mercoledì 30 giugno 2010

prov. di Belluno, tre gatti avvelenati da fitofarmaci

CORRIERE DELLE ALPI
29 GIUGNO 2010
Tre gatti avvelenati da fitofarmaci
LAMON (BL). Sono almeno tre i casi di presunto avvelenamento da sostanze chimiche, tipo anticrittogamici, che hanno colpito gatti domestici nelle borgate di Ronche-Piei. I padroni si sono resi conto che le bestiole soffrivano di manifestazioni nervose, tipo attacchi epilettici, e non sono riusciti a trattenere gli animali, colti da intensa agitazione, per portarli subito dal veterinario. Salvo un caso, due gatti non hanno più fatto ritorno a casa, a distanza di una settimana. Il terzo, invece, è stato sottoposto a un trattamento disintossicante e si è salvato in extremis. E� la padrona dell�animale sopravvissuto a raccontare che la scorsa settimana, la sua micia è apparsa come in preda a convulsioni nervose. �Pareva in agonia, era molto sofferente. L�ho portata dal veterinario che ha riscontrato una sintomatologia di tipo nervoso e ha fatto due iniezioni al gatto, prescrivendo anche una terapia domiciliare, senza nascondermi che la bestiola sarebbe potuta morire in poco tempo e che si poteva ipotizzare un avvelenamento da inalazione di sostanze tossiche. In questo caso, la denuncia è obbligatoria. La gatta ha continuato ad essere sofferente al punto che, nella giornata prefestiva, l�ho riportata dal veterinario. La seconda professionista contattata, ha confermato l�ipotesi di avvelenamento chimico, escludendo l�ingestione di bocconi perch� in questo caso i sintomi sarebbero stati diversi. Mi ha fatto notare, invece, l�intensità dell�odore di sostanze tossiche che avevano intriso il pelo dell�animale e che probabilmente erano state assimilate per via cutanea, visto che quello stesso odore si avvertiva nelle urine. La bestiola è miracolosamente tornata in qua con un trattamento intensivo. Ma al momento sono almeno tre i gatti che hanno avuto gli stessi sintomi�. Difficile stabilire il tipo di anticrittogamico utilizzato, se non si analizza il contenuto stomacale dell�animale morto. Così dice il direttore del dipartimento di prevenzione dell�Usl 2, Luigi Cazzola, che invita a portare il �reperto� all�istituto zooprofilattico di Belluno o Treviso.

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