Un pignoramento in corso, animali da sfamare e Comuni che non lo pagano.
E' il dramma di Antonio Scarano, gestore del canile di Lido Azzurro e presidente dell'associazioni animalista "Arca di Noè" che questa mattina si è cosparso di benzina e ha minacciato di darsi fuoco se non gli sarà garantito il denaro necessario per nutrirsi e sfamare gli oltre duecento cani che ha raccolto nel suo canile. "E' da domenica - ci dice - che io ed i cani non mangiamo. Ho subito un pignoramento perchè non sono riuscito a pagare i fornitori delle crocchette. Ma la responsabilità è dei Comuni che da ormai troppo tempo non saldano i conti". Il canile, situato nella zona del fiume Tara, è al servizio di diverse amministrazioni comunali: Carosino, Monteiasi, Montemesola, San Giorgio, Roccaforzata, Massafra, Faggiano e Taranto. "Tra queste - dice Scarano - solo Faggiano paga regolarmente e con Massafra ho un credito di circa 300mila euro per il quale esiste una sentenza che, stranamente, non è ancora stata notificata, nonostante l'esecutività della stessa. Quei soldi mi basterebbero per garantire il funzionamento del canile". Erano mesi che Scarano minacciava la protesta. Ora che proprio non ce la fa ad andare avanti ha deciso di non mollare. Dalle prime ore di stamattina è sul tetto dell'edifico al di là del cancello del canile e tra l'abbaiare dei suoi cani aspetta silenzioso una risposta. Sul cancello ha affisso un avviso che chiude: "per amore, solo per amore". Si tratta di indicazioni e suggerimenti utili per la cura dei cani malati che dovessero andare in affidamento ad altre strutture. Sono dieci anni che gestisce quel canile e in passato ha ottenuto l'affidamento anche di altre strutture, tra cui quella di San Giorgio, oggi sotto sequestro per sovraffollamento di cani. "Non conto mai quanti cani ho - dice - perché non fa differenza quanti siano. Hanno tutti bisogno di cure ed a volte anche una carezza può bastare a renderli felici". Fuori dai cancelli le pattuglie dei Carabinieri della Compagnia di Taranto e i vigili del fuoco che stanno cercando di dissuadere Scarano dal tragico gesto.
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E' il dramma di Antonio Scarano, gestore del canile di Lido Azzurro e presidente dell'associazioni animalista "Arca di Noè" che questa mattina si è cosparso di benzina e ha minacciato di darsi fuoco se non gli sarà garantito il denaro necessario per nutrirsi e sfamare gli oltre duecento cani che ha raccolto nel suo canile. "E' da domenica - ci dice - che io ed i cani non mangiamo. Ho subito un pignoramento perchè non sono riuscito a pagare i fornitori delle crocchette. Ma la responsabilità è dei Comuni che da ormai troppo tempo non saldano i conti". Il canile, situato nella zona del fiume Tara, è al servizio di diverse amministrazioni comunali: Carosino, Monteiasi, Montemesola, San Giorgio, Roccaforzata, Massafra, Faggiano e Taranto. "Tra queste - dice Scarano - solo Faggiano paga regolarmente e con Massafra ho un credito di circa 300mila euro per il quale esiste una sentenza che, stranamente, non è ancora stata notificata, nonostante l'esecutività della stessa. Quei soldi mi basterebbero per garantire il funzionamento del canile". Erano mesi che Scarano minacciava la protesta. Ora che proprio non ce la fa ad andare avanti ha deciso di non mollare. Dalle prime ore di stamattina è sul tetto dell'edifico al di là del cancello del canile e tra l'abbaiare dei suoi cani aspetta silenzioso una risposta. Sul cancello ha affisso un avviso che chiude: "per amore, solo per amore". Si tratta di indicazioni e suggerimenti utili per la cura dei cani malati che dovessero andare in affidamento ad altre strutture. Sono dieci anni che gestisce quel canile e in passato ha ottenuto l'affidamento anche di altre strutture, tra cui quella di San Giorgio, oggi sotto sequestro per sovraffollamento di cani. "Non conto mai quanti cani ho - dice - perché non fa differenza quanti siano. Hanno tutti bisogno di cure ed a volte anche una carezza può bastare a renderli felici". Fuori dai cancelli le pattuglie dei Carabinieri della Compagnia di Taranto e i vigili del fuoco che stanno cercando di dissuadere Scarano dal tragico gesto.
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