Il capo dei pm Dario Granieri e l\`aggiunto Domenico Airoma indagano contro persone da identificare.
Denunce, segnalazioni, richieste d\`intervento. Una montagna di carte ha trasformato il problema dei cani randagi in autentica emergenza. Ce ne sono troppi in giro per la città, e di taglia diversa. E molti costituiscono una minaccia per i cittadini che, loro malgrado, rischiano d\`essere aggrediti. L\`ultimo episodio è storia di qualche giorno fa, su viale Mancini. Un uomo si stava godendo la sua ora di jogging pomeridiano quando, improvvisamente, è stato assalito da un branco di cani che sembravano impazziti. Il poveretto ha dovuto inevitabilmente aumentare il suo ritmo di corsa, riuscendo a trovare riparo in una vicina attività commerciale. Alla fine ha raccontato d\`essersela vista davvero brutta. Un episodio che ha fatto traboccare un vaso troppo pieno perchè i cittadini che invocano l\`intervento degli enti urlano nel deserto. Così qualcuno ha deciso di rivolgersi alla Procura cittadina. E il capo dei pm, Dario Granieri, e l\`aggiunto, Domenico Airoma, hanno aperto un fascicolo contro persone da identificare.
L\`inchiesta punta a fare luce sul comportamento omissivo delle istituzioni alle quali sarebbe demandata la soluzione del problema del randagismo: Comune e Azienda sanitaria provinciale. Una normativa ancora troppo vaga consente ai due Enti di rimpallarsi le responsabilità. Non è mai ben chiaro il ruolo dell\`uno e quello dell\`altro. E così, capita che il cittadino si ritrovi davanti un muro e che la sua legittima richiesta d\`intervento possa naufragare davanti alla complessità della insensibile burocrazia. Certo, la Cassazione, con la sentenza numero 8137, ha diversificato, di recente, i ruoli di Comune e Asp in merito a responsabilità dirette degli enti in caso di cittadini aggrediti da cani randagi. Mentre il giudice aveva stabilito che la responsabilità fosse equamente condivisa, la Suprema Corte, nella primavera dello scorso anno, ha ritenuto responsabile esclusivamente l\`Azienda sanitaria. Gli ermellini, in particolare, così si sono pronunciati: «Per l\`omessa vigilanza sui cani randagi, la legittimazione passiva spetta alla locale Azienda sanitaria, succeduta alla Usl, e non al Comune, sul quale, perciò, non può ritenersi ricadente il giudizio di imputazione dei danni dipendenti dal suddetto evento».
Adesso, toccherà ai carabinieri della Sezione di polizia giudiziaria approfondire i temi investigativi richiesti dalla Procura. E dal lavoro d\`intelligence, che si preannuncia particolarmente complesso, è attesa una soluzione all\`intricato dilemma: chi dovrà fare pulizia di randagi in città?
Ma quello dei cani che vagabondano in giro per le nostre strade non è la sola \"ansia da Fido\" che tormenta i cosentini. Accanto al randagismo, infatti, si pone il problema dei \"molossi\" che vengono portati al guinzaglio (quando va bene) senza la museruola. E così può accadere quello che è successo venerdì pomeriggio in via delle Medaglie d\`oro: un pit-bull sfuggito al controllo del suo giovane padrone ha sventrato e ucciso un esemplare di yorkshire. Nel suo impeto assassino, il cane-killer ha, pure, azzannato una donna polacca che portava a spasso il cagnolino. La, fortunatamente, donna se l\`è cavata con delle ferite che guariranno presto, lo yorkshire, invece, è rimasto sul prato privo di vita. Un episodio sul quale sta indagando la polizia municipale.
di Giovanni Pastore

Denunce, segnalazioni, richieste d\`intervento. Una montagna di carte ha trasformato il problema dei cani randagi in autentica emergenza. Ce ne sono troppi in giro per la città, e di taglia diversa. E molti costituiscono una minaccia per i cittadini che, loro malgrado, rischiano d\`essere aggrediti. L\`ultimo episodio è storia di qualche giorno fa, su viale Mancini. Un uomo si stava godendo la sua ora di jogging pomeridiano quando, improvvisamente, è stato assalito da un branco di cani che sembravano impazziti. Il poveretto ha dovuto inevitabilmente aumentare il suo ritmo di corsa, riuscendo a trovare riparo in una vicina attività commerciale. Alla fine ha raccontato d\`essersela vista davvero brutta. Un episodio che ha fatto traboccare un vaso troppo pieno perchè i cittadini che invocano l\`intervento degli enti urlano nel deserto. Così qualcuno ha deciso di rivolgersi alla Procura cittadina. E il capo dei pm, Dario Granieri, e l\`aggiunto, Domenico Airoma, hanno aperto un fascicolo contro persone da identificare.
L\`inchiesta punta a fare luce sul comportamento omissivo delle istituzioni alle quali sarebbe demandata la soluzione del problema del randagismo: Comune e Azienda sanitaria provinciale. Una normativa ancora troppo vaga consente ai due Enti di rimpallarsi le responsabilità. Non è mai ben chiaro il ruolo dell\`uno e quello dell\`altro. E così, capita che il cittadino si ritrovi davanti un muro e che la sua legittima richiesta d\`intervento possa naufragare davanti alla complessità della insensibile burocrazia. Certo, la Cassazione, con la sentenza numero 8137, ha diversificato, di recente, i ruoli di Comune e Asp in merito a responsabilità dirette degli enti in caso di cittadini aggrediti da cani randagi. Mentre il giudice aveva stabilito che la responsabilità fosse equamente condivisa, la Suprema Corte, nella primavera dello scorso anno, ha ritenuto responsabile esclusivamente l\`Azienda sanitaria. Gli ermellini, in particolare, così si sono pronunciati: «Per l\`omessa vigilanza sui cani randagi, la legittimazione passiva spetta alla locale Azienda sanitaria, succeduta alla Usl, e non al Comune, sul quale, perciò, non può ritenersi ricadente il giudizio di imputazione dei danni dipendenti dal suddetto evento».
Adesso, toccherà ai carabinieri della Sezione di polizia giudiziaria approfondire i temi investigativi richiesti dalla Procura. E dal lavoro d\`intelligence, che si preannuncia particolarmente complesso, è attesa una soluzione all\`intricato dilemma: chi dovrà fare pulizia di randagi in città?
Ma quello dei cani che vagabondano in giro per le nostre strade non è la sola \"ansia da Fido\" che tormenta i cosentini. Accanto al randagismo, infatti, si pone il problema dei \"molossi\" che vengono portati al guinzaglio (quando va bene) senza la museruola. E così può accadere quello che è successo venerdì pomeriggio in via delle Medaglie d\`oro: un pit-bull sfuggito al controllo del suo giovane padrone ha sventrato e ucciso un esemplare di yorkshire. Nel suo impeto assassino, il cane-killer ha, pure, azzannato una donna polacca che portava a spasso il cagnolino. La, fortunatamente, donna se l\`è cavata con delle ferite che guariranno presto, lo yorkshire, invece, è rimasto sul prato privo di vita. Un episodio sul quale sta indagando la polizia municipale.
di Giovanni Pastore

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