La produzione di latte uccide vitelli e mucche
Spesso, chi diventa vegetariano per ragioni etiche, quindi per non uccidere animali, in sostanza, è convinto che la produzione di latte non comporti la morte di nessun animale.
Magari pensa che è vero che c'è dello sfruttamento dietro gli allevamenti di mucche da latte, ma il problema, allora, è cambiare i metodi di allevamento, di trattamento degli animali. Non è la produzione in sé di latte (e uova, ma qui trattiamo solo la questione latte), il problema. E' il metodo. Quindi, in linea di principio, mangiare questi alimenti non è sbagliato. Perché, comunque, non uccide.
Così di solito si pensa. Va detto però che, anche fosse vero che il consumo di latte non uccide gli animali, questo ragionamento non sarebbe molto valido, perché occorre comunque dissociarsi e non contribuire allo sfruttamento, quando esiste.
Purtroppo, purtroppo per gli animali, c'è un problema in più: non è "solo" una questione di sfruttamento. Ma di uccisione. Perché anche il consumo di latte implica, necessariamente, l'uccisione di animali. Non gli stessi individui che producono questi "alimenti" (o almeno, non subito), ma loro simili, i loro figli, che devono morire affinché questa produzione sia possibile. E' matematicamente, statisticamente, economicamente impossibile produrre latte senza uccidere un altissimo numero di animali. Spieghiamo ora perché. Per cui, alla fine, chi ha scelto di essere vegetariano per non uccidere dovrebbe, per lo stesso motivo, diventare vegano. Il motivo è identico, quindi è una decisione facile da prendere, perché ci si è già passati una volta. Si è già convinti della sua validità.
Ci concentriamo sul fatto dell'uccisione proprio per questo: si trattasse solo di sfruttamento, uno potrebbe sempre scegliere di usare prodotti di allevamenti non intensivi (il che significherebbe comunque, se si è coerenti, limitare moltissimo il proprio consumo, renderlo minimale, perché gli allevamenti non intensivi non possono certo fornire prodotti a tutta la popolazione della Terra, nella quantità oggi considerata abituale). Ma si tratta invece di morte. E, chi è vegetariano per motivi etici, è di sicuro già convinto che non sia lecito UCCIDERE gli animali.
Perché la produzione di latte comporta l'uccisione di animali (a parte le mucche da latte stesse, a fine carriera)?
Un esempio, dal mondo reale della produzione della mozzarella di bufala, una testimonianza di prima mano (apparsa in una mailing list a diffusione pubblica):
12 marzo 2002 - Il 12 di febbraio ultimo scorso, tornando a casa, ho intravisto una grande macchia scura sul bordo della strada. Avvicinandomi, ho visto che "la cosa"... era un bufalotto di alcuni giorni, ancora vivo. Devo dire che diverse volte negli anni mi è capitato di vedere carogne di bufalotti nei campi e lungo le strade, e ho sempre pensato che fossero morti di malattie perinatali. Ho segnalato il fatto all'autorità competente che è intervenuta per rimuovere la carcassa. Ma questa volta non si trattava di un cadavere, era un animale vivo. Un bufalotto maschio, senza marca nell'orecchio, senza padrone. L'ho caricato in macchina e l'ho portato a casa. Ho chiamato subito il Servizio Veterinario il cui responsabile ha detto che posso tenerlo per farlo crescere, perché probabilmente è stato abbandonato essendo un maschio. Allora i maschi vengono abbandonati? Si, mi è stato risposto, è l'abitudine in zona.. Per legalizzarlo sono andata ai Carabinieri per fare la denuncia di "ritrovo". Anche il Comandante "sapeva": i maschi si uccidono, si lasciano lungo le strade, è "normale", non servono, non danno latte. Si parlava di soffocarli buttando la paglia in gola... Con il Servizio Veterinario abbiamo fatto i calcoli: circa 15.000 bufalotti maschi all'anno "non nascono" ufficialmente. Ma devono essere nati, perché la natura procura l'equilibrio: nascono tanti maschi come femmine. E se sono iscritti 40.000 bufali femmina devono essere minimo 15.000 i maschi che "spariscono". Ho sentito di altri "metodi" di uccisione: la maggior parte degli allevatori semplicemente lascia morire di fame i neonati, cioè li allontanano dalla mamma subito dopo il parto e non danno più attenzione. Muoiono! Basta! Ci sono quelli che li sotterrano vivi e ci sono quelli che li buttano nella fossa del letame. Qualche allevatore locale cresce i bufali maschi per la carne. Una percentuale molto bassa.
Al di là dell'esempio specifico, quello che a molti sfugge è che per far produrre latte alla mucca occorre farle partorire un vitellino. La mucca non è una macchina che produce latte senza scopo, ma è un mammifero, e come tutti i mammiferi, esseri umani compresi, produce latte solo quando mette al mondo un figlio, per nutrirlo. E poi non continua certo a produrlo per sempre: dopo un anno, non ha più latte, e per continuare a produrlo deve partorire di nuovo!
Se il vitellino è maschio non potrà vivere come "mucca da latte", perciò vivrà qualche mese e poi verrà macellato. Anche se è femmina, potrà vivere per prendere il posto della madre, ma solo una seguirà questo destino, le altre andranno al macello coi loro fratelli.
I cuccioli vengono quindi tolti alla madre appena nati, a 1-2 giorni di vita, e la madre continuerà a piangere per mesi chiamandoli, e i piccoli vivranno la loro misera vita per 6 mesi, piangendo e chiamando la madre che non vedranno mai più e poi saranno portati al macello e uccisi.
I bufaletti fanno una fine forse peggiore (o forse no, è difficile scegliere tra due tipi di morte): vengono ammazzati, o lasciati morire, appena nati. I vitellini invece vengono abitualmente mangiati, perciò vivono qualche mese per mettere su carne (6 mesi, di solito).
Non è pensabile che possano essere mantenuti "a sbafo" animali improduttivi (i maschi, e le femmine in più). Anche nei piccoli allevamenti. Significherebbe far crescere i costi in maniera enorme. E se mai gli allevatori e i consumatori diventassero così (e comunque ADESSO non lo sono e quindi ADESSO il latte implica la morte dei vitelli) tanto sensibili al benessere degli animali da consentire agli animali maschi di vivere (ma dove mai li metterebbero? Non c'è spazio abbastanza al mondo)... credete davvero che non sarebbe più probabile che si arrivasse invece a una semplice rinuncia a quella piccolissima quantità di prodotti animali che allevamenti di questo genere consentirebbero di ottenere?
Le mucche stesse, dopo 5-6 anni, vengono portate al macello, ridotte ormai in condizioni così estreme dallo sfruttamento, da non potersi più reggere in piedi da sole.
Non esiste un latte "senza crudeltà", per produrlo vengono sempre e comunque uccisi e fatti soffrire animali: le mucche e i figli che sono costrette a partorire.
La mozzarella di bufala fa male alla salute, dei bufali.
Marzo 28, 2008 di inquietologo
Basso il valore di diossina nel latte di bufala
Nullo il valore della vita della bufala
La produzione della mozzarella di bufala, come degli altri latticini e degli altri derivati animali in genere, comporta necessariamente l'oppressione, la tortura e l'uccisione di un immenso numero di animali.
In questo caso, per ovvie ragioni, l'industria non ha bisogno dei maschi, un inutile peso da mantenere, e quindi la "norma" vuole che i bufalini, fatti nascere per forzare la madre a produrre il latte necessario per la lavorazione della mozzarella – latte spettante per natura a loro e solo a loro – vengano immediatamente strappati alla madre e abbandonati nei campi, buttati nei fossi, soffocati con la paglia, seppelliti ancora vivi o lasciati vagare fino alla morte per inedia.
Questa orribile morte tocca sistematicamente loro poichè i genuini italiani, i raffinati francesi e gli operosi giapponesi devono gustarsi questa bontà nostrana, tipicamente campana, e tante famiglie di onesti allevatori, cioè di onesti torturatori istituzionalizzati, devono mantenere le proprie oneste famiglie, rifornendo i propri onesti figli di automobili e cellulari e pagare onestamente le tasse.
Un esempio, dal mondo reale della produzione della mozzarella di bufala, una testimonianza di prima mano (apparsa in una mailing list a diffusione pubblica):
Alla luce di quanto appena appreso, rileggiamo i fatti di attualità dando alle cose il loro nome:
"1900 allevamenti a rischio!" = "1900 lager a rischio!"; uno slogan di senz'altro minore impatto, ma più aderente alla realtà.
La maggior parte della popolazione umana nel condurre la propria miserabile esistenza, compie gli atti più abominevoli per ottenere i fini più imbecilli; per questo, fondamentalmente, mi ripugna così tanto da quando ho iniziato a ragionare.
Pubblicato in Liberazione Animale | Contrassegnato da tag sfruttamento animale, mozzarella di bufala, vaganismo, diossina, industria | Ancora nessun commento.
VIDEO SCHOC. PULCINI MASCHI TRITURATI VIVI
Pubblicato da irpinianelmondo su Settembre 3, 2009
03.09.2009-Circa 150 mila pulcini maschi vengono triturati vivi ogni giorno in uno stabilimento della Hy-Line International a Spencer in Iowa. È quanto denuncia «Mercy for Animals» (Pietà per gli animali),
un gruppo animalista che ha lanciato su Youtube un video impressionante in cui si può seguire le poche ore di vita di questi pulcini. Il filmato (che segue) mostra quando nascono, schiudendo il loro uovo, e poi passano su un bancone dove alcuni operai individuano il loro sesso:
i maschi vengono buttati su un altro nastro da dove poi, entrando in una specie di trivella, vengono stritolati ancora vivi. Gli animalisti, nel loro sito, ricordano ogni anno più di 30 milioni di pulcini maschi vengono eliminati in questo modo dallo stabilimento di Spencer.
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?p=1&IDmsezione=59&IDalbum=20304&tipo=VIDEO#mpos
Polli e galline
GALLINE E POLLAME Alla nascita, i pulcini maschi vengono "scartati", gettati via e tritati vivi. Gli animali allevati, chiusi in gabbie strettissime, si strappano le piume e si mangiano a vicenda (cannibalismo) in accessi furiosi. Per quanto concerne le galline: irradiate con infrarossi, sottoposte alla ghigliottina dello "sbeccamento" (taglio del becco), bioritmi alteratiio da cicli notte/giorno artificiali, alimentazione forzata con pastoni fatti col loro stesso guano, con scarti alimentari, residui d'ogni genere e di provenienza incontrollabile.
Nei mangimi dei polli e dei maiali belgi sono stati trovati PCB (bifenile policlorurato) - come mangiare insalata di pollo condita con olio di macchina usato! -, altamente tossici e cancerogeni: la loro diffusione e' responsabile dell'aumento di gravi malattie in quanto i PCB si accumulano nella catena alimentare.
Gli animali sono cosi' malati che devono essere praticate ininterrotte terapie antibiotiche, tanto violente ed invasive che un veterinario d'una USSL testimoniava di aver dovuto imporre un "blocco " all'uso di antibiotici in un allevamento industriale: risultato devastante, 20.000 polli morti in pochi giorni.
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