LA PROVINCIA PAVESE
14 MARZO 2009
Bocconi mortali, è paura nel parco
Emanuele Bottiroli
CASEI (PV). Tornano in azione gli avvelenatori di animali. Dopo i casi nei pressi di Brallo di Pregola e Castelnuovo Scrivia, l'allarme scatta al Parco Le Folaghe, a due passi da Voghera. Nell'area protetta provinciale d'interesse sovracomunale, di grande pregio naturalistico, si moltiplicano le segnalazioni di volatili morti in circostanze misteriose. Fauna uccisa dalla mano dell'uomo. Una mattanza ambientale che sta colpendo cornacchie e taccole oltre ad altre pregiate specie protette, come i falchi di palude o i barbagianni. Volatili che a fatica, dopo anni, stanno lentamente riappropriandosi de loro habitat naturale. Nel mirino di questi misteriosi avvelenatori anche i cani, visto che molti oltrepadani scelgono Le Folaghe per consentire ai loro amati e fedeli amici a quattro zampe di svagarsi nel verde del parco. Pericoli per chiunque anche per gli esseri umani. Francesco Gatti, coordinatore dell'associazione che si prende cura del parco e della sua valorizzazione, chiede un intervento alle autorità, di fronte a quella che sta diventando una vera e propria minaccia ad un patrimonio faunistico univo in provincia di Pavia. La presenza nei prati di bocconi intrisi di sostanze tossiche potrebbe rappresentare, con l'arrivo della bella stagione, un pericolo anche per i frequentatori dell'oasi delle campagne casellesi. Cosa succederebbe, infati, come viene ventilato, se un bambino raccogliesse uno di quei bocconi killer? I volontari hanno alzato la guardia e intensificato il presidio del parco, ma chiedono aiuto. «E' triste - dice Gatti - ma anche all'interno di un parco naturalistico come il nostro si sta facendo largo la paura degli avvelenatori. Prima era un sospetto, oggi sembra proprio una certezza dopo i casi riscontrati» Il motivo è presto spiegato: negli ultimi giorni, infatti, a fare le spese dei pazzi che seminano polpette al veleno è stato un malcapitato cane che con il suo padrone era solito sgranchirsi all'interno del parco. «Le nostre campagne - dice Gatti - sono diventate pericolose per il passeggio degli amici a quattro zampe, invitiamo i padroni di cani a usare la massima prudenza, a tenere i loro animali al guinzaglio e ad avere sempre l'occhio lungo per impedir loro di mangiare o anche leccare quei micidiali pezzi di carne». Non si conosce esattamente quale sia la sostanza velenosa utilizzata, fatto sta che la morìa di animali continua. «Negli ultimi giorni, una persona che abita nei pressi del parco - racconta Gatti - ha dovuto portare con urgenza il proprio cane in clinica veterinaria, dove hanno verificato che l'animale aveva ingerito del veleno. Non sono più solo strani casi, c'è qualcuno che avvelena deliberatamente le specie protette e non solo». Che sia la carne il veicolo degli avvelenamenti è già stato assodato dai volontari dell'associazione: «Gli animali morti che abbiamo trovato erano tutti carnivori, ma non escludiamo altre possibilità». Secondo gli amici del Parco Le Folaghe quest'emergenza potrebbe rappresentare l'occasione per fare qualcosa che non si è mai tentato prima. «Sarebbe utile - suggerisce Gatti - rispondere a un'emergenza con un pizzico di lungimiranza. Al nostro parco manca da sempre un servizio di vigilanza ambientale, perché non istituzionalizzarne uno?». Una domanda che cela tante paure. I volontari che con spirito di sacrificio e tanta passione da anni curano uno dei pochi polmoni verdi protetti sul territorio provinciale sperano che qualcuno fermi lo scempio dei bocconi al veleno. Un messaggio rivolto anche all'amministrazione provinciale, ente da cui dipende la salvaguardia dei parchi locali d'interesse sovracomunale.
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