martedì 24 novembre 2009

prov. di VR: viveva in condizioni pietose. Catena corta e nessun riparo

 

L'ARENA GIORNALE DI VERONA

24 NOVEMBRE 2009

 

CAPRINO (VR). Intervenuto il Corpo Forestale
Cane maltrattato affidato alla Lav Padrone denunciato

Viveva in condizioni pietose Catena corta e nessun riparo

 

Caprino (VR) - Lo chiamano il migliore amico dell'uomo invece viveva attaccato ad una catena cortissima, saldata a una gabbia, alla mercé delle intemperie senza alcuna cura.
La segnalazione di maltrattamento di un meticcio di pastore tedesco è stata fatta dalla Lega antivivisezione che ha inoltrato un esposto al Corpo forestale dello Stato, Comando provinciale di Verona. Il presunto caso di maltrattamento riguarda un'azienda agricola di Caprino dove due agenti del Cfs sono intervenuti ponendo fine alle sofferenze di un esemplare di grossa taglia, che viveva in condizioni pietose. Era legato ad una catena di poco più di un metro, che tendeva ad attorcigliarsi su se stessa riducendosi quasi ad un cappio. Per lui nessun riparo idoneo né dal caldo né dal freddo, solo il fango sul fondo di una gabbia in grigliato forato, che certamente non gli ha risparmiato pioggia, sole e calura. Condizioni che la povera bestia, non giovane, deve avere patito da un po', secondo l'esposto della Lav. Se era vivo è certo che qualcosa da bere e da mangiare gli veniva dato, ma non basta. Il cane è considerato dal legislatore un animale d'affezione, perciò è necessario prendersene cura non solo per i bisogni che ne garantiscono la sopravvivenza, appunto acqua, cibo e riparo, ma anche visite veterinarie, l'essere ed il sentirsi accudito. Un esemplare come questo, di dimensioni notevoli, ha bisogno di muoversi, fare passeggiate, non può restare legato tutta la vita. Invece le sue condizioni, che anche l'Ulss sta verificando, potrebbero avergli procurato anche lesioni fisiche causate dell'abbandono. Un atteggiamento omissivo che, secondo a Corte di Cassazione, è condizione per configurare il reato di maltrattamento. Anche la Regione Veneto ha in ogni caso dato precise linee guida per la «detenzione di animali d'affezione» che, in questo frangente, non potrebbero sicuramente considerarsi rispettate. Come indicato dalla Lav, sebbene il titolare dell'azienda agricola abbia riferito che il meticcio sarebbe stato lì da pochi giorni e legato solo per timore che scappasse, altre persone avrebbero testimoniato il contrario: che era lì da mesi.
È stato affidato alle cure dei volontari della Lav, in una struttura dove potrà sentirsi al sicuro. Il proprietario rischia la reclusione da 3 mesi ad un anno o la multa da 3 a 15mila euro.[FIRMA]

 

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