Dissequestrate le strutture di Giuliano di Roma e Sgurgola (FR) - Provvedimento anomalo: cani come oggetti, si ristruttura il canile con loro dentro
Libertà e Spino chiedono di essere tirati fuori di là. Erano diventati il simbolo della campagna adozioni promossa da ACL Onlus che dall'inizio del sequestro dei canili di Giuliano di Roma e Sgurgola nol novembre 2007 ha portato all'affido di decine di cani, ma loro non hanno ancora trovato una famiglia e come loro altri 200 cani che ancora si trovano in quelle strutture.
Seguiti costantemente dai volontari, hanno fatto enormi progressi comportamentali, trovando un proprio equilibrio. Dal 25 gennaio torneranno nella materiale disponibilità del precedente gestore, nonché proprietario della struttura. E' di oggi la notizia, infatti, che con provvedimento del 22 gennaio 2010, il Tribunale di Frosinone nella persona del Giudice dr.ssa Annalisa Marzano ha disposto il dissequestro differito a trenta giorni di distanza l'uno dall'altro dei canili di Giuliano di Roma e Sgurgola , sequestrati nel novembre 2007 - per consentire al proprietario lavori di adeguamento dei box atti a rendere entrambe le strutture a norma.
"Questo provvedimento non ha precedenti in Italia, potrebbe verificarsi di fatto inattuabile". A parlare è Maria Cristina Salvucci, presidente di ACL Onlus, associazione delegata dalla Procura di Frosinone sin dall'inizio agli affidi dei cani sequestrati.
Per quanto riguarda la struttura di Giuliano di Roma, la prima che dovrebbe essere interessata dalla ristrutturazione già da lunedì 25 gennaio, occorre considerare che i box autorizzati sono appena 45, divisi in due padiglioni e sono ancora presenti attualmente nel canile un numero di circa 200 animali, tutti per lo più di taglia grande, anziani o interessati da gravi problemi comportamentali, di cui una trentina necessitano di box singoli perché incompatibili con i loro simili. Il giudice non ha considerato né indicato le modalità di sistemazione dei cani durante i lavori, delegando semplicemente alla Asl di Frosinone il monitoraggio delle modalità e condizioni di custodia degli animali presenti. Di fatto, si renderebbe necessario procedere all'unione di gruppi di cani ora custoditi in singoli box e non abituati a convivere, con il rischio di un aumento dello stress e aggressioni. Onde evitare il fenomeno degli sbranamenti, infatti, successivamente al sequestro si è provveduto - man mano che il numero degli animali diminuiva come conseguenza delle adozioni - a selezionare gruppi di cani tra loro compatibili, che nel tempo sono diventati stabili e sempre più fiduciosi e socializzati. Confondere i gruppi per fare spazio ai lavori significherebbe mettere a rischio l'equilibrio e l'incolumità di molti animali.
Occorre anche evidenziare come l'originario sequestro non interessasse solo le strutture, ma fosse stato esteso ai cani, che il Gup Marzano non ha provveduto a dissequestrare, con l'evidente conseguenza che responsabile del loro benessere, sicurezza e incolumità rimane l'attuale Custode giudiziario e che né gli operai né gli stessi delegati dalla Procura ad effettuare opere e controlli potrebbero toccarli senza incorrere nel reato di violazione dei sigilli.
In relazione a quanto sopra esposto, chiediamo l'immediato intervento di tutte le autorità competenti e ci attendiamo una presa d'atto e responsabilità da parte di tutti coloro che dovrebbero materialmente operare dal 25 gennaio all'interno del canile di Giuliano di Roma.
Alle associazioni di protezione animale e a tutti coloro che ci sostengono da tempo, chiediamo di aiutarci nella promozione delle adozioni di Libertà, Spino e di tutti i cani ancora ricoverati a Giuliano di Roma.
(Sotto, una carrellata di foto scattate prima del sequestro a Giuliano di Roma)
(Sotto, foto scattate dai volontari nel canile di Giuliano di Roma di recente)
(Sotto, la tripode Tris a Giuliano di Roma prima del sequestro e nell'ultima foto dopo l'adozione di questi giorni)
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