La scoperta della guardia di finanza
La guardia di finanza di Prato ha scoperto una centinaia di cuccioli
di cane, in condizioni pessime. A gestire il traffico illecito di
animali sarebbero alcuni allevatori, commercianti e un veterinario.
Venti cuccioli di varie razze, sono stati ricoverati dalle Fiamme
Gialle in centri specializzati
Prato, 17 febbraio 2009 - La Guardia di Finanza di Prato ha trovato
centinaia di cuccioli di cane in pessime condizioni. La scoperta è
stata fatta dalla Guardia di Finanza di Prato. Il trafficco illecito
di cani non vaccinati e prossimi alla morte, sarebbe stato gestito da
allevatori, commercianti e un veterinario.
Purtroppo 2 di essi, di razza «Cavalier K.c.», non ce l'hanno fatta e
sono morti lo scorso fine settimana. Ma si teme anche per le
condizioni degli altri 18 cuccioli. Dai preliminari accertamenti
veterinari in corso sta infatti emergendo che nessuno di loro è mai
stato vaccinato nonostante la documentazione sanitaria a ciascuno di
essi relativa attesti vaccinazioni già eseguite. Ed è proprio su
quest'ultimo aspetto che i finanzieri intendono fare ulteriore
chiarezza.
Sono stati infatti sequestrati centinaia di microchips-trasponditori
e di libretti sanitari precompilati in bianco ma già riportanti
estremi di vaccinazioni sottoscritte da veterinari compiacenti che,
in realtà, non sono mai state eseguite e che sarebbero dovute servire
a fornire una parvenza di regolarità alle future vendite di cuccioli.
Il tutto, architettato per abbattere al massimo i costi di un cinico
business sommerso di cuccioli di verosimile provenienza estera che
produce ogni anno centinaia di migliaia di euro esentasse. Ciò
conforterebbe le iniziali ipotesi indiziarie originate da alcune
denunce sporte da persone che avevano acquistato dagli indagati
cuccioli di cane deceduti dopo pochi giorni dall'acquisto a causa di
gravi patologie non evidenziate nei libretti sanitari consegnati e
derivanti dalla riscontrata mancata attuazione delle più elementari
regole di profilassi, risultata a sua volta celata sia agli
acquirenti frodati sia ai competenti enti pubblici del servizio
sanitario.
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