3 GENNAIO 2009
BRENTINO BELLUNO (VR). Erano nel parco sulla riva dell'Adige, vicino al ponte, un'attrazione molto amata dai bambini
Strage a Capodanno per le oche del Comune
Ritrovate morte, colpite da proiettili di grosso calibro I carabinieri ora indagano per individuare lo sparatore
Brentino Belluno (VR) - Impallinate per l'ultimo dell'anno le oche che il Comune aveva fatto allevare e messo in riva all'Adige nel piccolo parco sulla riva, quello che sta proprio in fianco al ponte di Rivalta di Brentino Belluno. Una presenza simpatica che attirava anche tanti bimbi.
Ne sono sparite sette, e finora solo quattro sono state recuperate da un cittadino di Preabocco che ieri lo ha comunicato in municipio. Immediata la denuncia da parte dell'amministrazione comunale ai carabinieri di Peri di Dolcé, che ora stanno facendo indagini per individuare i responsabili di quest'ignobile oltre che stupido gesto, che ha colpito animali indifesi, oche domestiche che, per definizione, non si possono cacciare tanto meno se sguazzano o scorazzano accanto ad abitazioni o aziende agricole, visto che i poveri volatili sono stati uccisi sull'ansa del fiume, a Preabocco, durante una delle loro libere trasferte.
Un fatto dunque grave, a prescindere dalla specie colpita, soprattutto poiché la caccia non si può esercitare nel raggio di cento metri da edifici abitati e, in ogni caso, al di sotto delle distanze minime che sono previste dalla legge a tutela dell'incolumità delle persone.
«Non sappiamo ancora chi si sia reso responsabile di questo gesto, ma mercoledì pomeriggio sono stati sentiti degli spari», commenta adesso il sindaco Virgilio Asileppi. «Se quanto è accaduto è frutto di bracconaggio, rischia di gettare discredito anche sul mondo venatorio che in questi anni sta cercando di guadagnare fiducia presso l'opinione pubblica. Una rispettabilità che invece simili azioni distruggono in un batter di ciglio».
Proprio per questo motivo Virgilio Asileppi si augura che i carabinieri «individuino presto i responsabili in maniera che siano costretti poi a ricostituire il gruppo di animali che avevamo messo nel fiume per animarlo e che piaceva tanto ai bambini».
Molto più afflitto è Viler Ferrari, l'addetto all'ufficio anagrafe del Comune, che queste oche le aveva allevate nel giardino di casa e che da allora ne era divenuto a tutti gli effetti il «tutore» ufficiale: «Erano nate a giugno e le avevo tenute io fino a settembre, quando le avevamo liberate nel fiume in un recinto a Rivalta, dove in tanti venivano a vederle. Ma spesso il cancelletto era tenuto aperto perché potessero scorazzare ed abituarsi così alla vita nell'acqua», ricorda.
«Inizialmente», racconta ancora, «erano dieci, tre sono state sbalzate nel fiume dalla tempesta di vento arrivata a metà dicembre ma le abbiamo individuate, le altre sette erano rimaste lì. E stavano davvero benissimo», assicura. «La settimana prima di Natale avevo portato loro da mangiare e anche la gente del posto assicura di averle viste vive fino almano alle 15.30 del 31 dicembre. Ma da tempo i bracconieri sparavano da Dolcé e, alla fine, devono avere deciso di puntare la mira proprio su queste oche».
Poi la strage, avvenuta nelle poche ore a cavallo tra due anni. «Un abitante di Preabocco», continua Ferrari, «ne ha trovate quattro e le ha tenute, così oggi (ieri per chi legge, ndr) siamo andati a recuperarle, purtroppo morte. Mi ha fatto una grande pena vederle ridotte così», commenta. «Sono state tutte ferite con grosse pallottole al collo e hanno certamente sofferto molto prima di morire. Avevo lavorato mesi per farle crescere sane e forti. Ora che erano abili e vispe sono state ammazzate e non potranno più stare nel loro habitat naturale dove avrebbero nidificato e si sarebbero riprodotte».
Una brutta storia, che contrasta, oltre che con le leggi, anche con l'atmosfera delle festività. Evidentemente in qualcuno, cui i carabinieri potrebbero dare presto un volto, il clima del Natale scatena istinti sanguinari.
Ne sono sparite sette, e finora solo quattro sono state recuperate da un cittadino di Preabocco che ieri lo ha comunicato in municipio. Immediata la denuncia da parte dell'amministrazione comunale ai carabinieri di Peri di Dolcé, che ora stanno facendo indagini per individuare i responsabili di quest'ignobile oltre che stupido gesto, che ha colpito animali indifesi, oche domestiche che, per definizione, non si possono cacciare tanto meno se sguazzano o scorazzano accanto ad abitazioni o aziende agricole, visto che i poveri volatili sono stati uccisi sull'ansa del fiume, a Preabocco, durante una delle loro libere trasferte.
Un fatto dunque grave, a prescindere dalla specie colpita, soprattutto poiché la caccia non si può esercitare nel raggio di cento metri da edifici abitati e, in ogni caso, al di sotto delle distanze minime che sono previste dalla legge a tutela dell'incolumità delle persone.
«Non sappiamo ancora chi si sia reso responsabile di questo gesto, ma mercoledì pomeriggio sono stati sentiti degli spari», commenta adesso il sindaco Virgilio Asileppi. «Se quanto è accaduto è frutto di bracconaggio, rischia di gettare discredito anche sul mondo venatorio che in questi anni sta cercando di guadagnare fiducia presso l'opinione pubblica. Una rispettabilità che invece simili azioni distruggono in un batter di ciglio».
Proprio per questo motivo Virgilio Asileppi si augura che i carabinieri «individuino presto i responsabili in maniera che siano costretti poi a ricostituire il gruppo di animali che avevamo messo nel fiume per animarlo e che piaceva tanto ai bambini».
Molto più afflitto è Viler Ferrari, l'addetto all'ufficio anagrafe del Comune, che queste oche le aveva allevate nel giardino di casa e che da allora ne era divenuto a tutti gli effetti il «tutore» ufficiale: «Erano nate a giugno e le avevo tenute io fino a settembre, quando le avevamo liberate nel fiume in un recinto a Rivalta, dove in tanti venivano a vederle. Ma spesso il cancelletto era tenuto aperto perché potessero scorazzare ed abituarsi così alla vita nell'acqua», ricorda.
«Inizialmente», racconta ancora, «erano dieci, tre sono state sbalzate nel fiume dalla tempesta di vento arrivata a metà dicembre ma le abbiamo individuate, le altre sette erano rimaste lì. E stavano davvero benissimo», assicura. «La settimana prima di Natale avevo portato loro da mangiare e anche la gente del posto assicura di averle viste vive fino almano alle 15.30 del 31 dicembre. Ma da tempo i bracconieri sparavano da Dolcé e, alla fine, devono avere deciso di puntare la mira proprio su queste oche».
Poi la strage, avvenuta nelle poche ore a cavallo tra due anni. «Un abitante di Preabocco», continua Ferrari, «ne ha trovate quattro e le ha tenute, così oggi (ieri per chi legge, ndr) siamo andati a recuperarle, purtroppo morte. Mi ha fatto una grande pena vederle ridotte così», commenta. «Sono state tutte ferite con grosse pallottole al collo e hanno certamente sofferto molto prima di morire. Avevo lavorato mesi per farle crescere sane e forti. Ora che erano abili e vispe sono state ammazzate e non potranno più stare nel loro habitat naturale dove avrebbero nidificato e si sarebbero riprodotte».
Una brutta storia, che contrasta, oltre che con le leggi, anche con l'atmosfera delle festività. Evidentemente in qualcuno, cui i carabinieri potrebbero dare presto un volto, il clima del Natale scatena istinti sanguinari.
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