Croccantini gratis per un anno a chi vorrà adottare uno dei cuccioli rinchiusi nel canile di Brindisi. Questo l'incentivo pensato dall'amministrazione comunale insieme alla società che gestisce da due mesi la struttura, per combattere l'emergenza randagismo in città e quella, conseguente, del sovraffollamento del canile, dove sono ospitati attualmente 1.400 cani, a fronte di una capienza di appena 900. Alcuni cuccioli, infatti, sono sistemati in una parte totalmente abusiva del canile, messa in piedi dai vecchi gestori qualche anno fa per mancanza di spazio. «In attesa di costruire nuove strutture», spiega l'assessore comunale all'Ecologia con delega al randagismo, Cesare Mevoli, «abbiamo lanciato quest'iniziativa».
In Italia, sono circa 150 mila i cani abbandonati che affollano i 465 canili sanitari e i 679 canili rifugio. 294 di queste strutture, secondo il censimento dell'Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali Ambiente) presentano problemi di sovraffollamento, hanno strutture fatiscenti, scarse condizioni igieniche e gli animali vengono spesso maltrattati. Un problema presente soprattutto al Sud, con la Puglia che con 57 strutture fuorilegge guida la classifica, seguita da Campania (45), Abruzzo e Sicilia (24) e Lazio (21). Nel 2009 gli abbandoni sono diminuiti del 21,6% con un picco di diminuzione estivo del 48% rispetto all'estate del 2008. Anche se al centro-sud è sempre emergenza e nel Lazio addirittura l'incremento di abbandoni è stato del 13% in più rispetto all'anno prima.
A Brindisi non c'è solo l'incentivo in croccantini, però. Le altre due soluzioni per offrire ai cuccioli un'alternativa alla gabbia sono l'adozione a distanza e quella collettiva.
La prima non prevede contributi in denaro da parte della famiglia che decide di adottare ma punta, piuttosto, a visite periodiche al canile dove il cucciolo prescelto potrà essere visitato, accudito e accompagnato fuori per una passeggiata. «In questo modo», spiega Mevoli, «scommettiamo tutto sull'effetto innamoramento favorendo anche un'adozione responsabile: la persona prima prende confidenza e familiarità con il cane, impara a conoscerlo e alla fine, magari, se ne innamora e decide di portarselo a casa». Poi c'è l'adozione di gruppo per condomini, associazioni o quartieri che dispongono di spazi verdi adeguati. «Il cane di quartiere è già previsto da una legge regionale del 1995», afferma l'assessore, «e permette a più famiglie di adottare un solo cucciolo garantendo l'assistenza quotidiana e uno spazio all'aperto in cui il cane non possa disturbare gli altri cittadini».
In Italia, sono circa 150 mila i cani abbandonati che affollano i 465 canili sanitari e i 679 canili rifugio. 294 di queste strutture, secondo il censimento dell'Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali Ambiente) presentano problemi di sovraffollamento, hanno strutture fatiscenti, scarse condizioni igieniche e gli animali vengono spesso maltrattati. Un problema presente soprattutto al Sud, con la Puglia che con 57 strutture fuorilegge guida la classifica, seguita da Campania (45), Abruzzo e Sicilia (24) e Lazio (21). Nel 2009 gli abbandoni sono diminuiti del 21,6% con un picco di diminuzione estivo del 48% rispetto all'estate del 2008. Anche se al centro-sud è sempre emergenza e nel Lazio addirittura l'incremento di abbandoni è stato del 13% in più rispetto all'anno prima.
A Brindisi non c'è solo l'incentivo in croccantini, però. Le altre due soluzioni per offrire ai cuccioli un'alternativa alla gabbia sono l'adozione a distanza e quella collettiva.
La prima non prevede contributi in denaro da parte della famiglia che decide di adottare ma punta, piuttosto, a visite periodiche al canile dove il cucciolo prescelto potrà essere visitato, accudito e accompagnato fuori per una passeggiata. «In questo modo», spiega Mevoli, «scommettiamo tutto sull'effetto innamoramento favorendo anche un'adozione responsabile: la persona prima prende confidenza e familiarità con il cane, impara a conoscerlo e alla fine, magari, se ne innamora e decide di portarselo a casa». Poi c'è l'adozione di gruppo per condomini, associazioni o quartieri che dispongono di spazi verdi adeguati. «Il cane di quartiere è già previsto da una legge regionale del 1995», afferma l'assessore, «e permette a più famiglie di adottare un solo cucciolo garantendo l'assistenza quotidiana e uno spazio all'aperto in cui il cane non possa disturbare gli altri cittadini».
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