Un ricovero a cielo aperto per animali - cani, suini e bovini - costretti a vivere in pessime condizioni igienico sanitarie e in mezzo a rifiuti, è stato scoperto dai carabinieri in un'area boschiva a Pescaglia, in provincia di Lucca.
Verrebbe da dire che quello sequestrato era proprio un posto da cani, nel senso peggiore del termine. A Pescaglia, in provincia di Lucca, è stata posta sotto sequestro un'area di circa due ettari dove una trentina di animali, cani, suini e bovini, si trovavano circondati dai rifiuti e quasi immersi nella melma e nei loro stessi escrementi, come se fossero in discarica. Il capitano Gennaro Riccardi dei Nas di Livorno ha descritto l'area boschiva sequestrata, a Pascoso, come una zona in completo stato di degrado, «vi erano aree più piccole recintate nelle quali si trovavano diciannove cani, undici di questi erano sprovvisti del microchip obbligatorio da cui si può risalire, tramite l'anagrafe canina al proprietario» poi c'erano tredici bovini che, come i cani erano costretti ad abbeverarsi in ciotole con acqua putrida. In una zona vicina si trovavano tredici suini in un piccolo recinto, le zampe di questi animali affondavano per metà nella melma e nei loro stessi escrementi.
DENUNCIATO IL PROPRIETARIO - Il proprietario dell'area, un trentaquattrenne di Lucca, è stato denunciato per abbandono e maltrattamenti di animali, per questi reati rischia un anno di arresto e 10mila euro di multa. Oltre agli animali in stato di abbandono, in quest'area boschiva si trovavano anche rifiuti speciali gestiti senza i necessari permessi. Il comandante del Noe di Firenze, Mario Ferri, ha evidenziato che «nella zona sequestrata si trovavano sia rifiuti derivanti dall'attività edile sia dall'attività agricola, c'erano anche alcuni elettrodomestici buttati via, come frigoriferi che rientrano tra i rifiuti speciali e pericolosi». Il proprietario dell'area boschiva avrebbe violato anche le norme del decreto Ronchi (152 del 2006) ed è indagato per deposito incontrollato di rifiuti e per gestione di rifiuti senza autorizzazione. I diciannove cani che si trovavano in stato di abbandono sono stati già alloggiati in un'altra struttura, mentre per i tredici suini e i due bovini, che gli investigatori sospettano fossero destinati al consumo umano, si sta cercando un'altra destinazione. L'operazione che è stata condotta da più nuclei operativi, che chiederanno all'Arpat di fare verifiche sul terreno, è un esempio di ottima interazione tra i vari reparti speciali dell'arma dei carabinieri e dall'arma territoriale di Lucca, con il coordinamento del pm lucchese Antonio Mariotti.
Chiara Masini
Verrebbe da dire che quello sequestrato era proprio un posto da cani, nel senso peggiore del termine. A Pescaglia, in provincia di Lucca, è stata posta sotto sequestro un'area di circa due ettari dove una trentina di animali, cani, suini e bovini, si trovavano circondati dai rifiuti e quasi immersi nella melma e nei loro stessi escrementi, come se fossero in discarica. Il capitano Gennaro Riccardi dei Nas di Livorno ha descritto l'area boschiva sequestrata, a Pascoso, come una zona in completo stato di degrado, «vi erano aree più piccole recintate nelle quali si trovavano diciannove cani, undici di questi erano sprovvisti del microchip obbligatorio da cui si può risalire, tramite l'anagrafe canina al proprietario» poi c'erano tredici bovini che, come i cani erano costretti ad abbeverarsi in ciotole con acqua putrida. In una zona vicina si trovavano tredici suini in un piccolo recinto, le zampe di questi animali affondavano per metà nella melma e nei loro stessi escrementi.
DENUNCIATO IL PROPRIETARIO - Il proprietario dell'area, un trentaquattrenne di Lucca, è stato denunciato per abbandono e maltrattamenti di animali, per questi reati rischia un anno di arresto e 10mila euro di multa. Oltre agli animali in stato di abbandono, in quest'area boschiva si trovavano anche rifiuti speciali gestiti senza i necessari permessi. Il comandante del Noe di Firenze, Mario Ferri, ha evidenziato che «nella zona sequestrata si trovavano sia rifiuti derivanti dall'attività edile sia dall'attività agricola, c'erano anche alcuni elettrodomestici buttati via, come frigoriferi che rientrano tra i rifiuti speciali e pericolosi». Il proprietario dell'area boschiva avrebbe violato anche le norme del decreto Ronchi (152 del 2006) ed è indagato per deposito incontrollato di rifiuti e per gestione di rifiuti senza autorizzazione. I diciannove cani che si trovavano in stato di abbandono sono stati già alloggiati in un'altra struttura, mentre per i tredici suini e i due bovini, che gli investigatori sospettano fossero destinati al consumo umano, si sta cercando un'altra destinazione. L'operazione che è stata condotta da più nuclei operativi, che chiederanno all'Arpat di fare verifiche sul terreno, è un esempio di ottima interazione tra i vari reparti speciali dell'arma dei carabinieri e dall'arma territoriale di Lucca, con il coordinamento del pm lucchese Antonio Mariotti.
Chiara Masini
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