LA NUOVA SARDEGNA
3 FEBBRAIO 2009
Siniscola, nuova strage di cani e gatti
Salvatore Martini
SINISCOLA (NU). Il capo-chef della morte usa carne macinata tritata finemente, aggiunge qualche spezia che solletica l'olfatto ed impana il tutto con una sostanza dal colore poco rassicurante. Topicida, probabilmente. Per qualcuno una sorta di caramello in salsa velenosa. A sedersi al buffet letale, servito in alcune zone di Santa Lucia, Capo Comino e La Caletta, sono per lo più cani e gatti. Non solo randagi, ma anche quattozampe con tanto di padrone che si allontanano per qualche minuto maledetto. Il tempo che basta a lasciarsi sedurre dalle polpette tossiche e cadere nella trappola. La segnalazione arriva da diversi amici degli animali, stanchi di vedere cani e gatti cadere come mosche in inverno. Nella frazione di Santa Lucia, il gruppetto di bestiole erranti che qualche residente ha da sempre allevato offrendo avanzi o delle scatolette, si è ridotto a ben poche unità. «Erano più di dieci - racconta una signora - ma a poco a poco sono spariti quasi tutti. Ne sono rimasti pochissimi. Gli altri sono scomparsi, vittime del veleno che qualcuno si diverte a disseminare all'aperto». A Santa Lucia il gruppo di cani randagi non piaceva a tutti, ma liquidare il problema a colpi di bocconcini mortali è una pratica condannata. «Non mi ritengo una appassionata di cani - spiega una ragazza - e quei randagi, benché qualcuno li adorasse, in più di un'occasione hanno dato del filo da torcere a diversi abitanti. Questo non giustifica minimamente i killer: uccidere un animale è un fatto aberrante, qualunque ne sia la "motivazione". Non a caso - conclude la residente - questo reato è sanzionato severamente dalla Legge». Oltre alle bestiole errabonde, capita che a fare i conti con gli stuzzichini al veleno siano anche animali con tanto di padrone, scheda e pedigree. Un commerciante di Siniscola ha salvato il suo cane per un soffio. «Ha fatto una passeggiata vicino alla spiaggia delle Barche - racconta l'uomo - e poi si è sentito male. Il veterinario ha capito subito che si trattasse di avvelenamento, ed è riuscito a salvare il cane in extremis. Con alcuni amici abbiamo perlustrato l'arenile, ed abbiamo rinvenuto diverse polpette di carne imbevute di una sostanza probabilmente velenosa». I cinofili insorgono, ma il problema è di lungo corso. L'estate scorsa anche l'Ente nazionale per la protezione animale ha puntato l'occhio sul territorio di Siniscola, annunciando indagini. Troppi cani e gatti spariscono misteriosamente, ma in pochi sembrano farci caso.
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