Animalieanimali
23 OTTOBRE 2009
REGISTA, FILM MATTANZA DELFINI E' UNA LETTERA D'AMORE
Sui danni alla salute del consumo di carne al mercurio
The Cove (la baia),  film-documentario americano sulla mattanza di delfini e balene che annualmente  si ripete a Taiji, cittadina a 500 chilometri a sudovest di Tokyo, è "una  lettera d'amore" per i giapponesi perché conoscano gli effetti dannosi sulla  salute del consumo di carne di delfino.
E' stato lo stesso regista Louie  Psihoyos a dirlo nella sessione di domande e risposte con il pubblico seguita  alla proiezione della pellicola, nell'ambito del Tokyo International Film  Festival (Tiff) nel cui programma è stato inserito tra grandi resistenze e  all'ultimo momento. Il film, già proiettato nella capitale giapponese due giorni  fa, ha provocato polemiche in Stati Uniti e Australia (e da ultimo in Giappone),  ma è un lavoro più rivolto alla tutela dei diritti umani piuttosto che una  discussione sulla protezione degli animali.
"E' molto difficile parlare di  diritti degli animali perché di loro si abusa in ogni cultura: dalle esigenze  alimentari, al divertimento, all'abbigliamento", ha spiegato Psihoyos: "E' un  diritto umano, invece, mangiare cibi sani". Non ci sono scopi contro il popolo  giapponese, ha assicurato l'ex fotografo del National Geographic: "per me è una  lettera d'amore. Io vi sto dando informazioni che il governo non vi darà", ha  osservato rivolto alla numerosa platea.
Un'ora e mezza di crudeli riprese,  grazie a microfoni e telecamere subacquee camuffati da rocce, raccontano quanto  avviene nella piccola città giapponese dove i pescatori ogni anno uccidono,  secondo gli autori, circa 23mila delfini e balene.
La loro carne fa parte  dell'alimentazione locale da oltre 400 anni. Sin dalla prima proiezione del  2008, il documentario ha riacceso l'attenzione internazionale sulla strage. In  più, da giugno sono ripartiti nella cittadina i test per analizzare il livello  di mercurio nella popolazione a causa alla ricca dieta di cetacei. Ai 3.500  abitanti sono stati offerti esami per accertare il livello del metallo e  prevenirne le patologie.
"Un delfino - ha aggiunto Psihoyos - può avere da  cinque a 5.000 volte il mercurio oltre i livelli consentiti dalla legge  giapponese. La tragica ironia è che l'unico modo per salvare il delfino è  dimostrare che abbiamo fatto l'ambiente così tossico da non poterne più mangiare  la carne".
Il regista ha ringraziato gli organizzatori del festival per  "l'atto di coraggio", dopo tutte le aspre polemiche nel Sol Levante, e il  governo guidato dal partito Democratico, rilevando che soltanto "tre mesi fa  sarebbe stato impossibile mostrare questo film", con i Liberaldemocratici al  potere.
Il film documentario ha gia' ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il premio del pubblico al Sundance Film Festival. Definito agghiacciante, emozionante, avvincente, nonche' film rivelazione, ''The Cove'', prodotto dalla Oceanic Preservation Society, nasce da un'idea di Ric O'Barry, ex addestratore di delfini, fra cui quelli della serie TV Flipper. Quando uno di questi, Kathy, muore fra le sue braccia, O'Barry inizia a rendersi conto di stare dalla parte sbagliata.
Dal suo incontro con il regista Louie Psihoyos, considerato uno dei piu' grandi fotografi al mondo, e grazie al lavoro di un vero e proprio team d'assalto che include cameraman subacquei, biologi marini, apneisti ribattezzati ''Ocean's eleven'' (gli undici dell'oceano), e' nato questo film d'inchiesta che mette a nudo la collaborazione tra l'industria dei parchi acquatici e le comunita' di pescatori giapponesi. Le immagini mostrano i delfini sospinti nella tranquilla baia di Taiji, in Giappone, dove vengono massacrati o tenuti in vita per essere poi venduti ai parchi acquatici e agli acquari. Un delfino catturato e poi addestrato puo' avere un prezzo anche di piu' di 100.000 dollari.
Le attivita' di caccia si svolgono da settembre ad aprile e non costituiscono attivita' di caccia di sussistenza ma una vera e propria attivita' industriale regolata dal governo giapponese. Ogni anno, nelle acque giapponesi, vengono uccisi fino a 20.000 tra delfini e focene; di questi, dai 2000 ai 3000 vengono uccisi con la cosiddetta ''drive hunt'', vere e proprie battute di caccia durante le quali i cetacei sono sospinti in piccole baie che costituiscono dei recinti nei quali gli esemplari, intrappolati, sono in bali'a dei loro aggressori.
''L'informazione, la sensibilizzazione e l'educazione costituiscono degli elementi chiave per poter cambiare una simile realta' - ha dichiarato Nicolas Entrup, Managing Director della WDCS -. ''The Cove'' rappresenta un film rivelazione che puo' contribuire a stimolare il dibattito in Giappone e ad aumentare la pressione sulle istituzioni responsabili - le agenzie giapponesi per la pesca e l'industria dei parchi di divertimento - per fermare questa inutile crudelta' una volta per tutte'' .
 
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