20 MARZO 2009
Tre cani uccisi dai bocconi avvelenati
VAIANO (PO). Più che un sospetto, è quasi una certezza: nelle campagne di Vaiano c'è qualcuno che mette bocconi avvelenati. Negli ultimi venti giorni ne hanno fatto le spese tre cani, trovati agonizzanti dai loro padroni e morti tra indicibili sofferenze. L'allarme è scattato grazie alle segnalazioni che i veterinari hanno fatto, come prevede la prassi, alla Polizia provinciale. I casi si sono verificati tutti nelle vicinanze o all'interno della zona di ripopolamento e cattura di Vaiano, a Sofignano e Savignano. E ora la Polizia provinciale sta facendo accertamenti per capire chi ha sparso le polpette avvelenate nelle campagne, soprattutto per evitare che altri cani facciano la stessa fine. Accertamenti difficili, perché non è semplice capire dove è avvenuto l'avvelenamento e finora non sono stati trovati bocconi al veleno. A questo proposito Leonetto Trinci, comandante della polizia provinciale, lancia un appello ai proprietari di cani. «In caso di sospetto di avvelenamento - dice - è molto importante che il proprietario ci contatti alla svelta, altrimenti dobbiamo aspettare la segnalazione del veterinario e le tracce diventano difficili da seguire». Uno degli animali avvelenati è un cane da pastore di un agriturismo, un altro è un cane di piccola taglia da compagnia. Uno dei cani è stato portato allo Studio veterinario Valbisenzio di Vaiano e si è ancora in attesa dei risultati delle analisi. Quello dei cani avvelenati purtroppo è un fenomeno ciclico, a Prato e altrove. Ogni tanto capita in pieno inverno, ma è il period da febbraio a primavera, dopo la chiusura della stagione venatoria, quello più a rischio. Le ipotesi fatte per spiegare il fenomeno sono le più varie. Una di queste lo mette in relazione con la necessità di proteggere la selvaggina delle aree di ripopolamento e cattura dalle incursioni dei predatori. In questo caso i cani farebbero le spese di bocconi avvelenati destinati alle volpi e ad altri animali. In altre province è capitato che fossero i contadini a mettere le polpette per non far passare i cacciatori dai loro terreni, ma non sembrerebbe questo il caso. Una terza ipotesi tira in ballo le gelosie tra i cercatori di tartufi, che anche in Vallata ci sono. Infine c'è sempre la possibilità di gelosie tra vicini che sfociano in una sorta di "vendette trasversali" sugli animali. Come si vede, tutto e il contrario di tutto. L'unica cosa certa è che tre cani sono morti. Quanto al veleno, prima si usava la stricnina; ora invece pare che si usino un principio chiamato metaldeide, una sostanza usata contro le lumache, tossica per l'uomo e per il cane. A Sofignano e Savignano potrebbe essere stato usato un cocktail di sostanze, solo i risultati degli esami tossicologici potranno dare una conferma. P.N.
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