LA NUOVA SARDEGNA
25 NOVEMBRE 2008
Una nuova strage di cuccioli: è caccia al responsabile
OLBIA (OT). La polpetta avvelenata potrebbe avere a breve un nome e un cognome. Nei giorni scorsi Olbia è stata teatro dell'ennesima strage di cani. In via Lazio tre cuccioli sono stati attirati da alcuni bocconi a base di stricnina rafforzata con altre sostanze tossiche. Una trappola che ha condannato le bestiole a un'atroce agonia. Sempre più spesso cani e gatti sono oggetto di violenze e quasi mai i colpevoli vengono individuati. Ma forse questa volta il massacro potrebbe abbattere il tabù dell'impunità. «Sono anni che nello stesso quartiere si ripetono questi biechi rituali - fanno sapere dall'Arpa, la Lega anti-randagismo -. Il che sta a dimostrare che questi individui sanno di poter godere dell'impunità garantita dal cronico lassismo delle istituzioni». Dall'ultima strage sono già passate tre settimane, per cui il giustiziere di amici a quattro zampe ormai crederà di averla fatta franca in barba alle leggi che puniscono con grande severità chi compie simili reati. «Questa volta non succederà, perché questi venti giorni sono stati impiegati per cercare le testimonianze dei cittadini. Che hanno vinto la ritrosia a parlare, la paura di vendette contro le proprie bestiole e hanno individuato le persone che ostentano insofferenza verso gli animali, tra cui si annidano uno o più soggetti già autori in passato di simili azioni». Così oggi l'Arpa, grazie alle testimonianze, ha deciso di intraprendere le vie legali contro si rende colpevole di reati contro cani e gatti. Non bisogna dimenticare che le leggi vigenti riconoscono gli animali come soggetti a tutela giuridica e puniscono i maltrattamenti e l'abbandono con multe da tremila a 50 mila euro, mentre per l'uccisione, come nel caso di via Lazio, la pena è la reclusione da uno a tre anni.
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