CRONACA QUI
20 FEBBRAIO 2009
Caccia agli autori del terribile gesto. Nove animali sono stati trovati appesi a un albero in zona San Vito
Volpi mutilate e impiccate
NOLE (TO) - Nove volpi morte e prive della coda sono state rinvenute, qualche giorno fa, nelle campagne alla periferia di Nole, in zona San Vito. Un abbattimento selvaggio sul quale sono in corso degli accertamenti ordinati dal Corpo forestale dello Stato. Il ritrovamento è stato effettuato da alcuni residenti che, in un boschetto, hanno notato i poveri animali uccisi e appesi agli alberi, come fossero un trofeo di caccia. I residenti, alla vista delle volpi, hanno immediatamente chiesto l'intervento della Lida, la Lega Italiana per i Diritti dell'Animale, e della polizia municipale, prontamente intervenuta sul posto insieme agli agenti del corpo forestale. I veterinari dell'Asl hanno poi recuperato le carcasse degli animali, notando in tutti l'assenza della coda. Saranno adesso le indagini del caso a stabilire con certezza quando è avvenuto l'abbattimento delle volpi: abbattimento che, su tutto il territorio regionale, è consentito solo in base ai piani numerici di prelievo e non successivamente al 31 gennaio. Non solo: dopo ogni singolo abbattimento di esemplari di volpe, al cacciatore, oltre ad annotare lo stesso sul tesserino regionale, è fatto obbligo di darne comunicazione all'ambito territoriale di caccia, via telefono, entro 24 ore dalla cattura. Gli accertamenti stanno cercando di capire se le nove volpi uccise nei pressi di Nole siano state regolarmente segnalate benché questo non giustifichi il fatto che le stesse siano state appese ad un albero e non regolarmente seppellite. La soluzione del giallo è comunque ancora lontana: resta indubbiamente il disappunto di quanti hanno potuto vedere con i loro occhi le povere bestiole prive di vita legate ai rami degli alberi. Ultimamente, del resto, le volpi sono tornate a popolare gran parte delle campagne anche nella zona del ciriacese: una presenza in certi casi scomoda dal momento che il massiccio ripopolamento di questa specie può anche portare a cospicui danni agli allevamenti locali e alle coltivazioni.
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