17 GENNAIO 2009
Quattro cani reclusi nei recinti Una rottweiler trovata morta
I carabinieri hanno chiesto l'intervento dell'Ulss 21 e gli animali sopravvissuti sono finiti al canile
Nogara (VR) - Tutto è partito con la segnalazione di un cittadino ai carabineri: vicino ad un casolare a Sant'Agata di Nogara c'erano cani tenuti in condizioni pietose: senza acqua né cibo, costretti a vivere in piccoli recinti in mezzo ai propri escrementi. Iniziato con una segnalazione e terminato l'altro giorno con il sequestro disposto, su richiesta della Lega antivivisezione, dal sostituto procuratore Fabrizio Celenza. Quattro cani ridotti in condizioni gravi al punto che non è certo che possano riprendersi: denutriti e deboli al punto da non reggersi in piedi. Ma non è tutto: un quinto cane, una femmina di Rottweiler era morta all'interno della sua gabbia. È stato accertato che la causa della morte è stata la torsione dell'intestino causata dalla voracità con cui i cani di grossa taglia si avventano: il proprietario aveva l'abitudine di portare cibo ai cani un paio di volte alla settimana. Sta di fatto che dall'altro giorno un rottweiler maschio gravemente sottopeso, un volpino di Pomerania e due sheiba-inu sono stati affidati al canile di Verona.
«Dalla scorsa estate eravamo al corrente dell'esistenza di questo che parrebbe essere un allevamento abusivo, in particolare di pitt-bull», spiega Lorenza Zanaboni, responsabile della Lav di Verona, «ma lo stato di degrado in cui gli animali erano costretti non aveva raggiunto le proporzioni attuali, pertanto non ci era stato possibile fare nulla. Purtroppo, troppo spesso, assistiamo impotenti a situazioni che si risolvono solo quando avviene l'irreparabile, come in questo caso in cui uno dei cani è morto. Il nostro plauso e il nostro ringraziamento vanno al magistrato che ha accolto la nostra richiesta di sequestro e di affido degli animali, e al dottor Zanotto, veterinario dell'Ulss21 che si è prodigato per porre fine alle loro sofferenze».
«Dalla scorsa estate eravamo al corrente dell'esistenza di questo che parrebbe essere un allevamento abusivo, in particolare di pitt-bull», spiega Lorenza Zanaboni, responsabile della Lav di Verona, «ma lo stato di degrado in cui gli animali erano costretti non aveva raggiunto le proporzioni attuali, pertanto non ci era stato possibile fare nulla. Purtroppo, troppo spesso, assistiamo impotenti a situazioni che si risolvono solo quando avviene l'irreparabile, come in questo caso in cui uno dei cani è morto. Il nostro plauso e il nostro ringraziamento vanno al magistrato che ha accolto la nostra richiesta di sequestro e di affido degli animali, e al dottor Zanotto, veterinario dell'Ulss21 che si è prodigato per porre fine alle loro sofferenze».
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