Cattiveria e crudeltà delle anime nere di tutta Italia

In questo blog potrai leggere e vedere le immagini della crudeltà e della cattiveria umana .
Da Nord a Sud, isole comprese, una passerella di azioni vergognose, criminali, inumane, un repertorio di incuria, freddezza, avidità e ruberia.
La bassezza d'animo dell'essere umano viene portata alla luce.
Tutto compiuto contro creature deboli ed indifese, senza tutela reale e spesso ridotte senza dignità.
Quando decidi di andare in vacanza, scegli il tuo luogo di villeggiatura anche con questo parametro :
chi abita in questo posto ?

Al cuore del problema

Ogni anno migliaia di cani vengono introdotti nei canili esistenti nel nostro Paese. Nei canili migliori solo alcuni riacquistano dignità attraverso l'adozione. In altri li aspettano malattie, sbranamenti o comunque la fine naturale della vita trascorsa dietro le sbarre. Il tutto con costi altissimi per le amministrazioni. Aiutateci a dire basta. Il fenomeno del randagismo si può controllare e sconfiggere.


COSA DICE LA LEGGE:
Secondo la normativa vigente i sindaci sono responsabili per i cani vaganti nel territorio del Comune che amministrano.

Al fine di curare i cani presenti nel suo territorio, i Comuni ricevono finanziamenti da parte dello Stato centrale (pagati da noi cittadini mediante le tasse) per cui gli stessi sono tenuti a predisporre le strutture per risolvere il problema del randagismo e a finanziarle con i denari a ciò destinati.


LA SOLUZIONE MIGLIORE:
Le Associazioni senza scopo di lucro costituiscono i migliori soggetti per la gestione del canile in quanto, agendo senza scopo di lucro, danno maggiori garanzie sul fatto che i denari ad esse corrisposti dal Comune siano effettivamente destinati alla migliore cura del cane.


QUELLO CHE ACCADE NORMALMENTE:
L'affidamento ai gestori privati è invece assai pericoloso in quanto gran parte degli stessi sono tentati dal non garantire buone condizioni di vita o la stessa sopravvivenza dei cani ospitati nel canile al fine di massimizzare i guadagni.

A mero titolo di esempio, vi segnaliamo che sono numerosi i Comuni che hanno stipulato convenzioni con gestori privati per l'affidamento agli stessi della gestione dei canili a seguito di gare di appalto vinte con aste fortemente al ribasso. Sono numerosi gli esempi di gestori che hanno vinto con offerte che prevedano il mantenimento del cane per soli 70 centesimi di euro al giorno! 70 centesimi con cui il gestore dovrebbe pagare il cibo per il cane, le cure mediche, parte delle spese di gestione (operai, luce, acqua etc.) e, addirittura, ricavarci qualcosa per vivere.

Appare del tutto evidente, quindi, che in tali casi il benessere del cane non potrà di certo essere garantito.


IL BUSINESS DEL RANDAGISMO: 500 MILIONI DI EURO ALL'ANNO
Parecchi imprenditori privati hanno nella gestione dei canili una vera miniera d'oro. Si tratta spesso di delinquenti o persone senza scrupoli capaci di creare importanti connivenze con istituzioni che dovrebbero controllare.

Il business del randagismo in Italia genera un fatturato annuale di circa 500 milioni di Euro. 500 milioni di euro pagati dai contribuenti che spesso sono oggetto di vere e proprie truffe da parte dei gestori ai danni dei Comuni e, quindi, di chi paga le tasse.


IL CUORE DEL PROBLEMA:
Nella maggioranza dei Comuni poi la domanda d'ingresso dei cani supera largamente l'offerta di posti in canile, con la conseguenza che per ogni cane morto o fatto adottare, sono pronte altre due richieste di accalappiamento e che chi volesse speculare riesce a percepire sempre e comunque il suo guadagno su un numero garantito di cani. Alla minima spesa sul singolo animale corrisponde il massimo guadagno in termini di utile.

Così che si assiste spesso ad insufficienza di personale, mancanza di lavoratori qualificati, minimi spazi nei box, in cui i cani superano il numero di 3 animali, arrivando anche ad essere 15 o più, senza tenere in alcun conto la loro compatibilità (la prima causa di morte in canile è lo sbranamento!!!!).

Per non parlare delle speculazioni che si realizzano attraverso l'accalappiamento degli animali e lo smaltimento delle loro carcasse che crea un circolo vizioso per cui prima muore un cane prima si guadagna sullo smaltimento della sua carcassa e sull'accalappiamento del nuovo cane che lo sostituisce.


LA CONNIVENZA:
Altro fenomeno che acuisce il problema è la forte connivenza tra chi dovrebbe controllare e chi è controllato. Accade sovente nei Comuni più piccoli (ma non solo) che il Sindaco (che affida la gestione del canile), i responsabili della ASL (preposti al controllo) e il gestore del canile (colui che dovrebbe essere controllato) siano amici, compagni di merende o, addirittura, parenti.

Appare evidente come in queste situazioni sia realmente impossibile far rispettare la legge e far garantire il benessere dei cani ospitati nei canili.


LA SOLUZIONE:
Ciò non accadrebbe se i Comuni provvedessero come per legge alla costruzione e risanamento delle proprie strutture e soprattutto ne affidassero la gestione ad Associazioni di volontariato senza scopo di lucro, che diano garanzie di controllo, di apertura al pubblico e di trattamento secondo parametri di benessere misurabili molto elevati.

L'ACL – Associazione Canili Lazio Onlus da anni combatte il fenomeno del randagismo. Perché il canile deve essere un punto di partenza per una nuova vita alla quale arrivare attraverso l'adozione e non un punto di arrivo in cui morire.

Abbandono : condanna a morte

Abbandono  : condanna a morte

lunedì 30 marzo 2009

prov. di Lucca: cane seviziato e ucciso


IL TIRRENO
28 MARZO 2009
 
Cane seviziato e ucciso
 
TORRE LAGO (LU). Nuovo episodio di animali seviziati ed uccisi. Stavolta, a Torre del Lago, in via Venezia, al confine con Vecchiano. L'episodio risale a giovedì scorso, quando al pomeriggio, un ragazzo ha notato sul ciglio della strada il cadavere di un cane di piccola taglia, a pelo grigio con macchie nere, che presentava un grosso foro nella parte posteriore. L'animale probabilmente era ucciso in altro posto, poiché sul luogo non c'erano macchie di sangue. Una pattuglia della polizia municipale, intervenuta, ha segnalato il caso all'Asl di Vecchiano competente per territorio. Il corpo dell'animale è stato rimosso il giorno successivo. L'episodio dell'efferata uccisione del cane ha suscitato profonda impressione; i cittadini augurano che sia identificato l'autore dell'uccisione del cane.

sabato 28 marzo 2009

prov. di Firenze: ammazzano cani per divertimento


IL TIRRENO
27 MARZO 2009
Ammazzano i cani per divertimento
EMPOLI (FI). Quasi sessanta i casi di avvelenamento nel Circondario che sono stati segnalati alla polizia provinciale. Un'atrocità difficile da combattere che si materializza con i bocconi avvelenati gettati spesso nelle aree di ripopolamento e cattura. Esche che, però, qualcuno non esita a buttare anche per eliminare concorrenti nel caso dei cani da tartufo. Ma anche per il semplice gusto di divertirsi oppure, come è accaduto di recente, per dissidi condominiali. O addirittura a scopo intimidatorio. Questo il quadro che emerge dal rapporto della polizia provinciale e dal lavoro del Ceda (Comitato europeo difesa animali). In tutto il territorio provinciale fiorentino lo scorso anno sono state denunciate 22 persone alla magistratura per avvelenamento di animali, soprattutto cani e gatti. Ma ci sono anche volpi e uccelli. Per le esche sono stati utilizzati soprattutto fosfuro di zinco, metaldeide, anticoagulanti e endosulfan. «Per l'attività svolta - spiega l'ispettore capo della polizia provinciale Alessandro Quercioli - è stato importante l'inserimento nella legge regionale dell'obbligo per i medici veterinari di trasmettere la scheda di segnalazione dei casi di avvelenamento alla polizia provinciale e ai Comuni ma anche le forme di pubblicità che hanno portato negli ultimi anni a disporre di un numero elevato di informazioni sui luoghi di ritrovamento dei bocconi avvelenati e sulla composizione delle esche e dei materiali tossici utilizzati». Tuttavia in tutti i casi di accertamento e individuazione di un presunto responsabile «la media delle attività investigative varia tra i due e i quattro anni - spiega Quercioli - l'attività di accertamento è costituita da acquisizione di reperti, analisi tossicologiche, sopralluoghi, individuazione delle tipologie di veleno utilizzate, nonché la comparazione con i veleni usati, l'acquisizione di sommarie informazioni. Tutto questo fa slittare i tempi di un notevole periodo». Tra i Comuni più colpiti dagli avvelenamenti ci sono Montespertoli, Empoli e Castelfiorentino. E proprio da qui partirà una campagna di informazione contro i bocconi avvelenati promossa dal Ceda (che poi interesserà tutto il Circondario). «La Regione Toscana - spiega Elvino Gasparotti del Ceda - è stata tra le prime a dotarsi di una legge contro i bocconi avvelenati ma purtroppo la sua efficacia non ha prodotto gli effetti sperati. La nostra associazione, con il patrocinio del Comune, inizierà una campagna di informazione con l'affissione di manifesti e volantini che verranno distribuiti dai veterinari e negli uffici dell'Urp invitando tutti i cittadini a vigilare nei boschi, nelle campagne e nei parchi per denunciare tali crimini». «Spesso questo non accade - continua il Ceda - e i casi di avvelenamento non vengono denunciati. In ogni caso, per effetto della legge regionale, è importante sapere che gli esami tossicologici, compreso il contenuto gastrico di un animale, sono gratuiti».
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Strage di cani in Valdelsa
EMPOLI (FI). Quasi sessanta animali - soprattutto cani - avvelenati nel Circondario, in particolare nella Valdelsa. È quanto rilevato dalla polizia provinciale nel corso del 2008. Un'atrocità difficile da combattere che si materializza con i bocconi avvelenati gettati spesso nelle aree di ripopolamento e cattura. Esche che qualcuno non esita a buttare anche per eliminare concorrenti nel caso dei cani da tartufo. Ma anche per il semplice gusto di divertirsi oppure, come è accaduto di recente, per dissidi condominiali. O addirittura a scopo intimidatorio. In tutto il territorio provinciale lo scorso anno sono state denunciate alla magistratura ventidue persone per avvelenamento di animali. Ma il fenomeno è tutt'altro che debellato, come dimostra il fatto che i casi di avvelenamento rispetto all'anno precedente sono quasi raddoppiati.

giovedì 26 marzo 2009

CANI RANDAGI: CASI DI AVVELENAMENTO IN SICILIA


AGI

26 MARZO 2009

CANI RANDAGI: CASI DI AVVELENAMENTO IN SICILIA

Catania - Cani avvelenati, non come "ritorsione" per i fatti di Ragusa, dove un bimbo di 9 anni e' stato ucciso da un branco che ha poi attaccato e ferito gravemente altre persone, ma episodi che si sono verificati saltuariamente nei mesi di febbraio e marzo, soprattutto a Catania e nella provincia, dove in tutto i casi sono cinque, ma anche a Palermo, dove tra l'altro sono stati rinvenuti due cuccioli di pastore tedesco uccisi. Nel Catanese, le carcasse di due animali sono stati scoperti a fine febbraio privi di vita a Pedara e a Misterbianco. Tre invece quelli avvelenati, ritrovati la sera del 15 marzo, stesso giorno in cui e' stato azzannato il piccolo Giuseppe a Scicli (Ragusa), in viale Bummacaro nel quartiere di Librino a Catania. A recuperare i cani morti sono stati i volontari dell'Aipa, un'associazione che assieme ai medici veterinari dell'Asl 3 e dei servizi comunali controllano la popolazione canina. "Non si sono registrati incrementi di cani morti per avvelenamento -ha spiegato Franco Puglisi, medico responsabile del servizio di igiene urbana veterinaria dell'Asl 3 di Catania- dopo le aggressioni di Ragusa. Purtroppo capita i tutto il territorio della provincia di scoprire carcasse di animali". A Catania per due settimane e' stata caccia al branco. I volontari dell'Apia, l'associazione italiana protezione animali hanno rilevato che molti cani che in passato girovagavano per le vie della citta' adesso sono malandati a causa delle percosse delle persone."Dopo i fatti di Ragusa -ha spiegato Carmelo Balasamo- notiamo che molti animali vengono maltrattati. Proprio ieri abbiamo soccorso un cane nero femmina, nel pressi di piazza Santa Maria di Gesu' che zoppicava. Aveva dei problemi all'anca probabilmente per dei calci sferrati dalle persone". Dopo la tragedia di Ragusa, a Catania i cani catturati e sottoposti a sterilizzazione, come prevede la legge, sono stati una ventina. La maggior parte e' stata affidata a cittadini privati. Sei, invece, sono stati accolti da un'associazione di Trabia (Palermo), la Agada che li ha presi in consegna per curarli e poi assegnarli in affidamento.

martedì 24 marzo 2009

prov. di Arezzo: bocconi avvelenati, continua la strage


CORRIERE D'AREZZO

24 MARZO 2009

Bocconi avvelenati Continua la strage.

Caso a Poggio Ciliegio, Wwf denuncia

Provincia di Arezzo - E' di pochi giorni fa l'ultima vittima delle polpette killer: un povero cane, colpevole di aver ceduto alla tentazione di assaggiare un boccone invitante, in questo caso alcuni colli di pollo, che mani assassine hanno posizionato ad arte nella campagna aretina. Il fatto si è verificato a Poggio Ciliegio e la proprietaria si è rivolta al Wwf. Nella frazione aretina sono state rinvenute alcune esche avvelenate confezionate con sostanze tossiche, presumibilmente pesticidi o lumachicidi. "Nonostante alcune esche siano state recuperate, l'allarme rimane alto", dichiara Donato Marmorini segretario del WWF Arezzo, che prosegue: "non è assolutamente da escludere, infatti, che ce ne possano essere altre in giro, quindi invitiamo tutti i cittadini che abitano in quella zona ma anche nel resto della provincia, a fare estrema attenzione se accompagnano fuori il loro cane, affinché eviti di cibarsi di involucri sospetti o di qualunque altra forma di cibo". Il Wwf, che ha prontamente allertato la Polizia Provinciale per le indagini del caso, raccomanda a tutti i proprietari di animali domestici, nel caso di sintomi di sospetto avvelenamento, di contattare immediatamente il veterinario perché si renda disponibile al momento dell'arrivo del cane. Anche nel 2008, secondo i dati forniti dalla Polizia Provinciale in base agli episodi denunciati, decine sono state le morti causate dai bocconi killer nel territorio della provincia, che seppur in leggero calo rispetto agli anni precedenti, continuano a mietere innocenti vittime. Per il Wwf è "necessario programmare una seria azione preventiva e repressiva da parte delle forze di polizia maggiormente preposte."

Treviso: guerra alle rondini


IL GAZZETTINO DI TREVISO

24 MARZO 2009

Guerra alle rondini, sotto il tetto spuntano le reti antinido

Treviso - I condomini sfrattano le rondini. E la Lega per l'abolizione della caccia del Veneto chiede al Comune di intervenire per salvarle.Nel 2003 la prima coppia di volatili scelse il sottoportico di un palazzo in viale Montegrappa, poco distante da porta Santi Quaranta, per costruirvi il loro nido. Negli anni altri si sono aggiunti dando vita ad una colonia con oltre una dozzina di esemplari adulti. «Un piccolo miracolo perché la rondine, uccello migratore che ogni anno in autunno va a svernare in Africa attraversando addirittura il Sahara, per poi ritornare la primavera successiva - spiega Andrea Zanoni, presidente dell'associazione -, è una specie in costante diminuzione a causa di molteplici fattori tra cui, in particolare, il clima che sta cambiando e la mancanza di siti idonei per la nidificazione».Ma lo stormo si era evidentemente ingrandito troppo per i residenti che, alle prese con gli escrementi dei pennuti, hanno fatto installare una rete, impedendo così agli animali di raggiungere i propri ripari. La Lac lo scorso giugno ha sollecitato la rimozione della barriera all'amministratore del condominio, suggerendo in alternativa un sistema di protezioni da porre sotto i rifugi per evitare i problemi di sporcizia. Non avendo ottenuto risultati e approssimandosi, con la primavera, il ritorno delle rondini, l'organizzazione lancia una petizione da indirizzare al sindaco di Treviso e alla Commissione Europea. «Se la rete non verrà tolta al più presto si rischia di compromettere l'intera stagione riproduttiva di questi rari volatili, tutelati anche dalla legge – sottolinea Zanoni, ricordando le campagne a favore di questa specie e l'impegno di molte persone ad installare nidi artificiali per favorirne il ripopolamento -. Sarebbe un vero peccato che questi meravigliosi uccelli, che ogni anno ci portano la primavera, venissero definitivamente sfrattati da uno dei pochi siti del centro città dove ancora riescono a nidificare tra mille difficoltà»

prov. di Venezia: eliminate 250 nutrie


LA NUOVA VENEZIA

23 MARZO 2009

Eliminate 250 nutrie

Alessandro Abbadir

CAMPAGNA LUPIA (VE). Quasi 250 nutrie sono state abbattute o catturate dalle squadre dei cacciatori e dagli agricoltori nell'area della laguna sud e nella zona centrale. A darne notizia è l'assessore provinciale alla caccia Luigi Solimini. «Da quasi un mese nell'area sud della laguna (Campagna Lupia, Campolongo, Chioggia e Cavarzere) e nell'area centrale si sono costituite squadre miste di agricoltori e cacciatori che hanno cominciato a cacciare questi grossi roditori lungo le sponde dei canali come il Novissimo e nell'entroterra del Miranese in comuni come Noale e Salzano. Tante altre nutrie sono state catturate con il sistema dei trapolaggi messi a punto dagli agenti della polizia provinciale e distribuiti alle famiglie delle aree colpite dalla diffusione dell'animale. Da gennaio nell'area sud e centrale, l'azione continua di cacciatori e agricoltori con l'aiuto degli agenti della polizia provinciale ha portato all'eliminazione con l'abbattimento e la cattura di quasi 250 esemplari». A questo numero andrà aggiunto anche quello degli animali abbattuti direttamente dagli agenti della polizia provinciale. Le squadre di cacciatori saranno impiegate sempre più massicciamente sul territorio con l'arrivo dell'estate. Il numero crescente delle nutrie infatti sta provocando danni grossissimi alle colture. I roditori negli ultimi 3 anni sono aumentati del 60%, soprattutto lungo le sponde del Novissimo, nell'area Sud della laguna di Venezia, devastando anche gli argini del canale e delle canalette limitrofe. I danni sono soprattutto ai raccolti che in estate subiscono veri e propri dimezzamenti.

lunedì 23 marzo 2009

prov. di Reggio Emilia: femmina di Husky ferita con un colpo di carabina


GAZZETTA DI REGGIO

22 MARZO 2009

Femmina di Husky ferita con un colpo di carabina

VIANO (RE). E' stata trovata ferita e debole per il sangue perso. E' una femmina di Husky, che qualcuno ha preso di mira con una pistola o una carabina. La cagnona è stata recuperata dai volontari del canile intercomunale e affidata ai medici dell'ambulatorio veterinario di piazza Papa Giovanni XXIII di Scandiano. «L'animale - dice la dottoressa Montanari - ha sulla spalla destra una ferita da arma da fuoco, si tratta di un foro singolo e non di una "rosa" di pallini da fucile da caccia». L'Husky se la caverà e ora è al canile (0522-980505). «Ha il microchip - dicono i volontari - quindi sarà facile risalire al proprietario. Ma in questo momento ci preme lanciare un appello ai possessori di cani, specie quelli di taglia media e grande. Dopo i tragici fatti avvenuti in Sicilia, si sta scatenando una specie di psicosi contro i cani che girano da soli». Cosi c'è chi non esita a sparare e chi magari sparge bocconi avvelenati e alla fine ci rimette anche il più giocherellone dei Fido.

prov. di Lecce: set di un film dell'orrore? no, era un 'mattatoio'


LECCE PRIMA

23 MARZO 29

SET DI UN FILM DELL'ORRORE? NO, ERA UN "MATTATOIO"

Tricase (LE) - Una scena da film dell'orrore quella che si sono trovata davanti gli agenti della Forestale di Tricase, altro che mattatoio a norma di legge. Qui la prassi igienico-sanitaria per la macellazione degli animali non era applicata nemmeno lontanamente. La scoperta di quel che accadeva in una stalla nelle campagne di Supersano è avvenuta durante un servizio agroalimentare di vigilanza per la tutela della salute pubblica ad opera dalla Forestale in collaborazione con l'Azienda ospedaliera di Maglie del Settore servizio veterinario.
Giunti sul posto hanno sorpreso un uomo di Potenza ma residente a Supersano mentre era intento al sezionamento di un suino appena macellato clandestinamente e in condizioni igienico sanitarie a dir poco precarie.E le immagini che seguono l'intervento degli agenti della Forestale non hanno bisogno di commenti. La macellazione dell'animale, infatti, è avvenuta nella stessa stalla dove l'uomo era intento alla macellazione della bestia, in presenza oltretutto di altri maiali. La pavimentazione, o meglio, il terreno, era ricoperto di letame e la cosa più pericolosa per la salute di chi avrebbe mangiato quelle braciole, è che prima della macellazione sul suino non si era proceduto ad alcuna visita veterinaria.Gli agenti della forestale hanno pertanto sequestrato quattro quarti di suino già macellato per un peso di oltre 200 chili. La carne è stata affidata in custodia ad una ditta specializzata, che provvederà alla distruzione.

prov. di Viterbo: strage di cani


CORRIERE DI VITERBO
21 MARZO 2009
Barbarano Romano (VT) - Strage di cani a Piana Aiano
La denuncia dell'associazione Garibaldi onlus. Otto morti avvelenati e due uccisi a colpi di fucile.
Piana Aiano Cani avvelenati e uccisi a colpi di fucile
Barbarano Romano (VT) - Una vera e propria strage degli innocenti. Sono stati uccisi nel giro di pochi giorni 10 cani di proprietà nel comune di Barbarano Romano in località di Piana Aiano. Otto delle vittime sono state avvelenate mentre ad altre due hanno sparato. In questa zona è presente una riserva verde dove normalmente la gente porta i propri amici a quattro zampe a fare una passeggiata. La zona è tranquilla e per questo spesso vengono lasciati liberi di scorrazzare e sgambettare. Nel giro di pochi giorni però c'è stata una vera mattanza, infatti, a poco a poco sono morti avvelenati otto cani. Non si tratta di randagi ma di domestici e per questo è stata fatta una denuncia. Una delle ultime vittime è stato un cagnolino che apparteneva a Dino Tarabù, un cucciolone che era solito allontanarsi da casa per poi tornare. Dopo 10 giorni di assenza, Tarabù ha cominciato a preoccuparsi, ma non più di tanto perché sicuro del suo ritorno. Solo ieri ha ricevuto la notizia che il suo amico era stato avvelenato insieme ad altri sette. A informare Dino Tarabù è stata una vicina di casa il cui cane rientra nel bilancio delle 8 vittime. Adesso è allarme avvelenamenti. E l'associazione Garibaldi, sensibile al problema dei maltrattamenti degli animali, ha deciso di avvertire gli abitanti di Barbarano di fare attenzione quando portano a passeggio i loro cani in quell'area. Inutile parlare dell'atrocità della morte per avvelenamento. Come fa notare il presidente dell'associazione Garibaldi, Angela Massini, se c'è del veleno sparso in una riserva, diventa una situazione a rischio non solo per gli animali ma anche per l'uomo. "Il veleno - spiega - che è stato ingerito dalle otto vittime di sicuro si trovava dentro bocconcini di carne. Queste polpette sono un'esca invitante non solo per i cani ma anche per altri animali come le cornacchie che si spostano e vanno a morire in altre zone. Divenendo, a loro volta, cibo per altri animali o ancora peggio possono finire dentro il giardino di una casa dove magari ci sono dei bambini. Insomma il veleno viene messo in circolo e non è prudente per la salute di nessuno. Noi siamo venuti a sapere ieri di questa situazione. Ma a quanto pare il bilancio delle vittime del veleno potrebbe essere più elevato. Per adesso siamo a conoscenza di dieci casi. Otto cani morti per avvelenamento e due uccisi a colpi di fucile. Speriamo che l'elenco non cresca".

prov. di imperia: crudelta' sui gatti


RIVIERA 24
22 MARZO 2009
Sanremo (IM) - Un gatto era stato trovato colpito con l'acido, mentre altri due erano stati trovati, uno impiccato, l'altro crocifisso
Sanremo (IM) - Le guardie giurate della Lipu, che effettuano servizio di vigilanza zoofila, pattuglieranno le strade della Foce a Sanremo alla "caccia" dell'autore, o degli autori, delle sevizie ai danni di un gatto e dell'uccisione di almeno altri due. La vicenda era scoppiata nei giorni scorsi dopo il ritrovamento di un gatto colpito con l'acido.Altri due gatti erano stati uccisi in precedenza, il primo impiccato, il secondo crocifisso.

domenica 22 marzo 2009

prov. di Prato: cani uccisi dai bocconi avvelenati


IL TIRRENO

20 MARZO 2009

Tre cani uccisi dai bocconi avvelenati

VAIANO (PO). Più che un sospetto, è quasi una certezza: nelle campagne di Vaiano c'è qualcuno che mette bocconi avvelenati. Negli ultimi venti giorni ne hanno fatto le spese tre cani, trovati agonizzanti dai loro padroni e morti tra indicibili sofferenze. L'allarme è scattato grazie alle segnalazioni che i veterinari hanno fatto, come prevede la prassi, alla Polizia provinciale. I casi si sono verificati tutti nelle vicinanze o all'interno della zona di ripopolamento e cattura di Vaiano, a Sofignano e Savignano. E ora la Polizia provinciale sta facendo accertamenti per capire chi ha sparso le polpette avvelenate nelle campagne, soprattutto per evitare che altri cani facciano la stessa fine. Accertamenti difficili, perché non è semplice capire dove è avvenuto l'avvelenamento e finora non sono stati trovati bocconi al veleno. A questo proposito Leonetto Trinci, comandante della polizia provinciale, lancia un appello ai proprietari di cani. «In caso di sospetto di avvelenamento - dice - è molto importante che il proprietario ci contatti alla svelta, altrimenti dobbiamo aspettare la segnalazione del veterinario e le tracce diventano difficili da seguire». Uno degli animali avvelenati è un cane da pastore di un agriturismo, un altro è un cane di piccola taglia da compagnia. Uno dei cani è stato portato allo Studio veterinario Valbisenzio di Vaiano e si è ancora in attesa dei risultati delle analisi. Quello dei cani avvelenati purtroppo è un fenomeno ciclico, a Prato e altrove. Ogni tanto capita in pieno inverno, ma è il period da febbraio a primavera, dopo la chiusura della stagione venatoria, quello più a rischio. Le ipotesi fatte per spiegare il fenomeno sono le più varie. Una di queste lo mette in relazione con la necessità di proteggere la selvaggina delle aree di ripopolamento e cattura dalle incursioni dei predatori. In questo caso i cani farebbero le spese di bocconi avvelenati destinati alle volpi e ad altri animali. In altre province è capitato che fossero i contadini a mettere le polpette per non far passare i cacciatori dai loro terreni, ma non sembrerebbe questo il caso. Una terza ipotesi tira in ballo le gelosie tra i cercatori di tartufi, che anche in Vallata ci sono. Infine c'è sempre la possibilità di gelosie tra vicini che sfociano in una sorta di "vendette trasversali" sugli animali. Come si vede, tutto e il contrario di tutto. L'unica cosa certa è che tre cani sono morti. Quanto al veleno, prima si usava la stricnina; ora invece pare che si usino un principio chiamato metaldeide, una sostanza usata contro le lumache, tossica per l'uomo e per il cane. A Sofignano e Savignano potrebbe essere stato usato un cocktail di sostanze, solo i risultati degli esami tossicologici potranno dare una conferma. P.N.

Imperia provincia - Continua a Sanremo l'assurda offensiva contro gli animali


IL SECOLO XIX
21 MARZO 2009

Sevizie ai mici, minacciata una "gattara"

Continua a Sanremo l'assurda offensiva contro gli animali
La donna, che voleva affidare 4 piccoli felini, aveva pubblicato il numero telefonico: «Li ammazzeremo tutti»

Paolo Isaia

Sanremo (IM). La notizia delle sevizie inflitte ad almeno tre gatti - due dei quali uccisi - nella zona della Foce ha scatenato un'ondata di protesta e soprattutto il desiderio di individuare il responsabile: in molti hanno proposto di istituire delle ronde per sorvegliare il quartiere e coglierlo sul fatto. Ma c'è anche un nuovo episodio: una "gattara", che aveva pubblicato il proprio numero di cellulare in un annuncio per l'affidamento di quattro mici, è stata minacciata per telefono, così come la colonia di cui si occupa: «Li ammazzerei tutti», ha detto l'autore della chiamata.
Da giovedì mattina, quando abbiamo pubblicato l'articolo sull'impiccagione di un gatto, sulla crocifissione di un altro e sulle ferite provocate ad un terzo con l'acido, sul sito web del Secolo XIX sono state inviate decine di mail a commento dell'accaduto. Numerose anche le telefonate giunte in redazione. Il contenuto degli scritti lascia pochi spazi al dubbio: tutti condannano i gesti e si augurano che il responsabile venga individuato e denunciato. Ma c'è chi vorrebbe agire in prima persona.
«Proporrei delle ronde di animalisti, per pattugliare la zona, e trovare quelli che fanno queste cose per riservare loro lo stesso trattamento - la mail a firma di Patrizia Peterlongo, da Imperia - devono essere presi e messi in galera, anzi, chiusi in un canile... mi propongo come prima cittadina volontaria». Una mail firmata "Giustizia", si augura invece che «Tutto il male che viene fatto alle povere bestiole indifese ricada su coloro che lo fanno ! Che male vi hanno fatto -», mentre Dany, da Quarto (Genova), inveisce contro gli autori delle sevizie: «Maledetti! Bisognerebbe riservare loro lo stesso trattamento». Di ronde torna a parlare Nadia («che le ronde servissero a trovare questa gente! e poi lasciateli a noi»). Indignata anche Manuela, da Genova. «Spero che chi si è macchiato di questi atti venga scoperto e che gli venga inflitta una pena esemplare. E' vergognoso che esistano al mondo individui del genere.
Sono dei mostri che dovrebbero patire le pene inflitte a quelle povere bestie».
Una vera sollevazione popolare, insomma, contro chi non ha esitato a gettare dell'acido addosso ad un povero micio - ma potrebbe avergli afferrato la zampa e avergliela immersa in un contenitore con la sostanza - così come contro chi ha impiccato un gatto allo specchietto di un'auto, sempre alla Foce, e a inchiodarne un altro ad un palo al campo ippico del Solaro.
«Comprendo le reazioni di queste persone - dice Giovanni Persico, presidente della Lega del Gatto di Sanremo - ma non si può rispondere alla violenza con la violenza. Sarebbe invece importante che qualcuno si facesse avanti per impegnarsi nell'attività di volontariato...». Lo stesso Persico racconta poi delle minacce alla gattara. «Me le ha subito riferite, ha ricevuto la chiamata da un uomo che le ha detto che non solo avrebbe ucciso volentieri tutti i gatti di quel quartiere, ma se la sarebbe presa anche con chi li cura». Lo stesso presidente della Lega conferma che il gatto trovato impiccato allo specchietto dell'auto non era morto in precedenza, ma che il decesso è avvenuto proprio per soffocamento.

venerdì 20 marzo 2009

Catania: polpette avvelenate


LA SICILIA CATANIA

20 MARZO 2009

Cani: polpette avvelenate in piazza Europa

«Almeno noi, che abbiamo il dono della ragione, evitiamo di sferrare un attacco ingiustificato nei confronti dei poveri cani randagi che popolano alcune zone della città. Soprattutto, non lasciamoci contagiare dall'onda emotiva di quanto successo a Scicli disseminando polpette avvelenate, com'è successo oggi pomeriggio (ieri, ndr.) in piazza Europa. I cani killer del Ragusano erano animali predatori, pericolosi anche per l'uomo. I nostri cani sono invece inoffensivi, mansueti, abbaiano per paura e non perché hanno intenzioni bellicose».
L'appello è di Giorgia Timoniere, infermiera professionale nel reparto di Psichiatria dell'ospedale Vittorio Emanuele, una dei volontari che dedicano parte del tempo libero ai cani randagi. «Con l'aiuto prezioso dei veterinari dell'Asl 3 - dice Giorgia - ogni settimana ci prendiamo cura di cinque-sei cani che vengono prima sterilizzati nelle strutture dell'azienda sanitaria, poi portati a casa nostra dove per circa una settimana li curiamo per poi rimetterli in strada». E ieri l'amara sorpresa. «Una mia collega ha trovato delle polpette avvelenate nello spazio verde di piazza Europa. Per fortuna lei è arrivata prima dei cani, altrimenti sarebbe stata una strage. Per questo mi rivolgo a tutti i catanesi, perché non abbiano paura e soprattutto non uccidano queste povere bestie».
Pare che quello di piazza Europa sia solo l'ultimo episodio. E che nei giorni scorsi ci siano stati tentativi di avvelenamento a Librino, Galermo e Plaia. Per questo, il vicepresidente vicario del Consiglio comunale, Puccio
La Rosa, ha presentato «un esposto ufficiale» a sindaco e a prefetto denunciando «gli avvelenamenti. È indispensabile che nell'arginare il problema randagismo si ostacolino gli atti di crudeltà e di maltrattamento ai danni di cani e animali d'affezione. È stato chiesto al sindaco di emettere un'ordinanza a tutela della cittadinanza e di cani e animali d'affezione in genere, impartendo alla polizia municipale le indicazioni del caso e rendendo più evidenti le norme vigenti in tema di tutela degli animali e salvaguardia della pubblica incolumità con le sanzioni penali e amministrative a carico dei trasgressori. Al prefetto è stato chiesto di approntare un tavolo di coordinamento degli interventi da assumere e di sollecitare l'assessorato regionale alla Sanità e la protezione civile a stanziare fondi straordinari per contrastare il randagismo».

Sardegna: la gatta bianca uccisa e torturata col fil di ferro


L'UNIONE SARDA
19 MARZO 2009
Il caso Trovata morta tra Narbolia e Riola
La gatta bianca uccisa e torturata col fil di ferro
Narbolia (OR) - Ha girato per mesi con del fil di ferro stretto intorno alla pancia. Una micidiale trappola, lasciata da qualche personaggio crudele e senza scrupoli, che ha imprigionato una povera gatta bianca.
Una delle tante micie randagie che ieri nel suo girovagare è finita sotto una macchina.
«L'ho trovata sulla strada tra Narbolia e Riola», racconta Lilly Porcedda, una volontaria che da anni manda avanti un rifugio per accudire cani vagabondi. Per la gatta non c'era più niente da fare, ma «è impressionante la cattiveria di chi ha lasciato in giro quella trappola - va avanti la donna. - Quel fil di ferro ha ferito l'animale: sulla pancia aveva perso completamente i peli ed era gravemente colpito». Una ferita che, senza alcuna cura e un sostegno per il povero gatto, non si è mai rimarginata.
E l'altro ieri la tragica fine dell'animale soffrente con un automobilista che l'ha lasciato morire in mezzo alla strada.
«Il randagismo è un problema serio che va affrontato in maniera diversa, servono le sterilizzazioni per cani e gatti e sostegno per chi ama veramente gli animali e ogni giorno li accudisce», ha aggiunto la volontaria. Indispensabile una politica differente da parte delle istituzioni e ovviamente una maggiore umanità da parte delle persone. Questo episodio è l'ultimo di una lunga serie ormai presente nelle cronache oristanesi. Una violenza contro gli animali, e in particolare contro gli animali domestici, che non può essere giustificata dall'esigenza di decoro o pulizia urbana. ( v. p. )

AIDAA. PROPOSTE CONCRETE PER LA LOTTA AL RANDAGISMO

ASSOCIAZIONE ITALIANA DIFESA ANIMALI ED AMBIENTE - AIDAA

www.aidaa.net
direttivo.aidaa@libero.it - presidenza.aidaa@libero.it
Telefoni 3926552051-3478883546

COMUNICATO STAMPA

AIDAA. PROPOSTE CONCRETE PER LA LOTTA AL RANDAGISMO:
DIAMO POTERI AI PREFETTI E REALIZIAMO 500 NUOVI CANILI PUBBLICI IN ITALIA.

Milano (18 marzo 2009) "Chi meglio dei prefetti ha il contatto diretto con i
sindaci e quindi è in grado in pochi giorni di avere i dati relativi alla
mappatura dei comuni non in regola con le normative in materia di lotta al
randagismo? Ma soprattutto chi meglio dei prefetti può coordinare a livello
provinciale il censimento dei cani randagi presenti sul territorio di
ciascuna singola provincia in modo da avere in pochi giorni un quadro
completo della situazione reale del fenomeno del randagismo in Italia e
permettere al ministero di stanziare in maniera mirata i fondi per le
campagne di sterilizzazione e per la realizzazione dei nuovi canili, perché
sia chiaro che se in Italia si vuole seriamente affrontare la questione dei
randagi oltre alle sterilizzazioni vanno costruiti almeno 500 nuovi canili
pubblici su tutto il territorio nazionale che possano ospitare almeno altri
150.000 cani randagi - ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale AIDAA- se
si vuole veramente affrontare in maniera seria il problema senza aspettare
altri clamori ed altre aggressioni occorre un lavoro chiaro e semplice da
realizzare sul territorio e chi meglio dei prefetti può intervenire in
maniera completa arrivando a nominare i commissari ad acta nei comuni, e
sono tanti dove i sindaci non sono in grado di investire i fondi
ministeriali e regionali per dare attuazione alle normative contenute dalla
legge 281/91 e delle leggi regionali di attuazione. Non occorrono strumenti
straordinari- conclude Croce- già la legge prevede la possibilità di
nominare commissari prefettizi ad acta nei comuni dove non si riesce ad
attuare gli interventi previsti dalla legge ed in particolare al sud occorre
che i prefetti siano chiamati a vigilare sugli interventi sia per le
campagne di sterilizzazione, sia per il controllo dei singoli canili privati
che a nostri avviso andrebbero sostituiti con almeno cinquecento nuovi
canili pubblici".
Ecco in sintesi le proposte AIDAA per attuare una seria campagna di
prevenzione del randagismo:
1 - Mappatura provinciale dei comuni inadempienti a cura delle prefetture e
nomine da parte dei Prefetti di commissari comunali o provinciali per
l´attuazione della 281 del 1991 nei comuni inadempienti e mappatura comunale
del fenomeno del randagismo (conta cani randagi liberi per ciascun comune)
2 - Poteri ai Prefetti in materia di verifica degli standard di qualità dei
singoli canili pubblici, privati e rifugi per verificare le condizioni di
tenuta degli animali con possibilità di revoca delle convenzioni in essere
in caso di canili lager
3 - Sanzioni penali ed amministrative nei confronti dei sindaci e delle asl
inadempienti in materia di lotta al randagismo
4 - Passaggio alle amministrazioni provinciali delle competenze in materia
di realizzazione dei nuovi canili sanitari e di lotta al randagismo
attraverso campagne di sterilizzazione da realizzare insieme ad ASL e Comuni
con la supervisione delle singole prefetture
5 - Mantenimento delle funzioni di lotta al randagismo in materia di cattura
e custodia dei cani randagi ai comuni
6 - Realizzazione di nuovi 500 canili pubblici da concentrare
prevalentemente nelle regioni del sud ed obbligo di ospitare i cani randagi
nelle singole province in modo da poterne effettuare il controllo
complessivo.
7 - Divieto di tenere cani per almeno 10 anni per coloro che vengono
riconosciuti responsabili dell´abbandono del proprio cane.
Per quanto attiene la realizzazione dei canili i soldi potrebbero essere
trovati attraverso una tassa di solidarietà una tantum da attingere alla
fonte sulle scommesse degli sport che vedono la presenza di animali ed
obbligando i comuni a vincolare a bilancio gli introiti delle multe contro
le deiezioni dei cani che se comminate in maniera seria e continuativa
porterebbero ad un incasso medio di oltre 40 milioni di euro l´anno
sufficienti ad esempio per soddisfare completamente la campagna di
sterilizzazione e di realizzazione di almeno un terzo dei canili in tre
anni.

Per info 3926552051-3478883546

Comunicato stampa congiunto associazioni animaliste protezioniste

ASSOCIAZIONI ANIMALISTE E PROTEZIONISTE

Amici del Cane Onlus - Amici degli Animali - AmiciCani - Animalisti Italiani - Associazione Rapid Dogs Rescue - FRECCIA 45 – ANTA – LIDA Lega Italiana Diritti dell'Animale - Lega Nazionale Difesa del Cane – OIPA Organizzazione Internazionale Protezione Animali

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO

AGGRESSIONI DA CANI E RANDAGISMO: LE ASSOCIAZIONI ANIMALISTE

UNITE CONTRO LE DECENNALI INADEMPIENZE DEI COMUNI SICILIANI

CANI KILLER O ISTITUZIONI LATITANTI DA ANNI?

10 associazioni animaliste e ambientaliste denunciano le inadempienze croniche e gravissime di Comuni e ASL in Sicilia e chiedono un atto che imponga d'urgenza la sterilizzazione obbligatoria di tutti i cani sul territorio

I casi di aggressione avvenuti in questi giorni a Scicli (RG) dovrebbero far riflettere tutte le amministrazioni comunali siciliane sull'urgenza, ormai inevitabile, di attuare le leggi contro il randagismo che vengono gravemente disattese. "Da anni assistiamo ad una politica irresponsabile di non-gestione del randagismo – denunciano i responsabili di 10 Associazioni animaliste e protezioniste: Amici del Cane Onlus - Amici degli Animali - AmiciCani - Animalisti Italiani - Associazione Rapid Dogs Rescue - FRECCIA 45 – ANTA – LIDA Lega Italiana Diritti dell'Animale - Lega Nazionale per la Difesa del Cane – OIPA Organizzazione Internazionale Protezione Animali - nonostante abbiamo continuamente avanzato proposte ed offerto collaborazione alle Amministrazioni comunali, troppo spesso sorde anche rispetto agli obblighi di legge in materia di randagismo".

Non esistono "cani killer" ma Istituzioni latitanti: la stragrande maggioranza dei comuni siciliani è inadempiente rispetto agli obblighi previsti dalla legge regionale 15 del 2000 e dalle precedenti norme risalenti al 1991 (legge statale sul randagismo n. 281) o addirittura al 1954 (regolamento di polizia veterinaria sui cani aggressivi)! Quella del randagismo in Sicilia è diventata un'emergenza per scelta delle amministrazioni comunali che scelgono di ignorare le leggi e si sono rifiutate di avviare misure di prevenzione del randagismo dando attuazione alle normative vigenti che pongono in capo ai comuni la sterilizzazione e l'identificazione, tramite microchip, dei cani privi di proprietario.

I Comuni, così come prescrive la Legge n.15 del 2000 devono, anche in consorzio tra di loro, progettare e costruire Rifugi Sanitari e per il Ricovero di cani e gatti. Tramite queste strutture i servizi veterinari delle ASL devono attuare interventi di controllo demografico delle popolazioni randagie così come sollecitato da anni anche dal Ministero della Salute, che con diverse circolari rivolte proprio alle amministrazioni del sud Italia ha qualificato la sterilizzazione dei randagi come un'azione di sanità pubblica urgente ed inderogabile.

Le 10 Associazioni animaliste sottolineano che "la sterilizzazione dei randagi è l'unico modo legale, razionale e produttivo per arginare la drammatica questione sempre più avvertita dai cittadini. Ma in Sicilia i Comuni e le ASL che attuano le sterilizzazioni si contano sulle dita delle mani; nessun comune attiva le polizie municipali per controllare se i cani di proprietà posseggano il previsto e obbligatorio microchip; non si disincentivano gli abbandoni né vengono adeguatamente perseguiti i reati di abbandono e maltrattamento di animali; non vi è nessuna cultura sul cane di quartiere o sulle colonie feline... Chi paga le conseguenze di tutto questo? Cittadini e randagi naturalmente!"

Questi i punti-chiave che, secondo le Associazioni di volontariato animalista, devono divenire le priorità degli enti locali e delle ASL siciliane in tema di lotta al randagismo:

a) campagne massicce di sterilizzazioni dei randagi; riconoscimento e assistenza sanitaria delle colonie feline e dei cani di quartiere e liberi sul territorio comunale, come previsto dalle norme vigenti;

b) lotta al fenomeno degli abbandoni e per il controllo demografico degli animali d'affezione;

COMUNICATO STAMPA pag.2/2

c) adozioni di cani e gatti ospiti dei canili/gattili privati e dei cuccioli randagi; chiusura dei canili-lager creati da speculatori che hanno trasformato il randagismo in un ricco business a spese dei fondi pubblici;

d) costruzione di rifugi sanitari e per il ricovero, pubblici, così come prevede la legislazione (es. creazione di strutture di parco-canile come alternativa al vecchio concetto di canile);

e) educazione al rispetto degli animali (programmi nelle scuole, nei quartieri) e al possesso responsabile di animali d'affezione (campagne e controlli per microchippare i cani, e diffusione della sterilizzazione).

e) pronto soccorso h24 con ambulanza attrezzata per animali incidentati o feriti;

f) educazione al rispetto degli animali (programmi nelle scuole, nei quartieri) e al possesso responsabile di animali d'affezione (campagne e controlli per microchippare i cani, e diffusione della sterilizzazione).

Di fronte agli avvenimenti tragici del ragusano sta emergendo la fobia e l'odio incondizionato contro i randagi, tanto che qualcuno paventa soluzioni sommarie e fai-da-te (polpette avvelenate, battute di "caccia al cane" ecc.): le Associazioni diffidano pubblicamente chiunque agisca in modo illegale avvelenando, cacciando o maltrattando gli animali, perché non è certo così che si risolve il problema.

Cittadini ed associazioni animaliste, invece, dovrebbero unirsi per fare emergere le responsabilità degli enti competenti che sono rimasti inattivi, veri responsabili di questa "emergenza". Con l'odio e le "spedizioni punitive" non si sanano le inadempienze ma si colpisce ancora chi è di fatto la vera vittima: l'animale umano e non.

18 marzo 2009

Associazioni Siciliane:

L.I.D.A. Lega Italiana Diritti dell'Animale

Amici del Cane Onlus

Amici degli Animali

Lega Nazionale per la Difesa del Cane

Animalisti Italiani

OIPA Organizzazione Internazionale Protezione Animali

ANTA Associazione Nazionale Tutela Animali

Associazioni fuori regione:

FRECCIA 45 - Associazione per la protezione e difesa animale

Associazione Rapid Dogs Rescue

AmiciCani

giovedì 19 marzo 2009

Come sono stati spesi i fondi contro il randagismo ?

IL CENTRO

18 MARZO 2009

L'Enpa: «Come sono stati spesi i fondi contro il randagismo?»

Monica Viviani

«QUI ci sono responsabilità da paura a tutti i livelli». Il duro attacco sui cosiddetti «cani killer» arriva da Carla Rocchi, presidente dell'Ente nazionale protezione animali (Enpa) che ha minacciato di denunciare «chiunque si rendesse responsabile di tale reato», ovvero l'abbattimento dei cani di Modica. Gli abbattimenti sono stati sospesi. E ora? «Noi procediamo lo stesso con le denunce contro chi si è macchiato di comportamenti illegali o omertosi». La legge 281 però non esclude la soppressione. «La legge parla di eutanasia ad opera di veterinari solo se il cane ricoverato in una struttura è incurabile e di comprovata pericolosità. Non si parla di battute di caccia. Per fortuna i cacciatori si sono dissociati. Quanto sta accadendo mi ricorda quel sindaco che anni fa, ai tempi della guerra nei Balcani, per risolvere il problema randagismo voleva mandare tutti i cani in Albania». Di chi è la responsabilità per quanto sta accadendo? «In generale è dei sindaci che hanno l'obbligo di provvedere al fenomeno. Ma non solo». Chi altro? «Dal 2003 a oggi lo Stato, quindi senza contare i fondi regionali, ha erogato alla regione Sicilia 2 milioni e 168mila euro per far fronte al fenomeno randagismo, di cui il 60% vincolato alla sterilizzazione. Quante ne hanno fatte le Asl? Evidentemente queste risorse non sono state correttamente impiegate se in tutta la Sicilia il randagismo continua a essere un'emergenza. Ma qui la responsabilità è anche di chi ha affidato, se di affido giudiziario si tratta, quei cani a una persona inadeguata». Quindi la magistratura? «Insomma è come affidare un bambino a un pedofilo! Se affido un bambino a una famiglia non vado a controllare? Se si tratta di un affido da parte della magistratura questa ha l'obbligo di vigilare e di disporre le risorse». Da un controllo fatto a settembre sembra però che tutto fosse a norma. «E da settembre a ora cosa è successo? Un cataclisma?». Cosa si dovrebbe fare davanti a simili emergenze? «L'assessore regionale deve vedere quanto ha in cassa, quanto ha dato ai Comuni e provvedere con le sterilizzazioni. Devono prendere iniziative e l'Enpa è disponibile a prendere in consegna i cani. Comunque la legge è di 18 anni anni fa e il primo tavolo regionale per affrontare il problema ci sarà domani». Non è, per caso, che è la legge che non funziona? «Vi sono vaste zone del Paese dove è stata applicata e il randagismo non è più un problema. Come a Trieste, Genova, Pescara, nella stessa Roma. La legge è la stessa e la ripartizione dei fondi anche». Come andrà a finire? «Sono poco fiduciosa e temo che dopo questo clamore tutto tornerà come prima».

No alle vendette I veri bastardi sono gli uomini


IL GIORNALE

19 MARZO 2009

No alle vendette I veri bastardi sono gli uomini

Mark Twain lo sapeva già: «Se raccogliete un cane affamato e gli date da mangiare, potete star sicuri che non vi morderà. Questa è la principale differenza tra l'uomo e il cane». Verranno abbattuti con un'iniezione, mentre guaiscono a terra, tremando. I cani hanno paura dei veterinari, anche quelli randagi, anche gli assassini. Quando vedono una siringa sbarrano gli occhi. I cani bisogna saperli accarezzare, altrimenti mordono e dimenticano che da millenni amano l'uomo. Il sindaco di Modica abbasserà il pollice e penserà di aver fatto il proprio dovere. Giustizia è fatta. La coscienza è pulita. La morte di un bambino può essere archiviata con un po' di veleno nelle vene del branco ribelle. L'uomo è un animale meschino, quando trova qualcuno a cui sbattere sul groppone la colpa si sente in grazia con Dio. Basta un agnello sacrificale e tutti i peccati del mondo vengono spazzati via. Il guaio è che i randagi moriranno e non servirà a nulla. Li hanno già catturati. Le agenzie annunciano che hanno preso anche il capo branco, quasi fosse Bin Laden o il brigante Fra Diavolo. L'enfasi è la stessa.
Quello che fa paura è altro. In Sicilia i randagi vagano nelle città e nelle periferie. Si ritrovano in branchi, abbandonati dall'uomo, affamati, cattivi, perché la fame è cattiva, e con la diffidenza negli occhi.La Sicilia è come Budapest, un'altra terra dove l'uomo ha rotto il contratto con il cane. Lo ha ripudiato. E anche lì c'è lo stesso problema. Il branco è pericoloso. Ma all'origine di tutto questo c'è un essere senza morale, l'uomo.
È l'uomo che prende i cani e li abbandona, perché l'amore è fatica. È responsabilità. È impegno. Il cane non è una merce. Non si prende al supermercato. Non lo butti nella spazzatura. E per ucciderlo, comunque, ci vuole stomaco. Il randagismo non è un'invenzione dei cani. È menefreghismo, vigliaccheria, avidità. Tutti difetti umani. C'è gente che ci campa con i canili. Sapete quanto ricevono dai Comuni i canili in Sicilia? Tre euro al giorno. A Milano 80 centesimi. I canili servono, ma troppo spesso sono solo un affare. È l'uomo che abbandona. È l'uomo che fa diventare il cane selvaggio. È l'uomo che incrocia le razze per moda o brutalità. E crea macchine da guerra. È l'uomo che non fa l'unica cosa saggia da fare di fronte a queste emergenze: sterilizzare i cani randagi. È l'uomo che se ne frega e ora diffonde la paura.
Tutti noi stiamo accarezzando un gioco malsano. Ogni giorno buttiamo fuori chili di paura, li diffondiamo nella società, quasi a voler dare una forma al male che si agita dentro di noi. Stiamo creando eserciti di mostri su cui scaricare ossessioni e sensi di colpa. Oggi tocca ai cani killer, ieri e domani a qualcun altro. La psicosi dei cani assassini farà altro male. Altra gente lascerà per strada il presunto omicida. Paura, paura, paura. Questa è la ricetta per risolvere tutti i nostri problemi. Poi ogni tanto facciamo il nostro sacrificio agli dei. Basta una siringa, un guaito e per qualche giorno siamo liberi dal male.

Palermo: avvelenati cinque cani randagi


TG COM

19 MARZO 2009

Palermo, 5 cani randagi avvelenati

Animalisti: "Rischio isteria collettiva"

Provincia di Palermo - Cinque cani sono stati avvelenati tra Cinisi e Terrasini, nel Palermitano. Gli animalisti della zona temono il diffondersi di un fenomeno d'isteria collettiva, dopo i fatti di Modica (Rg), dove un bambino è morto e una turista tedesca è gravissima per le aggressioni di due branchi di cani. "Non vorremmo, dice Massimiliano Mazzola, che in questo clima qualcuno possa sentirsi autorizzato a sterminare indiscriminatamente i cani randagi della zona".Secondo quanto riferito dal personale dell'Asl, che ha esaminato i corpi degli animali, la causa dei cinque decessi sarebbe proprio da attribuire a un avvelenemento. Con molta probabilità, i randagi sono stati uccisi con del cibo contaminato. Al momento le autorità locali non hanno acnora individuato i responsabili della strage. Nel frattempo in tuttala Sicilia prosegue il rastrellamento dei randagi, con l'obiettivo di bonificare le aree più a rischio ed evitare altre tragiche aggressioni. Le zone più colpite dal fenomeno del randagismo sono le periferie e le aree rurali. In queste zone i cani, affamati e disperati, si aggirano liberamente alla ricerca di cibo. Una volta individuati, i branchi vengono isolati e gli animali vengono sedati e successivamente trasportati nei canili in attesa di capire come procedere.

"Ordinanza di abbattimento è di buon senso"
Il sindaco di Modica Antonello Buscema replica al sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, sostenendo che "l'ordinanza di abbattimento dei cani killer è una soluzione di buon senso a difesa della pubblica incolumità". "Non c'è alcuna necessità che indossi una foglia di fico per perorare l'ordinanza - aggiunge il primo cittadino -. La convinzione nasce dal semplice buon senso e dal rispetto, sopra ogni cosa, della persona umana. Registro che il sottosegretario Martini è di avviso diverso e non posso che prenderne atto". Secondo il sindaco, "ridurre la questione a una polemica politica di profilo indefinibile, atteso il dolore incommensurabile di una famiglia e di una donna che lotta per scampare alla morte, mi appare un esercizio di pessimo gusto da parte di un sottosegretario che non può permettersi il lusso di concretizzare".


L'UNIONE SARDA

18 MARZO 2009

Palermo: avvelenati cinque cani randagi

Provincia di Palermo - Cinque cani sono stati avvelenati tra Cinisi e Terrasini, nel palermitano. Il personale dell'Asl, che ha esaminato i corpi degli animali, ha stabilito che la probabile causa dei decessi sia proprio l'avvelenamento. "Temiamo - dice Massimiliano Mazzola, referente dell'associazione siciliani animalisti di Cinisi e Terrasini - che, dopo i recenti e tragici fatti di Modica (Rg), questi avvelenamenti siano la conseguenza del diffondersi di un fenomeno d'isteria collettiva. Non vorremmo che in questo clima qualcuno possa sentirsi autorizzato a sterminare indiscriminatamente i cani randagi della zona".


THE INSTAL BLOG

18 MARZO 2009

Randagi killer: Palermo, avvelenati cinque cani

PALERMO - Sindrome da cani randagi nel Palermitano: cinque bestiole sono state avvelenate tra Cinisi e Terrasini, nel palermitano. Secondo veterinari dell'Asl, che hanno esaminato i corpi degli animali, la probabile causa dei decessi potrebbe essere l'avvelenamento. ''Temiamo - ha osservato Massimiliano Mazzola, referente dell'associazione siciliani animalisti di Cinisi e Terrasini - che, dopo i recenti e tragici fatti di Modica (Rg), questi avvelenamenti siano la conseguenza del diffondersi di un fenomeno d'isteria collettiva".

Imperia provincia : nuove crudelta' sugli animali


RIVIERA 24

19 MARZO 2009

Spariti altri 5 gattini

Due nuovi episodi di violenza contro gli animali alla Foce di Sanremo

Sanremo (IM) - Un gatto è stato parzialmente immerso nell'acido procurandogli orrende mutilazioni alle zampe anteriori. Un altro è stato percosso con un bastone, poi gli è stato appiccato il fuoco sulla schiena A Sanremo si sono verificati due nuovi episodi di violenza contro gli animali alla Foce. Un gatto è stato parzialmente immerso nell'acido procurandogli orrende mutilazioni alle zampe anteriori. Un altro è stato percosso con un bastone, poi gli è stato appiccato il fuoco sulla schiena. Si sospetta che nel quartiere agisca una sorta di serial killer dei gatti. Negli ultimi tre mesi è stata denunciata la sparizione di 5 gatti in via Padre Semeria, via Barabino e corso Inglesi. Due settimane fa, in strada Solaro Rapalin, nella notte qualcuno aveva appeso un gatto nero a una staccionata. A dicembre ignoti impiccarono un gatto allo specchietto di un'auto all'incrocio tra corso Marconi e via Padre Semeria

Randagi killer: per la legge 'non si possono abbattere'


ANSA
17 MARZO 2009
Randagi killer: per la legge 'non si possono abbattere'
ROMA - 'I cani vaganti ritrovati, catturati o comunque ricoverati presso strutture... non possono essere soppressi'' e "non possono essere destinati alla sperimentazione". Lo prevede la Legge 281 del 14 agosto 1991 definita "Legge quadro in materia di animali da affezione e prevenzione del randagismo". Nello stesso testo si precisa che i cani "ricoverati nelle strutture", "possono essere soppressi in modo esclusivamente eutanasico, ad opera di medici veterinari soltanto se gravemente malati, incurabili o di comprovata pericolosità". Sempre secondo la 281 sono le regioni che devono disciplinare con propria legge "l'istituzione dell'anagrafe canina presso i comuni o le unità sanitarie locali", nonché adottare "un programma di prevenzione al randagismo". Sono i comuni, poi, "singoli o associati" e le comunità montane, a dover provvedere al risanamento dei canili comunali esistenti o costruirne di nuovi "nel rispetto di criteri stabiliti con legge regionale e avvalendosi dei contributi destinati a tale finalità dalla regione". Il codice penale, da parte sua, con l'articolo 544 bis sui "delitti contro il sentimento per gli animali", prevede che "chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi". In base poi al DPR 320 del '54, regolamento di polizia veterinaria, si prevede che i cani che hanno morso e sono stati catturati restino in osservazione nei canili per 10 giorni al solo fine della verifica antirabbica.

Reggio Emilia: cicogna uccisa a fucilate

LIPU, CICOGNA UCCISA A FUCILATE IN NIDO NEL REGGIANO

REGGIO EMILIA - Uccisa con un colpo di fucile all'interno del nido, in pieno periodo di nidificazione, sotto gli occhi del compagno. E' la fine di una femmina di cicogna bianca nei pressi di Correggio, nel Reggiano, impegnata col maschio a nidificare su un traliccio dell'alta tensione. A denunciare il fatto e' la Lipu-BirdLife Italia, che con le Guardie ecologiche e la Polizia Provinciale di Reggio Emilia ha recuperato due giorni fa il corpo dell'animale, vegliato fino a quel momento dal maschio. Portata al Centro Recupero Fauna Selvatica Lipu di Reggio Emilia, la cicogna e' stata sottoposta a necroscopia, che ha confermato come la morte sia stata causata da un pallino sparato all'occhio, quasi certamente da terra, mentre l'animale era al nido, posizionato a 18 metri di altezza su un traliccio, dal quale sporgeva la testa. Il pallino ha causato un'emorragia cerebrale e la morte della cicogna. La specie e' presente con pochissime coppie nella provincia di Reggio Emilia, e solo un centinaio a livello nazionale. La zona e' interdetta alla caccia e il nido era presente fin dal 2006, monitorato costantemente dalle guardie provinciali. Nel corpo dell'animale, fino all' uccisione sano e in ottima salute, sono stati ritrovati cinque uova che da li' a poco avrebbe deposto. ''Condannando questo fatto di bracconaggio gravissimo e ignobile - dice Elena D'Andrea, direttore generale Lipu - non possiamo che confermare i nostri timori sui disegni di legge sulla caccia: allentare i vincoli venatori e diminuire i controlli significa dare un segnale in controtendenza sulla necessita' di combattere le illegalita' ambientali''.

martedì 17 marzo 2009

Olbia - SOLE E LUNA : ORRORE ! Due Angeli "incaprettati"

Sole e Luna : ANGELI SEVIZIATI
Perchè li hanno maltrattati cosi? Non ci sono parole, ennesima violenza su esseri indifesi.
Ieri sera alle 18,30 siamo stati chiamati dietro segnalazione di un signore, in una zona alla periferia di Olbia in località LIDO DEL SOLE , era stato colpito da dei lamenti che provenivano dalla campagna circostante, aveva trovato due cuccioli in condizioni pietose che si lamentavano : Signora la prego faccia qualcosa, sono due scheletrini e non riescono a muoversi, io ho avuto paura, mi hanno fatto troppa impressione , ma la prego faccia qualcosa.
Barbara e Laura hanno impiegato quasi tre ore per trovarli, ed al buoi non avevano più forze. Poi la chiamata , corri, avverti la clinica è una cosa oscena, i piccoli sicuramente sono stati tenuti per lungo tempo " incaprettati" , le gambe posteriori non hanno muscoli. Una situazione straziante, due pupazzi di pelo in condizioni inimmaginabili. Abbiamo dovuto lavarli, erano ricoperti di escrementi, sofferenze inaudite, le zampette con i segni delle corde tenute per lungo tempo strette e loro nella posizione in cui qualche essere vergognoso li ha torturato per lunghi mesi.Sarà molto dura la loro ripresa, non riescono a rimane in" piedi " ma solo sdraiati, le loro gambe non hanno muscoli, sono atrofizzati. Mi domando, me lo chiedo sempre, che senso ha tutto questo, perchè tanta violenza su due creature di pochi mesi, i loro occhi sono l' unica cosa che possa dire che sono " vivi ". Dimenticavo, hanno avuto la forza , dopo che li avevamo lavati e rifocillati, di scodinzolarci e darci i " bacini". In tanti anni che ci occupiamo di animali esseri cosi' "straziati" ne ho visti pochi, questa è una vera violenza con ben pochi paragoni. Vederli è uno sofferenza unica, il veterinario dice che potranno farcela, le lastre non hanno evidenziato nessun anomalia a livello di articolazioni.Vi chiedo con il " cuore in mano" aiutate Luna e Sole, da soli non possiamo piu' farcela.
Cosetta
www.lidaolbia.it

I piccoli sono morti entrambi.

lunedì 16 marzo 2009

Macerata provincia : ancora cani uccisi da bocconi avvelenati


CORRIERE ADRIATICO
15 MARZO 2009
Episodi simili erano stati già segnalati ai dannidi gatti randagi nella zone della ex fornace Massi
Le varie segnalazioni riguardano la zona di contrada Bura a due passi dalle Terme di Santa Lucia
Ancora cani uccisi da bocconi avvelenati
Tolentino (MC) - Una situazione inquietante si sta registrando da qualche tempo a questa parte nella zona di contrada Bura, a due passi dalle Terme di Santa Lucia. Infatti, sono stati segnalati diversi casi di cani morti con dei bocconi avvelenati. Una pratica barbara che, però, per il momento non ha ancora trovato riscontro con denunce ufficiali alle forze dell'ordine. Episodi simili erano stati già segnalati ai danni di gatti randagi nella zone della ex fornace Massi. I bocconi avvelenati, dunque, continuano a disseminare morte nella nostra città. Muoiono fra atroci sofferenze cani e gatti. Vi sono stati casi anche vicino ad abitazioni e la paura è che un giorno o l'altro qualche esca avvelenata possa arrivare nelle mani di un bambino. Eppure, poco o nulla si sente dire su questo problema e nulla si fa per fermarlo, nonostante che disseminare bocconi avvelenati sia una pratica illegale e costituisca un reato penale. Solo chi ha visto un cane morire di avvelenamento sa quale ne sia la sofferenza e l'agonia. E' una scena terribile, che non è possibile dimenticare. I veleni sono numerosi e per la maggior parte di essi non vi è antidoto. La terapia è in genere solo di supporto, nel tentativo di aiutare l'animale a vomitare la sostanza ingerita e a superare la fase critica. Molti di questi veleni agiscono lasciando completamente lucido l'animale, che quindi soffre fino alla fine. In questi ultimi anni si sono verificati con sempre maggiore frequenza casi di avvelenamento di animali. Migliaia di animali domestici hanno perso la vita per aver ingerito bocconi avvelenati e la stima di quelli selvatici è impossibile da effettuare. Anche nelle nostre zone, ormai nella maggior parte dei Comuni, si assiste con sconcertante frequenza a casi di avvelenamento. Moltissimi sono stati anche i cani e gatti domestici colpiti, sia sul territorio libero sia addirittura in alcuni casi in proprietà recintate e in prossimità di case. L'utilizzo di bocconi avvelenati è un crimine. La legge vieta espressamente l'uso di questi mezzi e prevede sanzioni penali per chi contravvenga a questo divieto. Sono mezzi di morte incontrollabili, che possono colpire qualunque animale e addirittura mettere in pericolo esseri umani, soprattutto i bambini. Porre fine a questa pratica è non solo un necessario passo per una società più civile, ma anche una questione di salute e sicurezza pubblica. Per questo, da parte di un gruppo di cittadini tolentinati che si occupa della cura di cani e gatti abbandonati, è giunto forte l'appello a cercare di contrastare la pratica di disseminare bocconi avvelenati ed a segnalare alle autorità episodi come quelli che si sono riscontrati in contrada Bura.

Treviso provincia : sparano ai cani con fucile ad aria compressa

IL GAZZETTINO
15 MARZO 2009
A Vallà qualcuno spara ai cani per divertirsi con un fucile ad aria compressa
Giorgio Volpato
Riese Pio X (TV) - Qualche anno fa aveva scelto di lasciare la città, trasferirsi nella tranquilla campagna, per scoprire che anche tra il verde dei campi tutto tranquillo proprio non è. "Sono venuto a vivere a Vallà di Riese Pio x - spiega Luciano Milano - per scoprire che anche qua ci sono criminali che per divertirsi, prendono di mira gli animali". Era già successo un paio di anni fa. Uno dei suoi cagnetti, un maschio di oltre quindici anni, tornò a casa dal suo giro nei campi circostanti via Molino di Ferro dove Milano vive, sanguinante ed in pessime condizioni, così come una cagnetta più giovane. Due piccoli bastardini regolarmente registrati che Luciano Milano è stato costretto a portare dal veterinario. Il maschio, lo hanno evidenziato le lastre dopo una radiografia, aveva in corpo ben cinque proiettili di carabina ad aria compressa. In quella occasione denunciò il fatto ai carabinieri indicando anche il suo sospetto autore ma come si poteva ipotizzare, senza prove la cosa non ha avuto seguito. Ora la storia si è ripetuta. "E' successo martedì scorso, - aggiunge Milano - Friz, il mio cagnetto, è tornato a casa insanguinato e sofferente e con un proiettile da carabina ad aria compressa in corpo. Il mio appello è di non portare animali a Vallà. Quà c'è un criminale che si diverte a fare il tiro a segno in mezzo ai campi". Il problema è scovare il "tiratore scelto", l'"eroe", il Rambo che se la prende con gli animali indifesi, l'autore di un gesto che non ha qualifica, che squalifica, un gesto incivile come incivile è chi lo compie, per di più su un animale indifeso. "Il cagnetto era molto scosso, - dice il dottor Maurizio Pasinato, il veterinario che lo ha visitato - era sotto choc. Il proiettile è ancora in corpo. Prima di estrarlo dovrà passare qualche giorno, verificare se ci sono infezioni in atto e poi procedere all'estrazione". Del fatto Luciano Milano ha fatto regolare denuncia ai Carabinieri.

Belluno provincia : strage di cani con i bocconi al pesticida


IL GAZZETTINO
15 MARZO 2009
L'ultimo episodio è stato registrato a Servo di Sovramonte dove un bastardino è stato stroncato dopo aver ingerito una polpetta avvelenata con il Methomyl
Strage di cani con i bocconi al pesticida nei campi
La proprietaria dell'animale, Laura Re: «L'ho lasciato libero per qualche minuto ed è ritornato da me agonizzante»
Daniele Mammani
Sovramonte (BL) - L'allarme avvelenamento degli animali è reale e a confermarlo è la voce autorevole della chimica. Di qualche giorno fa è la notizia dell'avvelenamento di un cane meticcio di piccola taglia, di nome Denver du due anni, nella zona del sovramontino e più precisamente a Servo, che si aggiunge alla decina (gatti compresi) dei mesi scorsi. «È stata una scena che non posso dimenticare - racconta la proprietaria di Denver, Laura Re - e difficili da descrivere sono le sofferenze a cui è andato incontro il mio cane nei momenti che lo hanno accompagnato alla morte».Laura, vedendo le condizioni dell'animale, ha pensato subito ad un tipo di veleno, ipotesi confermata anche dai risultati degli esami dell'Istituto Zooprofilattico delle Venezie sede di Belluno. Gli esami che hanno portato alla scoperta del veleno sono passati attraverso l'analisi del contenuto dello stomaco del cane. Infatti il cibo rinvenuto è risultato essere della carne mecinata "arricchita" con Methomyl, un potente pesticida usato nei frutteti. «Stavo facendo una passeggiata - continua Laura - assieme a Denver, quando in una zona dove ci sono alcune casere ho tolto il guinzaglio e lo ho lasciato libero. Non sono trascorsi 5 minuti che l'animale è tornato verso di me barcollante e si è accasciato. Ho provato a rianimarlo, ma i miei tentativi sono risultati vani, e la paralisi del corpo pian piano andava avanti. Solo 20 minuti, tanto è bastato, perchè sopraggiungesse la morte». Inevitabile pensare, visto che all'animale non veniva somministrata della carne macinata, che in quel breve lasso di tempo abbia potuto consumare qualche boccone appositamente preparato per gli animali carnivori che si aggirano nella zona. «Mettendo per un attimo da parte l'affetto per Denver - conclude Laura - questo pesticida è molto pericoloso anche per l'uomo. Infatti il solo contatto o l'inalazione possono provocare disturbi gravi e anche la morte. Figuriamoci se inavvertitamente il boccone fosse stato toccato da un bambino. Voglio andare a fondo con questa storia facendo anche denuncia ai carabinieri di Lamon».