Una telefonata, qualcuno piange e cerca di spiegare… Una cagnolina
giace investita e guaisce sul ciglio della strada a Monteresso, vicino
al cimitero; qualche automobilista si è anche fermato solo per dire
che tanto la cagna è stata investita il giorno prima e che quindi
sardi certo in procinto di morire. Inizia il giro di telefonate da
parte dell’Oipa ai volontari per andare a soccorrere la cagnolina. Ad
aiutarci Sergio Bramante, responsabile della Maia, che interviene in
qualità di volontario. La piccola, scheletrica da fare paura, col
femore rotto in due punti, una zampa rotta anch’essa in due punti,
viene momentaneamente ospitata dai Rangers di Monterosso, che mettono
a disposizione dell’Oipa una stalla e a cui va il nostro
ringraziamento. Berna, questo il nome dato alla cagnetta, ha molto
sofferto anche durante le radiografie, perché era ridotta a pezzi e
sul corpicino magrissimo presentava buchi infetti a causa di morsi
ricevuti da altri cani. Se prima il veterinario, data la gracilità di
Berna, non voleva intervenire, si è resa urgente un’operazione per via
di complicazioni: una sacca all’addome faceva temere il peggio. Berna
è stata operata… era anche riuscita a superare l’intervento… ma a
causa del forte impatto con l’auto che l’ha investita le si è rotta
l’uretra, per cui la pipì di un rene andava a confluire nell’addome… E
così, dopo tanta sofferenza, abbiamo dovuto prendere la decisione più
terribile di questo mondo, abbiamo dovuto decidere di addormentarla
per sempre. “Le lacrime inondano il nostro cuore - ha detto la
delegata provinciale Oipa, Valentina Raffa -. Non dimenticherò mai
quegli occhi terrorizzati, che cercavano rassicurazione nei miei
durante le visite veterinarie. I volontari Oipa che hanno conosciuto
Berna non dimenticheranno mai il suo stupore dinanzi ad una ciotolina
di pappa, durante le carezze, durante i silenzi. Anche questo è
Natale. Questo è il Natale che ci si profila ogni giorno… cani
abbandonati nei cassonetti come rifiuti, altri investiti e lasciati a
morire da gente che nemmeno si ferma se non per consigliarci di
lasciar perdere tanto prima o poi la creaturina investita, e
aggiungerei sofferente, morirà… E così al dolore per la perdita di
Berna che, ridotta com’era, non ha avuto davvero niente dalla vita ed
ha conosciuto l’amore dei volontari per soli cinque giorni, si
aggiunge la rabbia per la pacifica indifferenza di alcune persone…
Anche questo è Natale, anzi, questo è il nostro Natale… un Natale di
speranza che il mondo possa cambiare, che i sindaci della gran parte
dei Comuni di questa provincia possano assumersi le responsabilità
date loro dalla legge e inizino, dunque, a ricordarsi dei cani
dimenticati nei canili da anni e per le strade… perché non ci sia più
una Berna, e se non sono contenti del fatto che la legge sancisce che
i cani appartengono loro, pensa pensa i cani che gioia nel sapere che
razza di padroni si ritrovano: padroni che non si ricordano di loro
nemmeno a Natale. Auguri”.
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