mercoledì 28 aprile 2010

prov. di Lodi: gatto impallinato nel giardino di casa

IL CITTADINO
28 APRILE 2010
Orio, gatto impallinato nel giardino di casa: nemmeno i Ris di Parma chiariscono il giallo
Carlo Catena
Orio (LO) - Gatto impallinato con una carabina ad aria compressa a Orio Litta, entrano in scena i Ris di Parma: questo il colpo di scena del processo che vede un trentenne residente in paese accusato di maltrattamento di animali, denunciato da un vicino di casa che si era ritrovato il micio ferito da un proiettile di piombo di piccolo calibro. I fatti risalgono al 2006, ma in questi giorni in tribunale a Lodi sono cominciati a sfilare i primi testimoni dell?accusa e la prossima udienza si terrà solamente in ottobre. Un giorno d?estate, P.P., queste le iniziali dell?uomo che aveva presentato denuncia ai carabinieri, sostiene di aver sentito uno sparo e di aver visto il proprio gatto scappare di corsa. Questo episodio, è emerso ieri dalla deposizione di un terzo vicino di casa, testimone parziale del fatto, sarebbe stato accompagnato da una frase, ?Ti ho visto, ti ho visto?, pronunciata dalla vittima (o meglio, dal suo proprietario) nei confronti del dirimpettaio 30enne. Dopo quel fatto, il micio sarebbe scomparso per alcuni giorni, per ritornare poi con un buco nella pelle, che un veterinario di Codogno ha ricondotto a un foro di proiettile. Il professionista ha anche sottoposto il gatto a un intervento chirurgico per l?estrazione dell?ogiva, che il proprietario del gatto ha consegnato ai carabinieri di Orio Litta, come allegato del verbale della denuncia in cui indicava il vicino di casa, P.C., appassionato cacciatore come il padre, come uno dei sospettati per il ferimento dell?animale. Così i carabinieri di Orio si sono presentati dai cacciatori, hanno trovato due carabine ad aria compressa e, per allontanare ogni rischio di errore giudiziario, hanno affidato le armi, regolarmente denunciate, e il proiettile agli specialisti di balistica del Ris di Parma. Ieri in tribunale uno dei militari ha riferito il contenuto della relazione del reparto scientifico: il proiettile è dello stesso tipo che può essere sparato da quelle armi ed effettivamente a una distanza di qualche decine di metri una carabina di quel tipo può ferire o uccidere un piccolo animale. Ma non sono armi a canna rigata, per cui le prove di tiro effettuate dai Ris non hanno portato a determinare con certezza che il proiettile che ha ferito il gatto provenisse da uno di quei fucili. Il 30enne si professa però innocente, e per questo vuole affrontare fino in fondo il processo. In caso di condanna rischia un minimo di 3 mesi di carcere e una multa, ?ma non vi è alcuna prova che sia stato lui a sparare?, sostiene l?avvocato Stefanina Losi di Piacenza, che difende il giovane cacciatore.

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