al termine dello studio (settimana 24).

Osteotomia della Tibia . Per il modello dell'osteotomia della tibia,cani beagle maschi (n = 14) sono stati preparati mediante un'osteotomia chirurgica sulla porzione distale della tibia del cane usando una sega Gigli secondo pratiche veterinarie chirurgiche accertate. I segmenti di osso prossimali e distali sono stati stabilizzati usando una placca AO . La rimanente membrana interossea è stata lasciata intatta. Il sito difettato è stato irrigato con soluzione salina per rimuovere detriti di ossa e riempito con PLGH matrice da sola o matrice contenente CP-533,536 nella maniera seguente: Gruppo A, i cani sono stati lasciati senza trattamento (n = 3); Gruppo B, i cani sono stati trattati con 0.5 ml di sola matrice (n = 3); Gruppo C, i cani sono stati trattati con 5 mg di CP-533,536 disciolti in 0.5 ml di matrice (n = 4); e Gruppo D, i cani sono stati trattati con 25 mg of CP-533,536 disciolti in 0.5 ml di matrice (n = 4). Il sangue (1.0 ml) è stato raccolto dagli animali ogni 30 min, 2 h, 4 h, e 24 h dopo l'intervento. Le radiografie delle zampe anteriori sono state ottenute immediatamente dopo l'intervento e ogni settimana fino al termine dello studio (settimana 8).

Radiografie. Le radiografie sono state interpretate da un radiologo sperimentatore tenuto all'oscuro del protocollo di trattamento e dell'intervallo postoperatorio . Sono state classificate su una scala da 0?6come descritto da Cook et al. (ref. 24; see Table 3).

Istologia . In conclusione,nel modello di difetto dell'ulna o osteotomia della tibia, le ossa contenenti il sito difettato sono state dissezionate e i muscoli rimossi . Il sito difettato dell'osso con l'osso adiacente è stato tagliato con una sega , fissate in una soluzione neutra per il 10% trattata con formalina per sette giorni ,e poi incorportato in metacrilato metilico . Sezioni seriali sono state tagliate attraverso ogni area difetatta e tinte con toluidina blue and roso base 2 verde (23).

Analisi di CP-533,536 nel Plasma. [....]

Si prosegue parlando di analisi statistiche...


Canine Experiments

Critical Defect. Experiment 1. Male beagle dogs (Greenhill, Montichiari, Italy) were surgically prepared by creating a 1.5-cm segmental critical defect in the midulna by using a pendular saw according to accepted veterinary surgical practices. The radius and remaining interosseal membrane were left intact, and the soft tissues were closed in layers. Animals were divided into three experimental groups (n = 8 per group) and treated with three (Group A), seven (Group B), or 14 (Group C) daily injections of an aqueous solution of CP-533,536 [100 mg/ml in calcium magnesium-free PBS after surgery and implantation of Helistat (2.5 נ5 cm) precut collagen sponges into the defect area, Colla-Tec, Plainsboro, NJ]. Radiographs of the forelimbs were obtained immediately after surgery and every 2 weeks until termination of the study (week 10).

Experiment 2. In another set of ulnar critical defect experiments, male beagle dogs (n = 28), surgically prepared as above, were divided into four groups and treated with 1.0 ml of poly(D,L-lactide-co-glycolide) (PLGH) matrix (Atrix Laboratories) alone (Group A), 50 mg of CP-533,536 dissolved in 1.0 ml of matrix (Group B), 10 mg of CP-533,536 dissolved in 1.0 ml of matrix (Group C), or 10 mg of CP-533,536 dissolved in 0.2 ml of matrix (Group D). In these experiments, no precut collagen sponge was used in the defect area. The compound was administered into the defect area in a single dose at surgery. Blood (1.0 ml) was collected from animals 30 min, 2 h, 4 h, 24 h, 72 h, and 7 days after surgery. Animals were monitored postsurgically for side effects, and radiographs of the forelimbs were obtained immediately after surgery and every week until the termination of the study (week 24).

Tibial Osteotomy. For the tibial osteotomy model, male beagle dogs (n = 14) were prepared by making a surgical osteotomy on the distal portion of the dog tibia by using a Gigli saw according to accepted veterinary surgical practices. The proximal and distal bone segments were stabilized by using an AO plate. The remaining interosseal membrane was left intact. The defect site was irrigated with saline to remove bone debris and filled with PLGH matrix alone or matrix containing CP-533,536 in the following manner: Group A, dogs were left untreated (n = 3); Group B, dogs were treated with 0.5 ml of matrix alone (n = 3); Group C, dogs were treated with 5 mg of CP-533,536 dissolved in 0.5 ml of matrix (n = 4); and Group D, dogs were treated with 25 mg of CP-533,536 dissolved in 0.5 ml of matrix (n = 4). Blood (1.0 ml) was collected from all animals at 30 min, 2 h, 4 h, and 24 h after surgery. Radiographs of the forelimbs were obtained immediately after surgery and every week until the termination of the study (week 8).

Radiographs. Radiographs were interpreted by an experienced radiologist blinded to the treatment protocol and postoperative interval. They were graded on a 0?6 scale as described by Cook et al. (ref. 24; see Table 3).

Histology. On termination, in the ulnar defect or tibial osteotomy model, bones containing the defect site were dissected and muscles removed. The bone defect site with adjacent bone was cut with a saw, fixed in 10% neutral buffered formalin for 7 days, and then embedded in methyl methacrylate. Serial sections were cut through each defect and stained with toluidine blue and safranine O-fast green (23).

Analysis of CP-533,536 in Plasma. Plasma samples were thawed, and 20 ׬ of each sample was injected into a PE-Sciex (Thornhill, ON, Canada) API 3000 triple quadrapole mass spectrometer with a turbo ionspray source. A Luna (Phenomenex, Torrance, CA) phenyl-hexyl (4.6 נ50 mm נ3 ׭) column was used for separation. CP-533,536 and the internal standard were determined in negative ion mode by using multireaction monitoring by following the mass transitions of 467.3/303.2 m/z and 388.3/198.1 m/z, respectively. The linear dynamic range of the assay was from 1 to 2,000 ng/ml. The mean accuracy of the assay characterized with quality control standards was 80?116%.

Statistical Analysis. Statistics were calculated by using STATVIEW 4.0 packages (Abacus Concepts, Berkeley, CA). The ANOVA test was used for all group comparisons, and Fisher's protected least significant difference was used to compare the differences between each group.

Carrara: caccia al killer dei gatti

IL TIRRENO

20 APRILE 2010

Ƞ caccia al killer dei gatti

Alessandra Vivoli

CARRARA. Prima sono cominciati a sparire. Uno dopo l?altro. Poi, il 20 marzo, due morti per avvelenamenti e la richiesta di autopsia per uno degli animali ucciso. Infine la segnalazione degli otto gatti torturati e scuoiati nel cortile della scuola. Quanto basta per fare andare in tilt un paese. ?C?è un maniaco che ammazza i gatti a Sorgnano?: questa la conclusione a cui si è giunti, a mezza voce sempre, fuori dai bar e nella piazza del paese. Dove qualcuno, quando ha letto di quei micioni con i musi scuoiati e con i buchi in gola, è quasi svenuto. Una cosa è certa: dopo la segnalazione dei gatti spariti e di quelli rinvenuti, giorni fa, nel cortile della scuola abbandonata, uccisi e torturati, è esplosa la psicosi da serial killer dei felini nel tranquillo paesino immerso nel verde. E, fino a poco tempo fa, pieno di gatti. Ieri, per vederci chiaro, sono arrivati gli agenti della polizia municipale: hanno perlustrato in lungo e in largo il cortile della scuola. E ascoltato tanti paesani. ?Non abbiamo ritrovato alcuna carcassa di animale nei pressi della ex scuola - riferiscono dalla Polizia municipale - Comunque continueremo gli accertamenti per cercare di far luce su questa vicenda?. Una brutta storia che parte da lontano. Perch頳embra essere collegato al killer dei gatti un episodio accaduto circa un mese fa. Lo racconta Francesca Azzali, grande amante dei felini, tanto da essersi presa cura di una vera e propria colonia composta (almeno fino a poco tempo fa) da 15 gatti. Ora ne restano soltanto sei. ?Poco tempo fa, ricordo la data, sabato 20 marzo - racconta - un gatto, uno di quelli a cui ero più attaccata, è entrato in casa e ha cominciato a stare male. Alle 5 del mattino l?ho accompagnato dal veterinario di turno: era stato avvelenato. A poche ore di distanza stessa storia per un altro micio. Entrambi sono morti dopo una terribile agonia?. Due morti che fanno nascere qualche sospetto: tanto che per uno dei due gatti viene chiesto di effettuare l?autopsia per conoscere il tipo di veleno che lo ha ucciso, se chimico o quello utilizzato contro i topi. I risultati devono ancora arrivare. Ma la situazione intanto si complica. ?Giorno dopo giorno la colonia dei gatti si assottiglia - continua la Azzali - Erano 15, adesso sono rimasti sei?. Ed ecco che i ?conti? potrebbero quasi tornare. La segnalazione che è stata fatta al giornale ha parlato, infatti, di otto gatti ritorvati scuoiati nel cortile della scuola. Ma i copri non sono stati rinvenuti. E il cassonetto, questo lo hanno appurato anche i vigili, si trova in paese. Non ce n?è uno accanto alla ex scuola. Quindi chi avesse voluto sbarazzarsi degli animali, in quel macabro modo, avrebbe dovuto attraversarlo tutto con un grosso sacco. Oppure potrebbe avere agito di notte e, dopo ave sortito l?effetto voluto nei paesani che hanno assistito allo scempio, caricato in macchina le carcasse. Le ipotesi si rincorrono. Il paese è in subbuglio. E il mistero della moria e della sparizione dei gatti, al momento, rimane. E qualcuno ricorda: ?Qui a Sogrhano è già successo, anni fa era pieno di gatti, poi in poco tempo sparirono tutti?.

Uova avvelenate e spugne fritte, animali muoiono nel parco in prov. di Mantova

BLITZ QUOTIDIANO

21 APRILE 2010

Uova avvelenate e spugne fritte: così uccidono gli animali nel parco

Lorenzo d'Albergo*

Poggio Rusco (MN) - Cani e gatti non sono più i benvenuti al parco ?Le piramidi? di Poggio Rusco. Qualcuno ha deciso di disseminare nell?area uova sode in cui è stato iniettato dell?antiparassitario. Gli animali muoiono lentamente, tra spasmi e convulsioni, la bava alla bocca. Poi sono apparse anche spugne imbevute di olio e poi fritte che, una volta ingerite, portano alla morte per soffocamento. Gli animali sono stati avvelenati nel grande giardino intitolato al fondatore dei boy scout, Robert Baden-Powell. Si tratta di un?area verde riservata ai bambini, dove non è mai stato fatto un trattamento chimico per tutelare la salute dei più piccoli, che hanno rischiato di subire la stessa sorte dei cani e dei gatti uccisi dal veleno.L?ultima vittima è stata la cagnolina di Carla Marchi, una pensionata che aveva per unica compagnia proprio il suo animaletto. ?Ƞsuccesso due giorni fa ? ha raccontato la signora ? io abito vicino al parco. L?ho lasciata uscire come ogni giorno e dopo un?ora e mezza è tornata a casa Ho visto subito che c?era qualcosa che non andava. Oltre a respirare male ha cominciato a vomitare, le usciva bava dalla bocca. Sono andata subito dal veterinario che le ha fatto una flebo e le ha dato l?ossigeno, ma non c?è stato nulla da fare. Vivo sola e quella cagnolina me l?aveva regalata mio figlio. Era la mia compagnia, la mia piccolina. Come si può essere così cinici, come si può far morire un animale in un modo così atroce??. La donna ha già sporto denuncia ai carabinieri contro ignoti.Anche Paolo Losi, il veterinario che ha cercato fino all?ultimo minuto di salvare il cane, si è detto molto preoccupato. ?Qualche giorno fa nella stessa zona è morta anche una gattina e altri due mici sono in fin di vita. La situazione è inquietante, anche perch頧li episodi continuano in zone diverse?. Altre segnalazioni di animali avvelenati sono arrivate dal territorio di Magnacavallo. E salvare le bestiole da sostanze mortali come gli antiparassitari è impossibile.*Scuola di Giornalismo Luiss

prov. di Treviso: cani decapitati

LA TRIBUNA DI TREVISO

20 APRILE 2010

Cani decapitati nel Sile, il caso in Procura

Rubina Bon

CASIER (TV). Due cani con la testa mozzata emersi dalle acque del Sile: l?amministrazione comunale sporgerà denuncia contro ignoti per maltrattamento di animali. Su sollecitazione di alcuni cittadini, le bestiole seviziate sono stati ripescate dai vigili del fuoco in avanzato stato di decomposizione. I vigili urbani hanno avviato le indagini per risalire agli autori del barbaro gesto. Il recupero da parte dei vigili del fuoco di Treviso di due carcasse di cani con la testa mozzata è solo l?ultimo, scioccante episodio di maltrattamenti verso gli animali. I corpi delle bestiole sono emersi nei giorni scorsi nella zona del Sile conosciuta come ?il cimitero dei burci?, nel territorio di Casier. E? stata la polizia locale che, su indicazione dei cittadini che avevano segnalato le carcasse maleodoranti perch頩n avanzato stato di decomposizione, ha contattato le istituzioni per la rimozione delle carcasse. L?amministrazione, attraverso l?assessore alle Politiche ambientali Paolo Calmasini, condanna fermamente il barbaro gesto di ammazzare un animale, peraltro in quelle modalità. L?intenzione del Comune è di sporgere denuncia contro ignoti alla Procura, per maltrattamento di animali. Il comando della polizia locale è impegnato per rintracciare i proprietari degli animali e cercare così di risalire agli autori del gesto. Sarà fondamentale verificare se i cani fossero dotati di microchip e quindi se sia possibile identificare i proprietari attraverso l?anagrafe canina. L?episodio dei cani con la testa mozzata segue di pochi giorni quello del gatto di Ponzano morto dopo atroci sofferenze trafitto da una freccia. Il recupero delle carcasse nelle acque che costeggiano la passeggiata più amata dai trevigiani non ha fatto che riaccendere i riflettori anche sul problema della spazzatura e del degrado lungo la Restera. Alcune settimane fa i volontari della Protezione civile e dell?associazione Carp Clab, assieme anche ad un drappello di amministratori casieresi, avevano pulito le rive del Sile, ?collezionando? decine di sacchi pieni di immondizia. Ma sono bastati pochi weekend di bel tempo per trasformare nuovamente le sponde del Sile in un immondezzaio. Sacchetti, copertoni vecchi, plastica, bottiglie galleggiano ancora a pelo d?acqua, offrendo uno spettacolo davvero degradante. L?altro giorno, poi, lo scioccante affioramento delle due carcasse. ?Il nostro fiume non deve essere considerato alla stregua di una discarica - è il richiamo dell?assessore Calmasini - Serve da parte di tutti una maggior senso di rispetto per il nostro ambiente, a cui tutti dovremmo tenere. Le amministrazioni comunali, purtroppo, non hanno fondi a disposizione per intervenire frequentemente con pulizie periodiche e non è possibile nemmeno pretendere che i volontari siano sempre disposizione?. L?amministrazione comunale organizza periodicamente, con il volontariato, la pulizia delle sponde. La prossima raccolta è in programma domenica 13 giugno nell?ambito della tradizionale Festa del Sile. Contribuiranno a rimuovere spazzatura e rifiuti gli Amici del Sile, assieme ai volontari del Carp Clab di Casier e della Protezione civile.


LA TRIBUNA DI TREVISO

20 APRILE 2010

Crudeltà inaudita la magistraura non sottovaluti

CASIER (TV). ?E? ora che la magistratura inizi davvero a considerare il maltrattamento degli animali come un reato da punire con pene severe?. Adriano De Stefano, presidente trevigiano dell?Enpa, l?ente nazionale protezione animali, non usa mezzi termini per condannare non solo i barbari e sconcertanti episodi di Casier e Ponzano, ma anche quella miriade di avvelenamenti che quotidianamente si registrano. ?C?è la tendenza a sottovalutare i reati che coinvolgono gli animali. Servono invece indagini serie e pene severe per i colpevoli - chiarisce De Stefano - Il ritrovamento dei due cani con le teste mozzate è un episodio di sadismo deliberato, maturato in un limbo di ignoranza?. Secondo il presidente dell?Enpa, gli episodi di maltrattamento degli animali sono all?ordine del giorno. ?Spesso passano però nel silenzio perch頮on vengono denunciati e nemmeno segnalati. Molto spesso, poi, non si riesce nemmeno a risalire al responsabile - aggiunge - Invece bisognerebbe intensificare le indagini per comminare pene esemplari agli autori?.

Sequestro di cuccioli di contrabbando in autostrada

UDINE 20.IT
20 APRILE 2010
Sequestro di cuccioli di contrabbando in autostrada
Nella giornata di ieri 19 aprile verso le ore 18.00, nel corso di mirati servizi volti al contrasto del fenomeno del traffico internazionale di animali domestici, una pattuglia di questa Sottosezione Polizia Stradale presso la chilometrica 90+200, dell?autostrada A/4 ?Venezia ? Trieste?, territorio corrente nel Comune di Gonars (UD), fermava e controllava l?autovettura Mercedes Benz SW serie C con targa italiana, con a bordo due cittadini italiani alla cui guida si trovava L. D. di anni 51 e D. A. di anni 54 rispettivamente di Roma e di Cervaro (FR). Il controllo sul veicolo permetteva di accertare la presenza sul sedile posteriore di un contenitore nel cui interno erano custoditi in condizioni precarie 4 cuccioli di cane.Gli agenti sentendo provenire dei rumori dal bagagliaio posteriore, lo facevano aprire al conducente rinvenendo nel vano altri 7 cuccioli stipati all?interno di una gabbietta.Tutti e 11 i cuccioli di cane, come accertato dal medico veterinario dell?ASL nr. 5 ?Bassa Friulana? intervenuto sul posto, erano tutti privi di microchip o tatuaggio identificativo nonch頤elle vaccinazioni obbligatorie per il trasporto internazionale.Gli stessi, nr. 1 Pinscher maschio manto focato, nr. 1 Barbone bianco maschio, nr. 1 Barbone bianco femmina, nr. 1 Shitzu tricolore maschio, nr. 2 Cavalier King tricolore femmina, nr. 1 Cavalier King tricolore maschio, nr. 1 Chihuhaha fulvo bianco maschio, nr. 1 Chihuhaha fulvo marrone /fulvo maschio nr. 1 Chihuhaha fulvo femmina, nr. 1 Maltese bianco femmina, con un valore sul mercato italiano tra gli 12.000,00 e i 15.000,00 euro sono stati affidati ad una struttura autorizzata della Bassa Friulana.
Le indagini ancora in corso da parte della squadra di polizia giudiziaria della Sottosezione, hanno al momento portato alla denuncia in stato di libertà dei due italiani per i reati di maltrattamento di animali in concorso con altre persone al momento ignote, mentre il veicolo veniva sottoposto a sequestro.

prov. di Mantova, avvelenamenti, gli animali muoiono tra atroci spasmi

GAZZETTA DI MANTOVA

19 APRILE 2010

POGGIO RUSCO (MN), GLI ANIMALI MUOIONO TRA ATROCI SPASMI

Uova avvelenate nel parco per uccidere cani e gatti

Già ammazzati un meticcio e una micia. Il dolore dei proprietari. Altri animali sono in agonia. Il sindaco allerta la polizia municipale.

Giancarlo Oliani

Poggio Rusco (MN) - Cani e gatti avvelenati con un uovo. Un uovo alla coque, nel quale qualcuno ha iniettato anticrittogamico. Una morte atroce per gli animali, tra spasmi e convulsioni orribili, bava alla bocca e progressivo soffocamento. Ƞsuccesso a Poggio Rusco dove i veterinari sono in allarme per una serie di uccisioni avvenute nelle ultime settimane nel parco giochi dei bambini.A preoccupare non è soltanto il gesto ma anche il luogo prescelto. Due di questi avvelenamenti, infatti, sono avvenuti all'interno del parco comunale Le Piramidi, un'area verde frequentata dai bimbi. La cagnolina di Carla Marchi, pensionata, che vive sola e che aveva per compagnia solo quell'affettuoso e scodinzolante animale, è l'ultimo caso in ordine di tempo.
?Ƞsuccesso due giorni fa - racconta - io abito vicino al parco. L'ho lasciata uscire come ogni giorno e dopo un'ora e mezza è tornata a casa. Ho visto subito che c'era qualcosa che non andava. Oltre a respirare male ha cominciato a vomitare, le usciva bava dalla bocca. Sono andata subito dal veterinario che le ha fatto una flebo e le ha dato l'ossigeno, ma non c'è stato nulla da fare. Vivo sola e quella cagnolina me l'aveva regalata mio figlio. Era la mia compagnia, la mia piccolina. Come si può essere così cinici, come si può far morire un animale in un modo così atroce??.
Paolo Losi, il veterinario che ha tentato con ogni mezzo di strapparla alla morte, non sottovaluta il problena. Anzi. ?Qualche giorno fa nella stessa zona è morta anche una gattina - racconta - e altri due mici sono in fin di vita. La situazione è preoccupante, anche perch頧li episodi continuano in zone diverse?.
Altre segnalazioni di gatti avvelenati, infatti, arrivano dalla parte che confina con il territorio di Magncavallo. Preoccupante anche per il modo con cui questi animali vengono uccisi. Non solo con le uova sode, ma anche con le spugne imbevute d'olio e fritte come le patatine. I cani le divorano e rimangono soffocati.

E pensare che in quel parco, oggi intitolato al fondatore dei boy scout, non viene fatto nessun tipo di trattamento chimico per tutelare la salute dei bambini. Non è la prima volta che qualcuno semina bocconi avvelenati, ma di solito questo avveniva in aperta campagna per disfarsi per lo più delle volpi. Ora però la cosa è ben diversa. Hanno scelto di uccidere in un parco giochi e questo è veramente inaccettabile. Da criminali.I veterinari hanno provato di tutto per cercare di salvare gli animali ma certi veleni come gli antiparassitari sono così potenti che, una volta ingeriti, non lasciano alcun scampo n頡 cani n頡 gatti. Per non parlare dell'altissimo valore affettivo che queste bestiole hanno per chi ogni giorno condivide con loro le giornate. La proprietaria della cagnolina non si rassegna e nelle prossime ore presenterà denuncia ai carabinieri nei confronti di ignoti.

prov. di Savona, avvelenamenti di animali

SAVONA NEWS
20 APRILE 2010
Cairo (SV): avvelenamenti in Valle, l'Enpa chiederà la bonifica
Cairo (SV) - Nuovo avvelenamento di animali in Val Bormida. Ieri, in piazza Vittoria di Cairo Montenotte la protezione animali ha trovato una decina di colombi caduti a terra agonizzanti, mentre diversi cani, gatti ed uccelli erano morti in via Motta, Madonna del Bosco, Ferrere, Bragno e Ferrania; altri casi si erano ripetutamente verificati nel vicino comune di Carcare. Il fenomeno è purtroppo frequente in Valle Bormida e questo incivile comportamento mette in pericolo anche l?incolumità delle persone.
L'Enpa chiederà al Comune di provvedere alla bonifica dell?area, come prescrive una recente ordinanza del Ministero della Salute. Le Guardie Zoofile dell?associazione stanno svolgendo gli accertamenti per individuare i responsabili che rischiano la reclusione da 3 a 18 mesi.

prov. di Caserta, strage di bufalotti, una barbarie senza fine

IL MATTINO

20 APRILE 2010

Una barbarie senza fine

Castel Volturno (CE) - Una barbarie senza fine. Man mano che proseguono le operazioni degli uomini della forestale di Castelvolturno per risalire ai responsabile dell?uccisione dei cinquantaquattro bufalotti ritrovati un mese fa nell?invaso di una ex cava, la vicenda si arricchisce di particolari sempre più raccapriccianti e matura la convinzione che l?incivile soppressione degli animali e l?abbandono abusivo delle carcasse sia una prassi consolidata nel tempo e praticata da numerosi allevatori della zona dei Mazzoni. Ieri mattina sempre nelle campagne del centro litoraneo gli uomini diretti dal maresciallo Paolo Verdicchio hanno fatto la scoperta di un nuovo cimitero di bufalotti. Questa volta, però, le carcasse degli animali non sono state trovate in uno dei tanti laghetti abbandonati, ma in una vera e propria fossa comune. Seppelliti sotto due metri di terra. A mettere sulle tracce giuste il corpo forestale dello Stato sono state le confessioni dei responsabili del reato, due allevatori di Castelvolturno preoccupati di non far ricadere su di loro lo scempio dei laghetti del mese scorso. ?Non sono i nostri i bufalotti quelli trovati nello specchio d?acqua, avrebbero raccontato alle forze dell?ordine impegnate nelle indagini. I nostri animali li seppelliamo in un luogo diverso?. Nelle loro aziende i militari in tuta verde, accompagnati dal personale veterinario dell?Asl, avevano riscontrato l?esistenza fra le altre di circa settanta bufale che avevano partorito da poco e che non allattavano alcun vitello. Dai registri delle aziende zootecniche, peraltro, non risultava alcuna soppressione di animale.


AGI

19 APRILE 2010
RIFIUTI: TROVATA FOSSA CON CARCASSE BUFALI SMALTITE ABUSIVAMENTE
Caserta - Trovata una fossa con i resti di circa 70 bufalotti morti e seppelliti in localita' 'Portitiello' di Castel Volturno. La scoperta questa mattina ad opera della Guardia forestale. L'indagine e' iniziata lo scorso 10 marzo, quando personale del Corpo forestale trovo' 54 carcasse di bufalotti maschi in prossimita' di canali di irrigazione dei campi. Vennero controllate le aziende bufaline della zona e si scopri' - grazie anche alla collaborazione della Asl e alle visite ispettive - che le bufale presenti nelle aziende che allattavano erano in numero maggiore ai bufalotti maschi. I titolari delle aziende vennero quindi indagati. Per ora si ipotizzano i reati di discarica abusiva e uccisione di animali, mentre ulteriori analisi serviranno a verificare se i bufalotti morti avessero malattie infettive.

APPELLO X LE CREATURE SOPRAVVISSUTE DEL LAGER..

QUESTI CAGNOLINI POSSONO GUARIRE!!! MA NON POTRANNO MAI GUARIRE MAI IN UN POSTO COME QUELLO! DEVONO USCIRE!!

Ho la testimonianza diretta di una cagnina che era destinata al peggio... ERA COME LORO, FORSE ANCORA PEGGIO... OGGI E' GUARITA, DOPO TRE MESI DI CURE E DI TANTO TANTISSiMO AMORE, E' UN ALTRO CANE. Non sarebbe sopravvissuta all'nverno, fosse rimasta lì. Non vi mando la foto, per ora, e quando leggerete tutto il resto capirete perchè.. Quel posto NON E' un canile. E' UN INFERNO. E' una ONLUS che prende i soldi dal comune (ha vinto l'appalto per prendere i cani dagli altri canili della zona perchè ha chiesto 2 EURO al giorno per il mantenimento di un cane...2 EURO!!!, capite perchè ha vinto l'appalto?? e capite perchè i cani muoiono come mosche????).

Le gabbie sono enormi, con un numero imprecisato di cani per gabbia E UNA SOLA CIOTOLA !!!! VE LO GIURO, L'HO VISTO CON I MIEI OCCHI. Lo immaginate cosa significa sopravvivere in quel posto? DA QUEL POSTO NON E' MAI STATO DATO IN ADOZIONE NEANCHE UN CANE!!! Gli unici poveretti che riescono ad uscire da lì li prende una volontaria CHE NON CE LA FA PIU' !! Oltretutto, è stata denunciata da questo tizio e non può più entrare lì dentro!

ABBIAMO SOLO UN MODO.... FACCIAMO CIRCOLARE...TROVIAMO LORO UNA CASA, QUALCUNO CHE FINALMENTE LI AMI...

ecco i riferimenti dell'UNICA VOLONTARIA che può portarli via da lì....:

Silvia 3395795890 silvia7815@libero.it

se avete difficoltà a contattarla telefonicamente (non è facilissimo che risponda subito), scrivete a me. Grazie.

rosanna.pilone@gmail.com



LINO: maschio sterilizzato tg.media - 2 anni - simpatico e tranquillo
LORY: femmina sterilizzata tg. piccola - 1 anno
TEDDINA: femmina sterilizzata tg. medio/piccola - 1 anno - dolcissima
ALESSANDRA: femmina sterilizzata tg. media - 2 anni circa - simil segugio, è un abbandono estivo, in quel posto da luglio - dolce e affidabile
GIOGIO': setter maschio - 2 anni - buono e sottomesso
MIMMA: femmina DA STERILIZZARE (ora ricoverata x la rogna) - pesa 9 kg e ha 9 mesi - dolce e affettuosissima
TIMMY: Maschio sterilizzato, taglia piccola, ha circa 2 anni portati malissimo - sembrava un'adozione in vista per lui..ma è saltata. Ora è qui al Nord, stiamo cercando di curarlo...