L'UNIONE SARDA
15 FEBBRAIO 2009
Sestu. Aumenta la tensione nella zona dove i volontari sfamano le bestie abbandonate
Strage di randagi a San Gemiliano
Altri tre cani uccisi a bastonate e colpi di pietra nella pineta
FRANCESCO PINNA
San Gemiliano (CA) - Presi a bastonate, e il colpo di grazia arriva con un grosso sasso. Sono tre i cani trovati morti a San Gemiliano, abbandonati vicino ai cassonetti di rifiuti che circondano il sagrato della chiesa romanica: randagi barbaramente uccisi nei giorni scorsi e rinvenuti da alcune volontarie, che ogni giorno si occupano di sfamare gli animali abbandonati nella pineta. Era già successo: qualche tempo fa altri cinque cani erano stati ammazzati (quella volta i criminali usarono il fucile), e non fu possibile identificare gli autori della strage.
LE VOLONTARIE «Bisogna essere senza cuore per uccidere così, a sangue freddo», lamenta Giuliana Mascia, una volontaria che sfama i bastardini che scorrazzano per la pineta: «Ne abbiamo trovati tre con fratture al cranio, abbandonati vicino al cassonetto, come se fossero spazzatura. Nessuno obbliga le persone a prendersi cura di queste bestiole, ma ucciderle è un abominio. Nessun sospetto e nessuna accusa, ma è capitato spesso che venissimo presi a male parole da chi ci vede portare il cibo a queste bestiole. Ora ne sono rimaste solo nove, più cinque gatti».
IL CAOS È proprio l'elevato numero di randagi che circondano il santuario, il motivo del malcontento per tantissime persone, soprattutto di chi utilizza i tre chilometri di strada tra Sestu e San Gemiliano per tenersi in allenamento: non di rado capita che siano costretti a precipitose fughe perché inseguiti dai cani, attirati da corre o si muove in bicicletta. Altre proteste, poi, sono arrivate dai fedeli, spaventati dalla costante presenza del branco. «Ne abbandonano in continuazione», sottolinea uno dei volontari di San Gemiliano, «è sempre successo, soprattutto nel periodo estivo. Sono animali abituati all'uomo e che per questo restano in zona, trasformando in cuccia i tavoli della pineta o il loggiato del sagrato. Dovrebbero essere puniti severamente quelli che li abbandonano». Sembra che nei prossimi giorni sarà presentata una denuncia ai carabinieri.
GLI ABBANDONI Una pessima abitudine, ormai consolidata negli anni: in caso di cucciolate indesiderate, dopo lo svezzamento, molti padroni lasciano i cagnolini vicino al sagrato. Alcuni di questi animali talvolta diventano pericolosi per le persone e per alcuni allevamenti della zona: poche uccisioni, ma anche se la pecora è solo aggredita e ferita, poi deve essere abbattuta. Nonostante i tre cuccioli barbaramente uccisi, il branco resta numeroso e ancora ieri si contavano una dozzina di cani. Quel che è certo, però, è che la mattanza di randagi (uccisi a bastonate, lapidati o addirittura straziati a fucilate) ormai è diventata ciclica: più cani sono abbandonati, più se ne trovano morti.
LE VOLONTARIE «Bisogna essere senza cuore per uccidere così, a sangue freddo», lamenta Giuliana Mascia, una volontaria che sfama i bastardini che scorrazzano per la pineta: «Ne abbiamo trovati tre con fratture al cranio, abbandonati vicino al cassonetto, come se fossero spazzatura. Nessuno obbliga le persone a prendersi cura di queste bestiole, ma ucciderle è un abominio. Nessun sospetto e nessuna accusa, ma è capitato spesso che venissimo presi a male parole da chi ci vede portare il cibo a queste bestiole. Ora ne sono rimaste solo nove, più cinque gatti».
IL CAOS È proprio l'elevato numero di randagi che circondano il santuario, il motivo del malcontento per tantissime persone, soprattutto di chi utilizza i tre chilometri di strada tra Sestu e San Gemiliano per tenersi in allenamento: non di rado capita che siano costretti a precipitose fughe perché inseguiti dai cani, attirati da corre o si muove in bicicletta. Altre proteste, poi, sono arrivate dai fedeli, spaventati dalla costante presenza del branco. «Ne abbandonano in continuazione», sottolinea uno dei volontari di San Gemiliano, «è sempre successo, soprattutto nel periodo estivo. Sono animali abituati all'uomo e che per questo restano in zona, trasformando in cuccia i tavoli della pineta o il loggiato del sagrato. Dovrebbero essere puniti severamente quelli che li abbandonano». Sembra che nei prossimi giorni sarà presentata una denuncia ai carabinieri.
GLI ABBANDONI Una pessima abitudine, ormai consolidata negli anni: in caso di cucciolate indesiderate, dopo lo svezzamento, molti padroni lasciano i cagnolini vicino al sagrato. Alcuni di questi animali talvolta diventano pericolosi per le persone e per alcuni allevamenti della zona: poche uccisioni, ma anche se la pecora è solo aggredita e ferita, poi deve essere abbattuta. Nonostante i tre cuccioli barbaramente uccisi, il branco resta numeroso e ancora ieri si contavano una dozzina di cani. Quel che è certo, però, è che la mattanza di randagi (uccisi a bastonate, lapidati o addirittura straziati a fucilate) ormai è diventata ciclica: più cani sono abbandonati, più se ne trovano morti.
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